Caso Multiservizi, l’amministratore punta il dito contro la politica

BRINDISI- “Ho seguito con rammarico le deprecabili iniziative di blocco aziendale, assunte da alcuni lavoratori e supportate da un sindacato in particolare, che, lungi dal favorire un confronto costruttivo tra le parti coinvolte, hanno di fatto causato un pregiudizio economico a carico della BMS (mancati introiti), la probabile interruzione di pubblico servizio e la commissione di condotte delittuose ad opera di alcuni facinorosi”. Interviene così l’avvocato Francesco Arigliano, amministratore unico della Brindisi Multiservizi sullo scontro tra i dipendenti della sua azienda ed il Comune.

Arigliano, assente in questi giorni per motivi personali,  fa un’analisi di quanto è avvenuto e soprattutto sulle motivazioni che hanno scatenato i dissidi.

 “La Brindisi Multiservizi è di proprietà della Città di Brindisi, a cui il Sindaco deve dar conto attraverso l’indicazione di specifici indirizzi che l’Amministratore Unico, nominato dal Socio Unico, deve attuare nell’espletamento del proprio ruolo gestorio; è quindi necessario, talvolta, saper fare autocritica fornendo risposte immediate e concrete ai cittadini in termini di maggior qualità delle attività espletate, con particolare attenzione alla cura del verde urbano, alle scuole, alla segnaletica, ai parcheggi, alla rimozione, alla rete viaria, alla pulizia degli edifici comunali ed altro, ma anche in termini di razionalizzazione della gestione societaria: da qui l’input di proseguire lungo il sentiero già tracciato dell’efficientamento dei servizi, della polivalenza delle mansioni dei lavoratori e della riduzione dei costi aziendali”.

Sui lavoratori dice: “Contrariamente a quanto auspicato, pochi lavoratori, forse quelli più consapevoli di essere stati in passato immeritatamente privilegiati rispetto ad altri, hanno assunto condotte deplorevoli, su cui si dovrà far luce, generando un clima di tensione e timore nei riguardi dei loro colleghi contrari a qualsivoglia forma di sciopero.

Il risultato di tutto ciò è stato uno spettacolo indecoroso reso alla comunità laddove la Società Partecipata, pur di fronte alla evidenza di criticità gestionali ed operative che la riguardano, si ribella al suo Socio Unico Pubblico illudendosi di poter utilizzare le manifestazioni di forza ed il blocco delle attività quali strumenti di confronto piuttosto che il concreto cambio di marcia in discontinuità rispetto all’inefficienza del passato”.

L’avvocato conclude puntando il dito  sulla politica: “In conclusione, resta, tuttavia, da considerare che tra le maggiori storture della BMS non potrà di certo annoverarsi il trattamento retributivo dei dipendenti, altrimenti si commetterebbe l’errore di scaricare la colpa di tutti i mali sull’anello più debole della catena, perdendo di vista le responsabilità del sistema politico-istituzionale che ha di fatto consentito che si pervenisse all’attuale punto di non ritorno (Bilancio 2012 non ancora approvato, rilevante esposizione debitoria nei confronti di Erario e fornitori per circa € 2.500.000,00, disallineamento negativo tra costi e ricavi riveniente dall’antieconomicità dei contratti di affidamento dei servizi, abuso nel ricorso a facili rapporti di lavoro precario reiterati nel tempo), da cui svincolarsi per invertire da subito la rotta verso la ripresa con affidamenti triennali in grado di garantire, da un canto al Comune di Brindisi l’autoproduzione dei servizi alla cittadinanza attraverso la propria Società in House (con risparmio di costi rispetto agli operatori del libero mercato legati a scopi di lucro) e dall’altro alla Partecipata il raggiungimento dell’equilibrio di bilancio tra costi di gestione e ricavi per servizi il cui efficiente espletamento potrà esser garantito con l’impiego corretto dell’attuale organico aziendale costituito da circa 175 unità, pronte a favorire la flessibilità interna attraverso un’adeguata applicazione del CCNL Unico Multiservizi”.

 BrindisiOggi

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