Carceri disumane, scioperano gli avvocati penalisti

BRINDISI- Carceri super affollate, situazioni disumane in cui vivono i detenuti in Italia. Gli avvocati penalisti  che quotidianamente vivono queste realtà decidono di non tacere e  protestano contro questa condizione. Gli avvocati penalisti italiani oggi hanno voluto lanciare un messaggio forte, uno sciopero al quale ha aderito anche il Consiglio Direttivo della Camera Penale di Brindisi «O. Melpignano». Nei tribunali di Brindisi, Ostuni, Francavilla Fontana e Fasano astensione dalle udienze penali, con un minuto di raccoglimento nelle aule di giustizia in memoria di tutti i morti  da carcere, così come richiesto dall’avvocato Marcello Falcone, Presidente della Camera Penale di Brindisi.  Una protesta non solo per i detenuti e per le loro famiglie ma anche per gli agenti della polizia penitenziaria che lavorano in condizioni difficili. “ I detenuti in Italia sono cresciuto il doppio- spiega Falcone- ma l’aumento degli  agenti è stato ridottissimo”.

La camera penale si è riunita in assemblea nella sala della biblioteca del Tribunale di Brindisi,  tanti gli interventi, tra questi anche quello della direttrice del carcere di Brindisi, che ha rappresentato il penitenziario di via Appia come un’isola felice rispetto alle altre realtà, anche vicine. Su 100 posti previsti a Brindisi si contano 200 detenuti, certo sono in numero maggiore, “ma le emergenze- evidenziano gli avvocati -sono altrove. Basti pensare al carcere di Lecce, dove in una cella per una sola persona vi sono ben tre detenuti”.  Gli avvocati hanno evidenziato che in Italia ci sono leggi per le quali vi è un eccessivo ricorso alle misure carcerarie che creano la falsa illusione della sicurezza. L’avvocato Fabio Di Bello, componente della Giunta dell’Unione Camere Penali Italiane ha parlato di una visione anche ottocentesca : «Occorre mettere mano alla riforma del Codice penale, avere il coraggio di intervenire rivedendo ad esempio la legislazione in tema di stupefacenti”.

Riforme sul sistema carcerario questo è quanto chiedono i penalisti, sensibilità sull’argomento anche da parte dei cittadini, a volte troppo giustizialisti. Nuove misure che possano svuotare le carceri e nello stesso tempo dare un senso alla pena attraverso misure alternative, come vera reintegrazione sociale dei detenuti,   con nuove sanzioni o il reinserimento con lavori socialmente utili.

Lucia Portolano

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