Case popolari assegnate senza contratto e oltre cento abusivi, ecco quanto il Comune “non” incassa

Documentario Norman Atlantic

BRINDISI- (Da Il7 Magazine) Case popolari regolarmente assegnate e mai contrattualizzate, un buco nero di quasi 300mila euro per il Comune di Brindisi, una cifra destinata a salire, se si considera anche il mancato incasso della Tari. Attualmente a Brindisi vi sono cento persone, assegnatarie legittime di alloggi popolari, che non hanno mai pagato il canone perché il Comune non ha fatto loro firmare un regolare contratto d’affitto. E’ questa una situazione di “irregolarità autorizzata” dove il diretto responsabile non è il cittadino bensì l’amministrazione comunale che negli ultimi dieci anni ha dimenticato di completare una procedura che di fatto ha sottratto alle casse cittadine fior di quattrini. Il Comune di Brindisi possiede 1069 alloggi popolari nei quartieri Commenda, Sant’Angelo, Sant’Elia, Paradiso, Centro e Tuturano. Di questi alloggi popolari un poco più di un centinaio sono occupati abusivamente, un altro centinaio sono stati assegnati secondo la graduatoria del 2009 e mai contrattualizzati ( ossia non vi è alcun contratto di locazione) e il resto sono assegnati, contrattualizzati e talvolta morosi.

Alloggi assegnati e non contrattualizzati

Questa situazione incide enormemente sulle casse del Comune che, in caso contrario, se riuscisse a sanare anche solo un terzo di queste posizioni, di sicuro si ritroverebbe con le risorse necessarie per far manutenzione sugli stessi immobili.

Nel 2009 rispondendo ad una emergenza abitativa il Comune di Brindisi ha assegnato 74 appartamenti ad altrettanti nuclei famigliari al rione Sant’Angelo, Tra questi vi erano anche 42 famiglie che sino ad allora avevano abitato in un altro complesso popolare, a dir poco fatiscente, che tutt’oggi si trova al rione Cappuccini. A distanza di nove anni queste 42 famiglie non hanno mai pagato un centesimo per la locazione perché non hanno mai firmato il contratto con il Comune. “Siamo stati tante volte all’ufficio casa- raccontano- volevamo capire cosa fare, volevamo pagare ma ci hanno sempre risposto che prima o poi ci avrebbero chiamato per firmare. Gli anni sono passati ma qui nessuno si è fatto vedere”. Queste famiglie occupano regolarmente gli alloggi perché sono i legittimi assegnatari, così come i 24 nuclei famigliari che risiedono al Paradiso nelle ultime case costruite con fondi regionali  e gestite dal Comune di Brindisi. Le abitazioni sono state assegnate 5 anni fa agli ex occupanti delle baracche di Parco Bove. Anche qui, così come è accaduto a Sant’Angelo, gli inquilini lamentano però di essere andati più volte al Comune per chiedere di pagare l’affitto ma essere stati mandati via perché ancora non esiste un contratto di locazione. “Sono andata diverse volte agli uffici comunali – spiega una donna – ho chiesto di pagare l’affitto ma mi è stato detto di aspettare perché non c’era ancora un contratto. Alla fine vorranno il pagamento di tutti gli anni e io non potrò permettermelo”.

In questi anni nulla è cambiato, l’iter  con la Regione sembra essersi bloccato ad eccezione della richiesta da parte del Comune di consegnare il certificato attestante la sussistenza dei requisiti soggettivi per il contratto dell’edilizia agevolata. In teoria consegnato il documento si sarebbe dovuto procedere con il contratto, ma così non è stato.

“Io pago tutto quello che c’è da pagare- dice un’inquilina di via Sant’Angelo- pago le utenze e pago 40 euro di condominio, questo nonostante io non abbia reddito e sia sola. Mi arrangio e quindi figuriamoci se non avessi voluto pagare il canone, anche perché il mio non avrebbe superato i 25 euro.” Tuttavia la preoccupazione di questa donna, come quella degli altri 99 inquilini non contrattualizzati è che il Comune oggi possa voler esigere gli arretrati.

