Carovigno centrale dello spaccio, 14 arresti

BRINDISI– Soldi e droga, un vasto giro tra Carovigno, Francavilla Fontana ed Ostuni. Centrale dello spaccio, una casa disabitata in pieno centro a Carovigno dove gli spacciatori si riunivano per dividersi la droga dopo averla tagliata. Quattordici persone finiscono in manette, di queste nove sono state rinchiuse in carcere, le altre cinque ristrette ai domiciliari. Il pm titolare dell’inchiesta è Milto De Nozza.

 L’operazione, denominata “Tour”, è scattata alle prime luci dell’alba ed è stata condotta dai carabinieri del Comando Provinciale di Brindisi, guidati dal maggiore Alessandro Colella. In carcere finiscono Vincenzo Carlucci, 34 anni di Carovigno, Alfonso La Corte, 34 anni di Carovigno, Luigi Lanzillotti, 25 anni di  Carovigno, Salvatore Lanzillotti, 22 anni di Carovigno, Vito Marzio, 36 anni di Ostuni,  Antonio Parisi, 57 anni di Francavilla Fontana, Cosimo Saponaro, 23 anni di Carovigno, e Alessandro Scatigna, 22 anni di Carovigno. Agli arresti domiciliari, invece, finiscono Fabio Loparco, 25 anni di Carovigno ma residente a Brescia, Alessandra Baccaro, 28 anni di Carovigno, Bellisario Botticelli, 23 anni di Carovigno, Alessandro Giannotti, 20 anni di Carovigno, Rocco Marrazza, 41 anni di Carovigno, e Carla Selene Spagna, 21 anni di San Vito dei Normanni. I militari dell’arma hanno anche individuato alcuni minori denunciati all’autorità competente.

L’indagine è stata condotta dal dicembre del 2011 ad aprile del 2012 e prende spunto dalle ricerche avviate a carico di un pericoloso latitante Donato Claudio Lanzillotti di Carovigno che poi è stato arrestato il 4 aprile del 2012. Dalle intercettazioni telefoniche dei parenti di  Lanzillotti gli investigatori hanno scoperto che i famigliari del latitante erano coinvolti in un vasto giro di spaccio di sostanze stupefacenti.

Un gruppo di persone che spacciava tra Ostuni e Carovigno e si riforniva dalla stessa persona, Antonio Parisi di Francavilla Fontana, alias “zio Antonio”. I pusher dopo aver acquistato la droga, cocaina, marijuana e hashish, da zio Antonio, si riuniva poi in una casa disabitata nel centro storico di Carovigno, riconducibile alla famiglia Lanzillotti, dove la droga veniva tagliata e suddivisa in dosi. La droga veniva distribuita agli spacciatori in base alle quote di denaro che erano state messe per l’acquisto. Ciascuno aveva il suo provento. Per questo motivo non è stato possibile formulare l’accusa di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio. Le accuse quindi sono di detenzione e cessione in concorso di sostanze stupefacenti, e  porto di pistola in luogo pubblico. Quest’ultima accusa scaturisce da una intercettazione telefonica nella quale i militari sentono  sparare una pistola, una calibro 9 per 21. L’arma non è stata rinvenuta, ma l’intercettazione è prova sufficiente per l’accusa.

Durante le indagini inoltre i carabinieri hanno scoperto anche una brutta storia di persecuzione e violenza famigliare. Rocco Marrazza di Carovigno nel 2011 ha commissionato al gruppo di spacciatori l’incendio dell’abitazione della sua ex moglie, incurante della presenza dei tre figli minori. Per questo l’uomo è accusato di atti persecutori nei confronti della moglie separata e danneggiamento seguito da incendio a danno di quest’ultima.

Lucia Pezzuto

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