Caro energia, bollette aumentate del 300 per cento, i commercianti: “Rischiamo il fallimento”

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BRINDISI- (Da Il7 Magazine  Il costo dei consumi energetici mette in ginocchio gli imprenditori, nella provincia di Brindisi commercianti pronti a ridurre il personale e gli orari di apertura. Decisioni drastiche attendono i titolari dei bar e ristoranti della provincia di Brindisi maggiormente tartassati dal caro bollette. I costi sono aumentati in maniera spropositata e in molti casi si sono registrati rincari anche del 300 per cento sulle bollette del consumo di energia elettrica. Tra le categorie maggiormente colpite ci sono i bar che faticano a far quadrare i conti nonostante l’impegno a tener aperte le proprie attività. Ne sa qualcosa Enza Barnaba, titolare del “Ricreazione Caffè” in viale Pola ad Ostuni:  “In quattro mesi mi sono state recapitate bollette per quasi 11mila euro. Ho un bar di 90 metri quadri con una macchina del caffè, quattro frigo- racconta Enza-  Da quando c’è stato questo aumento spropositato delle bollette abbiamo cercato di contenere i consumi, abbiamo spento più di qualcosa e accendiamo le luci lo stretto necessario. Abbiamo chiesto la rateizzazione della penultima bolletta, quella di luglio , da 5700 euro. Ci hanno concesso cinque rate, poi è arrivata l’ultima da quasi  4mila euro. Abbiamo provato a chiedere la rateizzazione anche per questa ma purtroppo non è possibile”. Enza Barnaba gestisce da sola la sua attività, nonostante l’aiuto di due collaboratori , è lei la prima  che al mattino presto alza la saracinesca ed è l’ultima la sera ad andare via e chiuderla. “Io lavoro tutto il giorno qui dentro, sono quattro anni che non mi fermo. Non ho mai chiuso , neppure per un giorno. Riusciamo a fare un incasso di 500 euro al giorno quando ci va bene- dice la donna- Con quello che guadagno pago il fitto ,lo stipendio a due dipendenti e le utenze. Ma con i rincari di luce e gas è praticamente diventato impossibile andare avanti. Le bollette superano il costo dell’affitto. A questo punto devo dichiarare fallimento. Lo Stato non capisce che così ci porterà tutti alla chiusura. Veniamo già da un periodo difficile, quello del Covid. Ma ora è anche peggio. Mi sento martoriata da uno Stato che non mi tutela”.  Enza è profondamente sconfortata, i tentativi di risparmiare sui consumi sino ad oggi non hanno sortito grandi effetti, del resto l’energia elettrica è fondamentale per una attività come la sua. “La mia è un’attività di ristorazione, per me utilizzare l’energia elettrica è fondamentale, a differenza di un negozio di abbigliamento dove le luci possono anche non essere accese durante il giorno, io senza corrente non posso lavorare, cosa vendo , altrimenti- dice-  Inoltre io come altri imprenditori del centro commerciale diffuso paghiamo lo scotto di non trovarci in una zona centrale e per guadagnare quello che guadagna un locale nella piazza centrale nel periodo estivo , noi dobbiamo lavorare tutto l’anno”.  