BRINDISI – Cavallo di ritorno in un’azienda brindisina, dopo un primo arresto, in manette finiscono oggi altre quattro persone. Si tratta di Vittorio Corsa 23anni, Seko Ajkunic di origine iugaslave 34enne, Antonio Lagatta 23anni e Alessandro D’Errico 43enne. Questa mattina gli investigatori della Squadra mobile, hanno dato esecuzione della misura cautelare emessa dal gip anche a Jonathan Muolo (già tratto in arresto e trattenuto in carcere per effetto della convalida operata dal gip) e Antonio Lagatta (già ristretto per altra causa). Mentre rintracciati a Brindisi e sottoposti ai domiciliari Vittorio Corsa, Seko Ajkunic e Alessandro D’Errico.
I fatti hanno inizio il 22 settembre 2017 a Brindisi. Tutto è partito dal furto di tre furgoni, diverse attrezzature e materiale in una ditta operate nel campo di impianti termo-idraulici di Brindisi. L’imprenditore brindisino aveva denunciato il furto alla polizia. Dopo poche ore – così come ricostruito dagli investigatori – era stato contattato da ignoti che chiedevano una cospicua somma in denaro affinchè gli venisse riconsegnato il materiale rubato e i mezzi. Semmai non lo avesse fatto e quindi rifiutato la loro richiesta – così come accertato – avrebbero dato alle fiamme la refurtiva. Per diversi giorni, stando agli accertamenti della polizia, si sono susseguite comunicazioni tra la vittima e i presunti estorsori.
Poi c’era stato l’incontro tra il presunto estortore e la vittima che ha consegnato 2mila e 500 euro. Quando il malfattore si è allontanato, è stato bloccato dai poliziotti e arrestato. Si trattava di Jonathan Muolo. Ma gli investigatori, sapevano, che Muolo non era stato da solo ad agire nell’azione delittuosa. Gli accertamenti e investigazioni hanno portato oggi all’arresto anche dei presunti complici.
Infatti, secondo le risultanze investigative Vittorio Corsa sarebbe l’autore della prima telefonata minatoria alla vittima e persona alla quale Jonathan Muolo avrebbe dovuto affidare il denaro ottenuto dall’azione estorsiva subito dopo la consumazione della medesima. Corsa, infatti, è stato immortalato da alcune telecamere – come si evince dalla ricostruzione degli agenti – quando avrebbe effettuato, da una cabina telefonica pubblica, la chiamata minatoria cui si è accennato precedentemente.
Mentre Seko Ajkunic, è ritenuto dagli inquirenti, il presunto autore di un’altra telefonata anonima fatta alla vittima. Lo slavo sarebbe stato ripreso dalle telecamere quando effettuava la telefonata da una cabina pubblica.
Lagatta, invece, – come ricostruito dagli agenti della Mobile – è ritenuto coautore con Muolo nel disegno criminoso nonché colui che avrebbe stabilito l’importo delle somme da richiedere alle persone offese.
Infine, Alessandro D’Errico, è stato arrestato pechè ritenuto il soggetto che avrebbe accompagnato Jonathan Muolo ad un incontro con una delle persone offese ed è stato notato allontanarsi dal luogo in cui, il 25 settembre 2017 ci sarebbe stata la consegna del danaro al presunto estorsore.
Lo spaccato emerso, così come ricostruito con l’operazione, convenzionalmente denominata “Doppio Gioco”, ha trovato la piena condivisione del locale Ufficio di Procura che – nella persona del pm titolare delle indagini – ha richiesto al giudice per le indagini preliminari di valutare l’emissione di una misura di natura cautelare nei confronti dei partecipanti all’estorsione in relazione alla quale Jonathan Muolo era stato arrestato in flagranza di reato lo scorso settembre.
Il gip, accogliendo la tesi del pm della Procura della Repubblica di Brindisi, ha emesso così la misura cautelare a carico dei soggetti ritenuti, a vario titolo, complici di Muolo nel fatto-reato di estorsione aggravata.
BrindisiOggi
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