BRINDISI- (Da Il7 Magazine) Il Comune di Brindisi in pre dissesto, l’Ufficio Patrimonio e Casa raschia il fondo e trova 200mila euro da investire nella ristrutturazione degli alloggi popolari. La notizia della disponibilità di 200mila euro di per sé potrebbe anche non fare scalpore in una gestione comunale qualsiasi, se non fosse che il Comune di Brindisi appena un mese fa ha annunciato e votato attraverso il Consiglio Comunale il pre dissesto e l’incapacità a svolgere una regolare amministrazione con uno squilibrio di 12milioni di euro. Ma ecco che all’improvviso spuntano 200mila euro, si tratta di residui di mutui contratti tra il 2000 e il 2001, somme che potranno essere impiegate nella ristrutturazione degli alloggi popolari. Per la precisione si tratta di tre mutui per i quali sono rimasti inutilizzati nel 2000 una somma di circa 72mila euro, e nel 2001 altre due somme, una da 17mila euro e un’altra da 110mila euro. Questi residui sono rimasti nelle casse del Comune per opere non realizzate o di opere realizzate ma per le quali è stato speso meno, si tratta, insomma, di soldi non spesi interamente. Le somme sono svincolate perché l’amministrazione ha ottenuto il via libera dalla cassa Depositi e Prestiti, motivo per il quale i 200mila euro potranno essere utilizzati per le diverse finalità, nel caso specifico per la ristrutturazione degli immobili popolari che oramai versano in condizioni disastrate. Nello specifico si potrà intervenire con una serie di opere sugli alloggi di proprietà comunale al quartiere Sant’Angelo, Cappuccini, Sant’Elia, Paradiso e Perrino. Sono abitazioni piuttosto datate che prima di altre hanno bisogno di essere ristrutturate. Ma questo non è l’unico canale di finanziamento che il Comune di Brindisi ha trovato per attivare il piano delle opere. Da alcuni mesi l’amministrazione ha messo in vendita gli immobili comunali inclusi gli alloggi popolari, secondo norma le somme rivenienti da questa vendita posso essere utilizzate.
“Abbiamo focalizzato l’attenzione sulla vendita degli immobili piuttosto che sulla ristrutturazione, entro i 2020 dobbiamo cercare di liberarci di queste proprietà in modo da non incappare nella impossibilità di vendere e non poter poi utilizzare quelle somme per altro- spiega l’assessore del Comune di Brindisi, Cristiano D’Errico- La norma per l’edilizia popolare ti permette di vedere gli immobili agli assegnatari ma poi non ti permette di utilizzare liberamente i soldi per fare altro se non per le ristrutturazioni. Ora, il 2020 è l’ultimo anno utile per poter utilizzare i soldi della vendita degli immobili di tipologia abitativa per il rimborso della sorte capitale per questo dobbiamo accelerare e riuscire a vendere gli immobili”.
A questo proposito il Comune di Brindisi ha inserito nel piano triennale delle alienazioni 2019/2021 circa settecento unità abitative dalla cui vendita, secondo le previsioni di bilancio, dovrebbe riuscire ad incassare 4.044.597,06 euro nel 2019, 7.690.397,93 euro nel 2020, e 5.391.506,34 euro nel 2021. Gran parte delle unità abitative sono situate in via dei Pescatori al rione Casale di Brindisi, molti altri in via Campania, via Marche nella zona Commenda, oltre una decina si trovano in via Cappuccini. Un centinaio di appartamenti in via Gerolamo Aleandro e via Angelo Lanzellotti al rione Sant’Angelo.
“In verità siamo un po’ indietro- ha ammesso l’assessore D’Errico- gli uffici sono oberati di lavoro ma a breve partiremo con le prime lettere che saranno recapitate ai residenti del Villaggio Pescatori”.