Ma di fatto le cose non cambiano neppure nel pieno centro storico dove Giovanni Saponaro gestisce con il figlio Edoardo l’Entrè Food and Beverage in piazza della Libertà ad Ostuni. “Le bollette sono aumentate cinque volte . Luglio e agosto 2021 pagavo intorno alle 600 euro al mese. Quest’anno per i due mesi estivi 5700 euro- racconta Giovanni-  La nostra è una piccola azienda, ci sono otto dipendenti e  oltre alle utenze e gli stipendi pago anche 1300 euro di affitto per il locale. Cerchiamo di stringere i denti e risparmiare. Ad esempio per cuocere i cornetti ho acquistato un fornetto piccolo in modo da non accendere il forno grande, evitiamo sprechi di energia. Non posso permettermi di chiudere , i nostri dipendenti hanno un contratto a tempo indeterminato ed abbiamo moralmente un impegno con loro , per questo nonostante tutto andiamo avanti”. Eppure qualcuno si è visto costretto a ridurre gli orari di apertura . Fuori dal negozio di gastronomia “ Sapori di Puglia” da qualche giorno campeggia un cartello con il quale il titolare avvisa i suoi clienti che visto “il momento critico” è costretto a prendere decisioni importanti : “Abbiamo deciso di contenere il prezzo dei nostri prodotti- scrive- pertanto per abbassare i costi di consumo energetico, il nostro negozio cambia  gli orari di apertura al pubblico”. Una decisione comprensibile se si considera che nonostante tutto l’esercente ha deciso di mantenere invariati i costi dei suoi prodotti. Non intende mollare neppure Nico D’Urso, titolare del bar pasticceria Mignon in viale Francia a Brindisi che nei mesi estivi  ha preferito lavorare anche senza aria condizionata per contenere i costi ed evitare di mandare a casa i suoi dipendenti. “Le bollette sono aumentate del 300 per cento . Ad agosto dello scorso anno ho pagato 1500 euro , quest’anno stesso periodo, agosto, 7600 euro. Cerco di risparmiare contenendo i consumi ma la mia attività è un bar / pasticceria , non posso spegnere il banco dei gelati . Ho pensato anche di chiudere metà giornata ma questo significherebbe ridurre il personale di due unità e sinceramente non me la sento- dice Nico-  Allora questa estate abbiamo lavorato senza aria condizionata, ho spento un frigo ed acceso l’abbattitore solo quando raggiungevamo il massimo della produzione. Una delle ultime bollette, quella da 7600 euro l’ho pagata con venti giorni di ritardo. Il problema è che poi slittano tutte le altre spese. Ora ne ho un’altra da 4800 euro scaduta il 4 novembre. La pagherò appena possibile. Il lavoro c’è ma le spese superano i guadagni. Ho sette dipendenti e, ripeto ridurre l’orario di apertura significherebbe ridurre anche il personale. Ma poi  si avvicinano anche le festività natalizie , se io chiudo la gente andrà altrove e rischio di perdere i miei clienti”.  Nel frattempo Confesercenti Brindisi ha raccolto i dati sui consumi forniti dagli associati ed ha stilato un grafico, distinto per categorie,  in cui vengono comparate le bollette del consumo energetico del 2021 a quelle del 2022 prendendo come periodo di riferimento i mesi di luglio ed agosto. Il risultato è semplicemente scioccante. Tra le attività più tartassate vi sono i bar. Nel periodo agosto 2021  vi sono bar che hanno pagato 225,54 per la bolletta della luce , stesso periodo , anno diverso, quindi agosto 2022 , la bolletta recapitata è stata di 578, 90 euro. In percentuale c’è stato un incremento del 1009,14 per cento. Cifre spaventose che raccontano una situazione disastrosa per la quale i commercianti e gli imprenditori in genere non sanno più cosa fare. La scorsa settimana sempre Confesercenti della provincia di Brindisi ha incontrato il prefetto, Carolina Bellantoni, alla presenza di alcuni commercianti che hanno rappresentato personalmente le gravissime difficoltà in cui si trovano. In quell’occasione è stata consegnata una lettera alla Bellantoni con la quale oltre ad esporre il quadro delle situazione si fa riferimento ad alcune iniziative , estreme, che questi commercianti intendono intraprendere, tra cui la riduzione le personale e degli orari di apertura.

