Cesareo d’urgenza la partoriente perde il bimbo, e l’ascensore è rotto

BRINDISI – Gli ascensori dell’ospedale Antonio Perrino di Brindisi non cessano di far parlare di loro. Sempre in negativo. E, stando a quanto successo ieri notte, sempre in maniera peggiore. Intorno alle 3, infatti, una donna incinta è arrivata presso la struttura: per lei i sanitari che l’hanno accolta hanno deciso di intervenire con un cesareo d’urgenza. L’intervento, così come tutti gli altri, va eseguito presso il blocco operatorio, al quinto piano. A questo punto, sono entrati in scena gli ormai famigerati elevatori: per raggiungere la sala per l’operazione, i sanitari non hanno potuto prendere quello più prossimo a loro, dovendo raggiungere l’altra colonnata, attraversando l’ospedale.

Solo dopo una corsa in barella, la donna è potuta salire al blocco operatorio, raggiungendo la sala dove i medici l’hanno fatta partorire. Purtroppo, però, il bambino che portava in grembo non ce l’ha fatta. Le cause della morte del neonato sono ancora sconosciute: probabilmente si dovrà ricorrere all’autopsia sul suo corpicino per capire il perché del suo decesso. Non è affatto detto, infatti, che l’ascensore non funzionante sia la causa della tragica fine del nascituro. Il blocco operatorio, al quinto piano dell’ospedale, è collegato al resto della struttura con due corridoi: lo spazio tra le due vie di accesso alle sale operatorie è scoperto e non è chiaro se la donna incinta abbia percorso il tratto all’aperto prima di essere sottoposta all’intervento.

Intanto, stamattina, è arrivata al Perrino una troupe di Striscia la notizia, il tg satirico che già in altre occasioni ha visitato la struttura per la questione degli ascensori malfunzionanti. La dirigenza dell’Asl ha da tempo denunciato un presunto sabotaggio agli ascensori dell’ospedale. Il servizio di manutenzione degli ascensori è passato dalla Brindisi Elevatori alla Kone, ditta del subappalto che ha ricevuto l’incarico dalla Manuntencoop.

Maurizio Distante

3 Commenti

  1. MA COSA STA ASPETTANDO LA MAGISTRATURA A INTERVENIRE? QUANTE PERSONE ANCORA DEVONO MORIRE PER DARSI UNA MOSSA?

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