Case galleggianti nel porto di Brindisi, presentato un progetto per la realizzazione di un resort a pelo d’acqua

BRINDISI- Resort a pelo d’acqua nel porto di Brindisi, l’ultima idea per rilanciare il turismo. Le chiamano “Houseboat”, case galleggianti, ed  è la proposta dell’operatore portuale Teo Titi per rilanciare il turismo a Brindisi. Una soluzione per i vacanzieri che desiderano vivere un’esperienza sul mare senza navigare.  Le houseboards sono dei resort galleggianti , una via di mezzo tra un albergo ed una barca. Per il porto di Brindisi la proposta è di realizzarne almeno due nello specchio d’acqua prospicente il Monumento al Marinaio. In questo modo chi avrebbe la possibilità di alloggiarvi godrebbe di una vista a 350 gradi del porto interno di Brindisi ed un assaggio del suo centro storico. L’houseboard è quindi una casa galleggiante a tutti gli effetti, eco-sostenibile e dotata di tutti i comfort dove è possibile dormire cullati dallo sciabordio delle onde e cenare sotto il cielo stellato. In altri paesi d’Europa le houseboards sono già piuttosto diffuse, in Italia un po’ meno. Al momento in Italia vi sono solo cinque resort di questo tipo e si trovano a Lignano Sabbiadoro con ben due diverse strutture  sull’acqua alla foce del fiume Tagliamento; a Misano Adriatico sul lungomare a pochi passi dalla spiaggia dove questi raffinati appartamenti sull’acqua sono dotati addirittura di patio esterno e terrazza con vasca idromassaggio e possono ospitare sino a sei persone; ad Alghero, sulla costa nord-occidentale della Sardegna, qui sono stati realizzati miniappartamenti di 18 metri quadri con tutti i confort; ed infine nel porto di Giulianova, in uno dei tratti di costa abruzzese più vocati sotto il profilo turistico e più volte insignito della prestigiosa Bandiera Blu. Il porto di Brindisi, quindi, potrebbe essere il prossimo polo attrattivo per le vacanze in houseboard. Al momento l’idea, proposta da Titi è ancora in stato embrionale ma l’imprenditore si è già confrontato con l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico rappresentata dal presidente Ugo Patroni Griffi. Questi sembra aver apprezzato ma come è notorio vi sono parecchi step da superare per far si che il progetto “vada in porto”. La domanda è nella fase istruttoria e sarà poi il Comitato di Gestione a valutarla. Di conto c’è che le housebords seguono lo stesso regolamento delle imbarcazioni. Ve ne sono, infatti, alcune con il motore. Le tipologie principali sono quattro: vere e proprie imbarcazioni, spesso antiche ma tuttora in grado di navigare lungo i fiumi di tenere il mare, attraccate stabilmente e talvolta utilizzate anche per piccole crociere o escursioni anche di più giorni; vecchi yatch o navi ormai dismesse, privati dei motori e adattati in abitazione permanente o per vacanze; semplici chiatte galleggianti riconvertite in piccoli edifici da architetti navali o specializzati in questo campo; o addirittura edifici, spesso in stile marcatamente contemporaneo, costruiti su piattaforme galleggianti e ideati per non essere spostati. L’unico rischio nel porto di Brindisi è quello che si vadano ad occupare spazi che normalmente sono destinati ai diportisti ma è pur vero che le aree da destinare sono tante e quello delle housebords è al momento un trend in crescita.

BrindisiOggi

1 Commento

  1. È un progetto molto suggestivo, speriamo che vada,appunto, …in porto e che le solite lungaggini, che ormai noi brindisini conosciamo così bene, non ostacolino la sua realizzazione.

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