BRINDISI– Freddi, distanti, seduti uno accanto all’altro ma lontani anni luce. Espressione plastica, per nulla rilassata. Lorenzo Cesa arriva all’Hotel Internazionale con un bel po’ di ritardo, si ferma a parlare con i giornalisti, con lui Angelo Sanza, segretario regionale dell’Udc, Massimo Ferrarese è arrivato con loro ma resta lontano, non si avvicina, o meglio non esce con gli altri due segretari nelle inquadrature delle telecamere e dei fotografi. Non come in passato. Viene poi intervistato da solo. L’aria è tesa nonostante qualcuno cerchi di stemperare i toni. Le domande a Cesa sono per la maggior parte sull’assenza di Ferrarese nelle liste di Camera e Senato dello scudo crociato. “E’ stato Ferrarese a non accettare il terzo posto alla Camera- spiega il segretario nazionale dell’Udc- resta per noi una grande risorsa. E il sostegno del partito ci sarà in qualsiasi altra esperienza politica che Ferrarese vorrà intraprendere”. Cesa fa capire che per questa volta è andata così, ma che l’Udc potrà sostenere l’ex presidente della Provincia di Brindisi alle prossime elezioni regionali.
Poi anche battuta da campagna elettorale. “Poniamo al centro della nostra politica la concretezza- continua Cesa-il voto utile è ai centristi possiamo dare stabilità all’Italia”. Sulla crisi politica del capoluogo, rinvia qualsiasi decisione agli organi locali. “Auspico un dialogo costruttivo- ha sottolineato il segretario nazionale- anche se parlo da esterno non conosco i fatti nello specifico”.
In sala ci sono oltre un centinaio di persone, tante quante ne può ospitare la sala dell’Internazionale. Il primo a parlare è il segretario provinciale del partito Ciro Argese che spiega tutta l’amarezza della mancata candidatura al Parlamento di Ferrarese, ma poi annuncia il sostegno pieno alla campagna elettorale dello scudo crociato. Ma è inutile negarlo le differenze ci sono e come, basta notare che la sala non è piena quanto lo sarebbe stato se Ferrarese fosse stato candidato. “La presenza di Cesa a Brindisi- afferma Argese- simboleggia che l’Udc in Puglia si è ricompattata”.
La parola poi a Angelo Sanza che cerca di gettare acqua sul fuoco. “Ci sono le condizioni- dice il segretario regionale per riprendere il percorso con l’entusiasmo di sempre. E parla del voto ai centristi come un voto utile”. La maggior parte degli interventi dei segretari è incentrato su Ferrarese. Cosa che fa storcere il naso a qualche presente. Ma a questo ci arriviamo dopo. Intanto Ferrarese incassa l’appoggio alle regionali del foggiano Angelo Cera, candidato al secondo posto alla Camera, già parlamentare uscente. “Ferrarese- dice Cera- è la persona giusta per amministrare la Puglia, avrà il suo risarcimento”.
È lo stesso ex presidente degli Industriali che annuncia la sua volontà a candidarsi alle regionali. “Il mio obiettivo- afferma Ferrarese- è candidarmi alle regionali con la mia lista, e se mi vorrà appoggiare anche il mio partito nazionale sono pronto a lanciare la sfida. Rispetterò sino all’ultimo giorno questo partito, sino a quando ne farò parte. Ho rinunciato alla candidatura alla Camera perché per il mio territorio avrei voluto un posto migliore al Senato”.
E sin qui tutto bene. Sino a quando a prendere la parola non sono stati i due candidati alla Camera della provincia di Brindisi Pasquale Rizzo (7 posto), sindaco di San Pietro Vernotico e il fasanese Domenico Mileti (18 posto), entrambi critici con la segreteria provinciale. Rizzo si è sfogato per oltre 20 minuti, lui che è nell’Udc da diversi anni ma “usato “ solo in campagna elettorale. Mileti invece ha sottolineato la mancanza di una manifestazione da parte del partito per presentare i candidati locali. Finito l’intervento di Rizzo, un quarto della sala, sostenitori del sindaco, si è alzato è andato via. Insomma c’è da fare un gran lavoro per Argese e Marcello Rollo, segretario e presidente provinciale dello scudo crociato. C’è da ricucire qualche strappo, che questa campagna elettorale non aiuterà certamente.
Lucia Portolano
In tutti i partiti e movimenti ci sono malumori e reciminazioni varie. La sfuriata di Rizzo, oltre che essere fuori luogo, era del tutto strumentale. Infatti ci dovrebbe spiegare con chi ha deciso di accettare di candidarsi. Non può permettersi di accusare gli altri che lo escludo e poi lui si comporta di conseguenza ovvero non coinvolge gli altri (inteso sia come organi di partito provinciale che distribuiti sul territorio). Infine chi è andato via lo ha fatto ritenendo conclusa (visto gli accadimenti) una serata di malapolitica.