“Io sono pronta a firmare il contratto e cominciare a pagare- dice ancora la donna- ma non sono disposta a pagare gli arretrati. Non posso permettermelo. Ma stiamo scherzando. Allora si che vogliono la guerra”.

Facendo un rapido calcolo se il Comune di Brindisi dovesse chiedere gli arretrati alla signora, considerando un canone minimo di 25 euro, dopo nove anni, dovrebbe esigere 2700 euro. Una cifra che forse per qualcuno non sarà un gran ché ma che per una persona senza reddito sarebbe impossibile da pagare. Tuttavia il Comune sembra intenzionato a recuperare tutte le somme. Si tratterà di un’indennità di locazione, per poi passare al fitto mensile. Chiaramente gli interessati potranno richiedere la rateizzazione.

Tari mai pagata

In tutta questa storia legata alla mancata contrattualizzazione c’è un’altra somma che tuttavia non è stata conteggiata e che manca dalle casse cittadine perché come il canone così non è stata pagata ed è la Tari, la tassa sulla spazzatura. Queste persone assegnatarie degli alloggi popolari non hanno mai ricevuto alcun bollettino di pagamento dall’Abaco. Anche in questo caso il Comune di Brindisi si è privato di un sostanzioso introito che anche se approssimativamente calcolato sarebbe pari se non superiore al fitto dovuto. Stiamo parlando di cifre importanti che l’amministrazione comunale non ha mai incassato e non perché qualcuno non volesse pagare ma semplicemente perché la macchina amministrativa non ha completato gli iter dovuti in casi come questi. In pratica il Comune è andato contro i propri interessi.

Dall’ufficio casa giustificano la mancanza dei contratti e la lentezza della macchina amministrativa con la carenza di personale. Non vi sarebbero amministrati visti in numero sufficiente per poter completare e mettere in ordine le procedure, tuttavia dicono: “La gente lo sa che prima o poi bisognerà pagare, lo sanno da quando hanno messo piede in quelle abitazioni, avrebbero potuto cominciare a pagare non si sarebbero ritrovati in questa situazione. Del resto anche nel codice civile esiste il contratto di locazione verbale. Loro sono assegnatari legittimi non avrebbero avuto bisogno di altro”.

Il pericolo dei contenziosi

La vicenda degli alloggi popolari non contrattualizzati messa in questi termini rischia di finire in un fascicolo sulla scrivania dell’ufficio contenziosi, soprattutto se si chiederà agli inquilini di sanare i pregresso con il pagamento degli arretrati.

“Questo problema deve essere risolto immediatamente, sicuramente sarà coinvolto l’ufficio degli affari legali. Valuteremo se ci sono gli estremi per chiedere gli arretrati- dice il neo assessore alle politiche abitative del Comune di Brindisi Cristiano D’Errico- Ritengo tuttavia che sarebbe giusto che la gente pagasse da giorno in cui hanno occupato l’abitazione”.

Il fenomeno dell’abusivismo

Al caso degli assegnatari non contrattualizzati si aggiunge anche il mancato introito dovuto alla presenza degli abusivi. Periodicamente la polizia locale effettua dei controlli a campione o su segnalazione, il quadro che emerge è allarmante.

Nel maggio 2016 le abitazioni controllate sono state 517 di queste 57 erano occupazioni senza titolo, tradotto: abusivi. Nel febbraio 2017 controllate 581 posizioni, 67 senza titolo. Nello stesso anno controllate 785 posizioni, 82 occupazioni senza titolo. Il fenomeno va in crescendo, negli ultimi giorni la polizia locale sta effettuando una altra serie di verifiche, su 300 posizioni controllate quelle risultate abusive sono state 100.

