INTERVENTO/ In queste ultime settimane gli scenari energetici nazionali ed in particolare quelli della produzione elettrica sono profondamente mutati. A Brindisi l’inaspettata decisione di TERNA di non prevedere nelle aste del Capacity Marcket, nuova potenza a gas nel Polo elettrico di Brindisi compromette il previsto investimento ENEL di 800 milioni di euro per la costruzione del nuovo impianto a ciclo combinato e l’avvio del cantiere che avrebbe portato occupazione e una futura prospettiva occupazionale.
La decisione di TERNA stravolge i contenuti del Piano Nazionale Energia e Clima e rende semplicemente impercorribile la riconversione a tecnologie meno impattanti ambientalmente che i lavoratori di importanti impianti aspettavano con trepidazione.
La crisi dovuta alla guerra ha provocato un violento innalzamento del prezzo del gas, i dubbi sulle forniture dovute all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, l’esito delle aste del Capacity Market che ha privilegiato in questa fase gli impianti BESS rispetto alla nuova generazione a gas modificano radicalmente lo scenario di graduale progressiva cessazione dell’uso del carbone nella produzione elettrica attraverso una transizione tramite generazione a gas verso la completa decarbonizzazione.
La decisione del Governo, contenuta nel recentissimo decreto prevede di sostituire le carenze di produzione elettrica a gas con la massimizzazione dell’utilizzo degli impianti a carbone attualmente in esercizio, modifica ancor di più lo scenario.
La Centrale ENEL di Cerano, ancora una volta, torna nella piena strategicità per garantire un servizio essenziale per il Paese e solo grazie alle alte professionalità dei lavoratori diretti e dell’indotto, con organici che si stavano già riducendo, si stanno garantendo in queste ore la produzione richiesta dalla rete elettrica italiana.
Il quadro che ne scaturisce, semmai ce ne fosse stato bisogno, aumenta la preoccupazione più volte espressa da FILCTEM CGIL, FLAEI CISL, UILTEC UIL che la giusta transizione promessa dalle Istituzioni se non seriamente governata sarebbe stato molto meno “giusta” e sostenibile.
La gestione schizofrenica di questa transizione energetica dove ogni soggetto istituzionale, politico o industriale agisce senza tener conto del quadro di insieme, con fughe opportunistiche in avanti, ritardi autorizzativi, penuria di materie prime, ha già provocato non pochi danni, basti pensare all’aumento delle tariffe e al costo complessivo che ciò provocherà.
Occorrono risposte sistemiche: le imprese del settore, le istituzioni, il Governo e l’Autorità devono lavorare di comune accordo. Non si affronta un cambiamento di tale portata abbandonandolo alle leggi di mercato, alle pulsioni elettorali e propagandistiche e alle speculazioni finanziarie.
Le Segreterie di FILCTEM CGIL, FLAEI CISL, UILTEC UIL di Brindisi, hanno richiesto un incontro alla direzione ENEL per valutare la situazione del futuro produttivo del sito nell’immediato, alla luce del provvedimento del Governo e di prospettiva sui futuri investimenti, essendo ancora in attesa di tale incontro, nei prossimi giorni riproporremo la riapertura del tavolo in Prefettura.
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