Caso Romano divide il partito, ma il consigliere regionale archiviato:”per insufficienza di elementi”

BRINDISI- La vicenda è al centro del dibattito all’interno del partito democratico dove si consumano lotte per il prossimo congresso provinciale. E tra tutte le questioni da affrontare dal caso Brindisi, a quello di Ostuni sino ad Oria, si discute su Pino Romano, consigliere regionale prima indagato nell’inchiesta per gli appalti Asl e poi archiviato. Il partito diviso tra  chi come la segreteria provinciale prende le distanze da Romano e chi come noti esponenti  locali  e regionali che scendono in campo in suo sostegno, ribadendo la estraneità alla vicenda.

Il fatto è tornato alla ribalta quando nell’udienza del 28 ottobre scorso il primo teste della pubblica accusa, sostenuta dal pm Giuseppe De Nozza,  il maresciallo dei carabinieri dei Nas Marco Senatore rispondendo alle domande sulla ricostruzione dell’assegnazione delle gara di appalto alla Asl di Brindisi, siamo nel 2007,  dice testualmente facendo riferimento alle intercettazioni: “Nella conversazione 5862 il Rampino (allora direttore amministrativo Asl di Brindisi) insiste con il Corso (direttore Area tecnica Asl) affinché chieda consigli per le assunzioni alla linea politica, che in quel momento era Romano Cappellini.”, il pm chiede: “Esponente di quale partito?” il teste risponde: “Esponente dei Democratici di Sinistra.”

Romano è completamente uscito dall’inchiesta, la sua posizione è stata archiviata perché gli elementi acquisiti non sono stati sufficienti a sostenere l’accusa, a differenza della posizione di altri politici indagati per i quali è giunta la prescrizione.

Lu.Po.

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