Caramello ucciso dai veleni della disinfestazione, l’AIDAA lancia l’allarme

BRINDISI- I veleni utilizzati per disinfestare la città uccidono gli animali domestici. Sempre più numerosi i cani e i gatti che restano avvelenati dalle sostanze chimiche distribuite sul verde pubblico presso le aiuole , marciapiedi e piccole aree sparse nel centro urbano e periferico, dall’ azienda  Brindisi Multiservizi per gli interventi di disinfestazione. A denunciarlo è l’AIDAA, l’Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente, che attraverso la vice presidente nazionale, Antonella Brunetti, scrive al procuratore della Repubblica Marco Dinapoli, al sindaco di Brindisi,  Mimmo Consales , alla Multiservizi ed al comando della Polizia Municipale, chiedendo un provvedimento urgente.

 “La maggior parte di questi animali sono stati rinvenuti esanimi e condotti celermente presso ambulatori veterinari privati della città, e, solo grazie alla presenza dei proprietari e all’immediato soccorso , alcuni di questi, sono stati tratti in salvo- racconta Antonella Brunetti–  Differente, invece, la sorte di tutti gli animali liberi che popolano il nostro territorio, senza tutela alcuna ( benché le normative vigenti e gli obblighi istituzionali lo prevedano ), se nonché grazie alla presenza di persone zoofile, privati cittadini e volontari dell’AIDAA , i quali svolgono un ruolo basilare e socialmente rilevante per tutta la collettività per la salvaguardia e tutela animale-ambiente”.

Il caso è scoppiato martedì scorso, dopo la morte di un gatto della comunità felina che vive su piazza Santa Teresa a Brindisi. Il felino di nome “Caramello”,  regolarmente sostentato da una volontaria , a seguito di un intervento di disinfestazione del verde sulla piazza, presentava scialorrea. Immediatamente è stato portato presso l’ambulatorio veterinario della Dott.sa Zinzi, in Via Lata. Dopo diverse ore di trattamenti farmacologici atti a compensare la sintomatologia provocata dalle sostanze chimiche ingerite/inalate dall’animale, imputabili con del “secca-erba”, e per il quale non vi è antidoto alcuno, il felino, è deceduto dopo lunga agonia e sofferenza.

Ora l’AIDAA chiede che si facciano gli accertamenti del caso,  in particolare tesi ad verificare le sostanze chimiche utilizzate, la diluizione con cui vengono immesse sul suolo pubblico,  la qualità, e la conformità per l’ambiente e le specie animali libere sul territorio , per le quali deve esserne preservata l’incolumità.

 “L’utilizzo di queste sostante, deve possedere requisiti ben precisi, presentare una bassa tossicità con minima persistenza ambientale, al fine di evitare la contaminazione della catena alimentare , dell’ambiente ,e , l’ingestione, inalazione o contatto con la pelle ( dermatiti ) per le specie viventi- sottolinea l’AIDAA –  è necessario , inoltre, stabilire  la durata massima di permanenza nell’ambiente delle esche e delle sostanze utilizzate in relazione agli obiettivi da raggiungere; al termine delle operazioni ,il responsabile della ditta specializzata è obbligato a provvedere alla bonifica del sito mediante il ritiro delle esche non utilizzate e delle spoglie di ratti infestanti”.

Così conclude: “E’ necessario agire secondo scienza e coscienza, promulgando quel senso di rispetto e considerazione per la vita che dovrebbe caratterizzare ogni territorio definibile civile o che tale si definisce. La cultura è lo specchio di un luogo, il risultato di una serie di comportamenti , habitus comportamentali , orientati allo sviluppo di un benessere comune, non uno status di privilegio per pochi, uno strumento di formazione patrimoniale per la comunità, espressione di esperienze condivise e condivisibili da tutti, “ognuno” quale membro “di diritto” in questo patto etico, sociale e di considerazione, comprese le bio-diversità”.

BrindisiOggi

 

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