I dati

Volendo fare una fotografia per quartiere la maggior parte degli abusivi si concentrano tra il rione Sant’Angelo e il rione Sant’Elia, probabilmente in base anche alla disponibilità degli alloggi. Ma andando con ordine, citando i numeri di maggiore rilevanza troviamo al primo posto, maglia nera, per via Aleandro, quartiere Sant’Angelo, dove nelle case comunali risiedono ben 23 nuclei famigliari abusivi, senza alcun titolo; segue via Rossini, quartiere Tuturano, con 17 alloggi occupati abusivamente; via Benvenuto Cellini, quartiere Sant’Elia, con 14 alloggi occupati abusivamente; via Giovanni Boldini, sempre Sant’Elia, con 13 alloggi occupati abusivamente; via Lanzillotti, rione Sant’Angelo, con 11 alloggi occupati. Vi sono inquilini abusivi anche in via Leonardo da Vinci (4), piazza Raffaello (2), Largo Poliziano (2), Largo Machiavelli (2), via Santa Maria del Casale (4), via Nardelli (4), via Indipendenza(1). Questi sono solo alcuni dei numeri che compongono la fotografia dell’abusivismo all’interno delle residenze popolari.

“Quella dell’abusivismo è una piaga difficile da debellare- dicono dall’ufficio casa del Comune di Brindisi- vi sono situazioni difficili che non si possono risolvere. Abbiamo situazioni di abusivismo che durano da anni, emblematico il caso di un signore denunciato più volte negli ultimi vent’anni. Nonostante questo è ancora lì”.

I trucchi dell’abusivo

Il Comune davanti a questi casi non riesce a liberare l’alloggio, vuoi perché ci sono minori, vuoi perché ci sono disabili o persone sottoposte a misure cautelari.

“Sono bravissimi- dicono- conoscono le norme meglio della prefettura. Ce lo siamo chiesti anche noi come riescano a piazzarsi negli appartamenti, ebbene abbiamo notato che quando vengono fatti i controlli spariscono gli uomini. Nelle case trovi solo donne con bambini , disabili, anziani”.

Nei giorni scorsi c’è stato un incontro in prefettura e si è discusso anche di questa problematica, al Comune è stato detto che quando ci sono questo tipo di situazioni, ossia presenza di donne, minori, anziani e disabili, non si può procedere con lo sgombero.

“Ci troviamo dinnanzi a famiglie con sei, otto figli- dicono- è incredibile come nonostante lo stato di indigenza non si facciano scrupoli a mettere al mondo così tanti figli”.

Il numero dei componenti del nucleo famigliare diventa un ulteriore elemento a favore degli abusivi, perché, è evidente, che in presenza di tanti minori , non è possibile operare alcuna operazione coatta di sgombero.

“A dire il vero abbiamo famiglie numerose anche negli alloggi assegnati- dice il funzionario dell’ufficio casa- motivo per il quale poi ci chiedono abitazioni più grandi. E’ evidente che in 60 metri quadri non si possa vivere in 16, oppure in 45 metri quadri 8 persone, due genitori e sei figli. Mentre quando la casa era stata assegnata erano tre. Così accontentare tutti diventa difficile”.

La lista d’attesa per avere una casa popolare è lunga, l’ultima graduatoria risale al 2016, e vede una richiesta di 471 alloggi, su 1069 di proprietà comunale 100 sono occupati abusivamente, quindi il 10 per cento. Quei cento alloggi occupati abusivamente se tornassero nelle mani del Comune potrebbero accontentare altrettante famiglie indicate nella graduatoria. Ma questo non avviene. Non solo, anche quando un regolare assegnatario non ha più interesse a restare in quella casa difficilmente lo comunica al Comune e l’appartamento finisce per essere occupato da chi alla fine non è ha diritto.

“Noi sappiamo che una casa si è liberata solo perché ci arriva una segnalazione- dicono- anche lì dobbiamo essere veloci ad arrivare prima dell’abusivo. Ci accorgiamo che hanno occupato l’immobile anche perché non si fanno scrupolo a svuotare l’abitazione dei mobili del precedente inquilino e a gettarli per strada. Qualche tempo fa è venuto qui un ragazzo, avrà avuto poco più di 20 anni, suo padre, legittimo assegnatario dell’abitazione era morto. Durante il funerale del genitore gli avevano occupato casa e aveva trovato i mobili per strada”.

