BRINDISI – Caso Cucchi: il carabiniere brindisino Francesco Tedesco ha ammesso il pestaggio al geometra romano di 31 anni e accusa due suoi colleghi. L’ammissione è avvenuta questa mattina durante il nuovo processo istituito per la morte di Stefano Cucchi. Il militare brindisino è imputato di omicidio preterintenzionale.
Colpo di scena nel processo Cucchi. Francesco Tedesco, carabiniere originario di Brindisi, ha ammesso il pestaggio del trentunenne romano e morto dopo sette giorni nell’ospedale Pertini di Roma. Tedesco ha anche chiamato in causa due suoi colleghi dell’Arma: Alessio Di Bernanrdo e Raffaele D’Alessandro, imputati anche loro per l’omicidio preterintenzionale.
Il pm Giovanni Musarò ha reso noto – come riportato dall’Ansa – un’attività integrativa di indagine dopo che uno dei carabinieri imputati, Francesco Tedesco, in una denuncia ha ricostruito i fatti di quella notte e ha “chiamato in causa” due dei militari imputati per il pestaggio. “Il 20 giugno 2018 – ha detto il pm – Tedesco ha presentato una denuncia contro ignoti in cui dice che quando ha saputo della morte di Cucchi ha redatto una notazione di servizio”. In successive dichiarazioni ha poi chiamato “in causa gli altri imputati: Mandolini, da lui informato; D’Alessandro e Di Bernardo, quali autori del pestaggio; Nicolardi quando si è recato in Corte d’Assise, già sapeva tutto”. I successivi riscontri della procura hanno portato a verificare che “è stata redatta una notazione di servizio – ha detto il pm – che è stata sottratta e il comandante di stazione dell’epoca non ha saputo spiegare la mancanza”.
L’arresto di Stefano Cucchi avvenne il 15 ottobre 2009 alla periferia di Roma e il 31enne fu arrestato per spaccio di droga. Dopo sette giorni Cucchi morì nell’ospedale Pertini.
BrindisiOggi
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