“La corsa dei costi dei prodotti energetici continua a spingere i prezzi e ad erodere la capacità di spesa degli italiani. Una stima dell’Ufficio Studi Confesercenti, indica in 12,1 miliardi la perdita di potere di acquisto degli italiani nella seconda metà del 2022 circa 470 euro in meno a famiglia in soli sei mesi- spiega Confesercenti attraverso il suo presidente provinciale, Michele Piccirillo- Il peggioramento è dovuto principalmente agli aumenti record registrati dai prezzi della energia nel corso dell’estate. Aumenti che si scaricheranno proprio sulle bollette autunnali portando l’incremento dei prezzi ai livelli massimi dell’anno. In questo difficile quadro la priorità rimane quella di porre un freno alla corsa delle tariffe energetiche, in modo da preservare il potere d’acquisto delle famiglie e contenere il boom dei costi fissi delle imprese che essendo non previsti, inevitabilmente determinerà pesanti squilibri nei bilanci aziendali. Naturalmente il probabile crollo della spesa pone un ulteriore criticità per le attività del commercio, che si aspettano un difficilissimo natale”.

Il caro energia, nei soli 43 settori più esposti,  sta mettendo a rischio il 20,6 per cento della occupazione del sistema imprese italiane, nella sola Regione Puglia 57 mila piccole imprese e 177 mila addetti. Il solo settore dei pubblici esercizi, certamente tra i più penalizzati, nella sola provincia di Brindisi conta oltre 2mila imprese e10mila  dipendenti. Gli imprenditori del terziario rappresentati da Confesercenti Brindisi  hanno formulato una serie di richieste così sintetizzate: interventi dello Stato sotto forma di contributo a fondo perduto al fine di annullare il differenziale tra i costi delle bollette corrisposto negli ultimi quattro mesi e quelli dei corrispondenti mesi del 2021;blocco di qualsiasi interruzione delle forniture di energia (luce, gas, ecc.) alle aziende per possibili ritardi di pagamento delle bollette; similmente a quanto deciso durante l’emergenza Covid, interventi che prevedano la moratoria dei mutui e la sospensione dei versamenti tributari. “Parte delle ingenti risorse necessarie alla assunzione di decisioni governative adeguate alla gravità della situazione, possono essere ricavate dall’importante extra gettito IVA riveniente dalla inflazione e dagli incrementi dei prezzi di gas, energia e carburanti, 18 miliardi- sottolinea Confesercenti- Per quanto riguarda gli extraprofitti delle aziende produttrici di energia, è necessario rivendicare con forza ed immediatezza, che la Provincia di Brindisi, sede della centrale elettrica Enel di Cerano, sia destinatarie di adeguate royalty, così come avviene nella vicina Basilicata ed in linea con la recente produzione legislativa regionale. In ogni caso gli interventi da attivare devono essere adeguati a quella che si sta rivelando una “economia di guerra” riproponendo l’approccio che ha caratterizzato la azione di governo durante l’emergenza Covid. La debolezza del sistema di imprese presente nel nostro territorio provinciale e, più in generale, nell’intero mezzogiorno d’Italia, ci fa temere effetti particolarmente devastanti dal permanere di questa difficile situazione”. Lo stesso SVIMEZ, in un recente studio, ha affermato che i costi dell’energia incidono maggiormente sui bilanci delle imprese del Mezzogiorno.  Viene evidenziato come al Sud siano più diffuse le imprese di piccole dimensioni, caratterizzate da costi di approvvigionamento energetico strutturalmente più elevati, così come per l’intero sistema produttivo meridionale il peso dei costi di trasporto sia comparativamente maggiore rispetto al resto del paese. Per questo motivo sarebbe necessario vigilare affinché gli interventi dello Stato nel Mezzogiorno, a partire dai fondi del PNRR,  e più specificatamente nella provincia brindisina  (CIS/ZES ecc.) vengano monitorati ed accelerati.

“E’ indispensabile, che gli interventi compresi nel Contratto Istituzionale di Sviluppo Brindisi-Lecce-Costa Adriatica, recentemente sottoscritto vengano realizzati in tempi brevi, evitando fasi di stallo e ritardi che in questa difficilissima fase economica causerebbero ulteriori danni al territorio- conclude Piccirillo- A riguardo si evidenzia la necessità di un maggiore coinvolgimento delle Associazioni di Impresa nelle attività avviate in seno al CIS. La Confesercenti Provinciale di Brindisi auspica altresì che anche gli enti locali , Regione e Comuni, avviino politiche di sostegno alle imprese in questa delicatissima fase, tanto sul fronte della riduzione della pressione tributaria quanto su quello degli incentivi”.

Lucia Pezzuto per IL7Magazine

 

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