Accade spesso, quindi , che in banca dati l’immobile resti assegnato ma che poi di fatto dentro ci sia altra gente perché nessuno ha fatto la restituzione.

“Ci sono tante situazioni irregolari- dice il funzionario del Comune- lo sappiamo, ma intervenire è difficile e diventa anche un problema di ordine pubblico. Immaginate se dovessero intervenire le forze dell’ordine e sgomberare i cento appartamenti occupati abusivamente, come minimo ci ritroveremmo mille per persone per strada, senza una casa. In una situazione così ci troveremmo di fronte ad un altro tipo di emergenza. Avremmo un problema di ordine pubblico e di sicurezza. Per questo non si può fare”.

L’intervento della politica

Il Comune di Brindisi è quindi consapevole di come la situazione negli anni si sia “incancrenita”, trovare una soluzione non è semplice. Ne è consapevole anche l’assessore Cristiano D’Errico, che ha la delega del patrimonio casa ed che ha il compito di sbrogliare la matassa.

“Le graduatorie dovevano essere aggiornate semestralmente e questo non è stato fatto e non viene fatto dal 2016. La graduatoria è ferma a 471 domande e vi sono 100 abitazioni occupate abusivamente . Lo sgombero coatto porta anche ad un problema di ordine pubblico. Immaginare di trovare un alloggio per tutti è pressoché impossibile. Dobbiamo fare una ricognizione definitiva degli abusivi, perché è un dato molto variabile. Bisogna fare una fotografia e capire come procedere. Altro problema è l’alienazione dell’immobile, bisogna capire che senso ha mantenere un immobile che ha un costo e non si può mantenere perché ci sono cittadini morosi. Anche noi abbiamo difficoltà a incassare gli affitti. Cercheremo di vendere quelle case”.

Lucia Pezzuto per Il7Magazine

7 Commenti

  1. Ciao a tutti chi abita alle case popolari con dei minori disabili da 5 anni senza contratto di locazione ,appartamento cadente ,umidità cosa succede a una famiglia e all amministrazione comunale.grazie mille

  2. Facciamo un compitino semplice : 100 appartamenti 9 anni senza contratto.
    Dividiamo i 100 appartamenti per 9 anni otteniamo circa 11. Questo numero rappresenta il numero di contratti che si sarebbero potuti fare ogni anno cioè circa un contratto ogni mese. Un mese per fare un contratto non è poi mica poco…..Saluti Antonio

  3. Da anni sono ben note le responsabilità dei soggetti pubblici che hanno consentito e consentono l’occupazione abusiva degli immobili dell’Ente e del mancato pagamento dei fitti ed oneri connessi. Purtroppo, questi soggetti peraltro individuabili in relazione ai compiti di Ufficio assegnati sono coperti illegittimamente dal pensamento che le responsabilità, ,dei danni erariali conseguenti alle inadempienze sopra rilevate, debbano essere in capo ad una generica “.Amministrazione”. In buona sostanza non si ha il coraggio di indicare e punire i veri responsabili dello stato di caos degli immobili comunali, preferendo addebitare tale situazione ad una inesistente Amministrazione sono a quando Organi di Giustizia e di Controllo contabile non azioneranno i provvedimenti di recupero delle somme illegittimamente non riscosse dal Comune. Franco Leoci

  4. Tutto quanto mi sembra grottesco,a dir poco.Questo problema di diffusa illegalita’ e di inefficienza politica passata si e’ cronicizzato.E’ il volto della peggiore Italia.Sono fiducioso che l’attuale amministrazione comunale sapra’ intervenire subito per risolvere alla radice il problema e il mancato introito di tanto denaro

  5. situazioni che incidono sulle casse del Comune? no! sulle nostre tasche, cittadini che paghiamo le tasse!. o no?

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