La procedura di alienazione delle unità catastali sarà attivata d’ufficio con l’offerta in vendita dell’alloggio, nello stato d’uso in cui si trova, indirizzata agli assegnatari ovvero a coloro che avranno regolarizzato di posizione di occupante senza titolo, in possesso dei requisiti di permanenza nel sistema dell’edilizia residenziale pubblica e in regola con il pagamento dei canoni e delle spese anche condominiali, assegnando il termine di 60 giorni-scrive il Comune di Brindisi- Trascorso tale termine senza che si sia manifestata formale e univoca volontà di acquisto al prezzo comunicato, l’amministrazione riterrà di poter disporre liberamente dell’alloggio per l’alienazione mediante bandi di asta pubblica”. Detto in parole povere: il diritto di prelazione spetta solo ai legittimi assegnatari a patto che siano in regola con tutti i pagamenti , altrimenti la casa andrà direttamente ad asta pubblica. Questa notizia nei mesi scorsi ha scatenato un polverone tra gli assegnatari che non hanno la possibilità di vantare il diritto di prelazione e ne tanto meno le disponibilità economiche per acquistare l’alloggio. Nonostante questo lo stesso Comune di Brindisi ha spiegato che è pur vero che la norma parla di diritto di prelazione ma la stessa dice anche che se qualcuno rinuncia e l’amministrazione avesse l’opportunità di vendere l’immobile il Comune non lascerà mai in mezzo ad una strada la gente. Al contrario dovrà garantire un altro alloggio. In ogni caso si deciderà sempre in ultima battuta di volta in volta le situazioni e le esigenze delle persone. Nel caso del Villaggio Pescatori gran parte degli assegnatari sono persone anziane con un reddito molto basso se non nullo, un motivo in più per trovare un’alternativa. Parlando di alternativa martedì scorso, 29 ottobre, presso la Prefettura di Brindisi si è insediata una cabina di regia il cui compito è proprio quello di esaminare e valutare l’utilizzo degli alloggi popolari. IL problema degli edilizia popolare è stata, infatti, più volte oggetto di discussione presso il Comitato per l’Ordine e la Sicurezza, da qui l’idea di mettere a sistema le istituzione in modo da seguire due direttrici: da un lato la prevenzione di nuove occupazioni, quelle abusive, per la quale sono state indicate alle amministrazioni le misure più adeguate a prevenire le occupazioni di immobili abbandonati, e dall’altro l’esecuzione delle ordinanze di rilascio emesse dall’Autorità giudiziaria o delle richieste di Arca Nord Salento. La Cabina di Regia servirà anche a trovare delle soluzioni alternative là dove ci sono le possibilità di sanare situazioni in stallo ed evitare gli sfratti. Ad oggi, su disposizione della Procura di Brindisi, sono controllati 119 alloggi, su 1069 appartamenti di proprietà del Comune, 19 persone sono state denunciate per occupazione abusiva e due di queste sono state anche indagate per furto di gas.
Lucia Pezzuto per Il7 Magazine
la brava cronista ha ritenuto di evidenziare l’intenzione del Comune con riferimento a possibili interventi nel settore del patrimonio immobiliare degli immobili popolari a seguito della sommatoria di economie di diversi residui di mutui, concessi dalla Cassa Depositi e Prestiti, per opere pubbliche. Orbene, ove fosse possibile non tenere conto del recente provvedimento consiliare relativo al piano di dissesto finanziario e volendo superare i dovuti chiarimenti, non rappresentati da componenti il Consiglio comunale, sullo stato finanziario ottimale dell’Ente e società partecipate attestato dal commissario prefettizio, organo di vertice, dirigenza dell’Ente e Organo di Revisione Contabile con provvedimento n. 65 del 30/07/2018 e contrastante con la concreta situazione di default ereditata dal Sindaco, resta un delirio contabile ipotizzare la modesta somma (€200.000,00) prevista per le case popolari. Ma sono a conoscenza questi consiglieri che nel recente passato il commissario Giuffrè ha deliberato l’utilizzo di diversi residui di mutui per opere pubbliche mai realizzate (quartieri Tuturano e Commenda in particolare)? Ma il Collegio dei Revisori ha rilasciato il prescritto e particolare parere sugli adempimenti afferenti la rinegozazione dei residui di mutui. Sono assolutamente scarne considerazioni, ma tant’è, che meriterebbero i dovuti approfondimenti a partire da un esame ancor prima della decisione del ripiano finanziario atteso che, non di poco conto militavano e, ancora oggi, militano fattori stravolgenti situazioni lo stato di default dell’Ente.
Brindisi, 04/11/2019 Franco Leoci