BRINDISI – A queste amministrative si era diviso, una parte di Noi centro, l’ex movimento di Ferrarese, è andato con la coalizione di Cavalera nella lista di Idea, un’altra è rimasta totalmente fuori. Chi ha guardato alla finestra come Toni Mucci, coordinatore cittadino, oggi interviene e punta il dito contro Forza Italia e contro coloro che hanno negato l’unione del centrodestra anche i suoi ex amici di partito. Riceviamo e pubblichiamo il comunicato di Toni Muccio di Noi centro.
“Quando Noi Centro lo scorso aprile ha deciso di tirarsi fuori dalla tornata elettorale, in molti hanno strumentalmente speculato su tale decisione, che per qualcuno, evidentemente in malafede, era dettata da logiche opportunistiche e da richieste di poltrone (al contrario molto ambite dai “soliti noti”) che poi i fatti hanno palesemente smentito.
Tre mesi dopo siamo qui ad analizzare un risultato elettorale fuori da ogni previsione, ovvero la vittoria di Riccardo Rossi e del PD che in assoluta controtendenza rispetto al quadro nazionale ha saputo imporsi, con delle scelte forti e rinnovando realmente la classe dirigente, nei confronti di una “coalizione” che si è auto definita di “centrodestra” ma che di fatto ha raccolto al suo interno alcune delle peggiori figure della storia politica brindisina, oltre che il candidato sindaco perdente del PD di appena un anno prima, quel Nando Marino fedelissimo di Emiliano.
Le avvisaglie di un tonfo, che ha del clamoroso per le proporzioni e le modalità con il quale è maturato, tuttavia erano già nell’aria alla vigilia di Pasqua quando il segretario cittadino di Forza Italia in maniera sconcertante, alla nostra ennesima proposta di scendere in campo con un centrodestra unito, modello rilevatosi vincente in tutta Italia ed unica speranza di affermazione in città, rispose che “in Forza Italia preferivano perdere”. Nonostante la clamorosa dichiarazione incassata, durante le giornate successive, abbiamo più volte tentato di ricompattare il vero centrodestra, salvo arrenderci di fronte ad una netta ed ingiustificata volontà di divisione.
Certo per onestà intellettuale che ha contraddistinto sempre l’operato di Noi Centro, occorre evidenziare che oltre a Forza Italia il veto sull’unità del centrodestra veniva da altre forze politiche, ed in particolare da chi, dopo aver imposto la candidatura di Cavalera, poche settimane dopo abbandonava fittiziamente la coalizione e la politica per motivazioni che ancora oggi sono misteriose.
In questo quadro, si inseriva il ruolo dell’On. D’Attis con la completa gestione delle scelte locali (accordata dal Coordinatore Regionale Vitali), che di fatto è stato un totale fallimento, vista la mancanza di metodo nella scelta dei partner della coalizione che ha portato alla sonora bocciatura dell’elettorato, inevitabile considerati i “rappresentanti” che sono stati presentati ai cittadini.
Il resto è storia che ben conosciamo, con la netta presa di posizione dei Brindisini lo scorso 24 giugno rispetto alla possibilità di rivedere al governo della città, personaggi che hanno negativamente segnato il passato recente e non di Brindisi, e che la vittoria di Rossi si spera abbia definitivamente cancellato dal panorama politico.
Leggiamo infine con stupore le dichiarazioni rilasciate nella giornata di ieri da quel che resta della “coalizione” di Cavalera che a dimostrazione della sua natura di vero “cartello elettorale”, a soli tre giorni dal ballottaggio, ha già iniziato a perdere la prima forza numerica del suo raggruppamento, ovvero quel Partito Repubblicano che tanto ha fatto discutere, utilizzato prima come “raccoglitore di voti” e che alla prima occasione utile (primissima anzi), ha preso le distanze dalla coalizione che ancora oggi si definisce impropriamente di centrodestra.
Al riguardo, inutile incensarsi con il risultato del primo turno, che come evidenziato anche dal precedente ballottaggio del 2016 che vide clamorosamente sconfitto Marino, è influenzato da diverse logiche e dinamiche che poco hanno a che vedere con il gradimento dei cittadini sul potenziale governo della città.
Per il futuro ci permettiamo di suggerire più che una caccia alle streghe, una riflessione sugli errori commessi, mettendo da parte personalismi e logiche appartenenti al trapassato politico della nostra città, cercando attraverso programmi condivisi e scelte forti di rinnovare la classe dirigente, recuperando la credibilità nei confronti dell’elettorato”.
BrindisiOggi
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