Cerano, la guerra per il lavoro: operai sulle caldaie, e dipendenti diretti che non riescono a lavorare

BRINDISI- La guerra per il lavoro. Da una parte i lavoratori delle ditte appaltatrici che rischiano di perdere il posto di lavoro con la sospensione delle commesse o del cambio di appalto, dall’altra i lavoratori diretti della centrale Enel di Cerano che non riescono ad entrare a lavoro  per le manifestazioni all’esterno. Il clima si fa sempre più caldo fuori dalla centrale. Questa mattina quattro lavoratori della ditta appaltatrice ex Wcs sono saliti, come segno di protesta sul balcone di una caldaia. A 50metri d’altezza. “Siamo disperati”, dicono. I dipendenti si trovano in  una situazione di precarietà dopo il subentro della ditta Sea. Su questa situazione pesa anche l’inchiesta giudiziaria che ha scardinato un sistema di tangenti per appalti per una ditta esterna.

Il dubbio della procura è che lo stesso metodo possa essere stato utilizzato anche con altri soggetti.

Intanto oggi a protestare erano anche i lavoratori della ditta Cannone, anche loro interessati al cambio di appalto.

I sindacti  Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil, esprimono forte preoccupazione per quanto si sta determinando a seguito della contrazione delle commesse che rischiano di ridurre le attività lavorative per le ditte appaltatrici creando una vera e propria crisi economica ed occupazionale complessa, e allo stesso tempo manifestano vicinanza umana ai lavoratori e alle loro famiglia in preda allo sconforto per la possibile perdita del posto di lavoro che auspichiamo venga scongiurata.

 

“Prendiamo attodelle manifestazioni e presidi da parte delle maestranze delle ditte appaltatrici- scrivono in una lettera congiunta- che non permettono un regolare e tranquillo accesso ai lavoratori Enel turnisti e giornalieri, obbligando di fatto l’Enel a formalizzare quotidianamente ad ogni cambio turno la lista del personale turnista per consentire il cambio ai lavoratori adibiti al regolare esercizio e al presidio degli impianti.Questa condizione, di obiettivo impedimento al regolare svolgimento delle attività lavorative del personale Enel, conseguentemente determina da parte dell’Azienda l’esclusione di tutti gli altri dipendenti del sito produttivo, creando di fatto una condizione di assoluta insicurezza per la regolare gestione delle attività manutentive, di programmazione e attività di sfaff del sito.”

Filctem, Flaei e Uiltec confermano formalmente quanto già dichiarato che il personale diretto da noi rappresentato, non è parte attiva delle varie manifestazioni e non si è in presenza di alcuno sciopero di solidarietà nel pieno rispetto della normativa vigente della Legge 146/90 e 83/2000 sugli scioperi del pubblico servizio.

Per prevenire ogni possibile attrito tra i vari lavoratori, i sindacati hanno ritenuto opportuno già dai giorni scorsi, indirizzare il personale di tutto il sito Enel di Cerano, presso la sede Enel Produzione “palazzina sociale” sita in via E. Fermi, dove insiste un marcatempo regolarmente abilitato al rilievo della presenza del personale, tale da garantire la sicurezza e l’incolumità delle persone.

I sindacati ritengono indispensabile anticipare l’incontro già programmato per il giorno 15 prossimo  utile a trovare intese per scongiurare l’utilizzo di ferie e/o permessi vari, provocando ricadute economiche negative sui dipendenti.

 

 

1 Commento

  1. A fine luglio termina l’appalto di sbarco e trasporto carbone della Ecologica S.p.a., e stiamo parlando 78 dipendenti (famiglie) che rischiano di perdere il posto di lavoro.
    Se consideriamo la riduzione del carbone e la possibile chiusura nei prossimi anni della centrale di Cerano, la questione lavoro a Brindisi sta rischiando di diventare un problema sociale di dimensioni bibliche che avrà ricadute su tutto il territorio.
    Sarebbe ora che la politica si occupasse VERAMENTE della questione, prima che sia troppo tardi.
    Se chiude la centrale e non si fanno investire le aziende sul territorio per ricollocare questa gente, questa città rischia di chiudere i battenti.

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*