ORIA- Il 25 agosto, alle 19, presso la Chiesa di San Domenico a Oria, una messa in memoria di Maria Marsella, Antonia Carbone e Maria Dell’Aquila, tragicamente scomparse nel 1993
Si alzarono all’alba per guadagnare appena 23.000 lire. Tanto avevano promesso loro, Maria Marsella, di 25 anni, Antonia Carbone, di 29 anni, e Maria Dell’Aquila, di 51 anni. Era la mattina del 25 agosto 1993. Si alzarono all’alba per andare a lavorare nei campi, ma a casa non tornarono più.
Quel giorno, le tre donne viaggiavano su un pulmino sovraffollato, insieme ad altre quindici braccianti, dirette verso i campi. Il veicolo, omologato per nove persone, trasportava diciotto lavoratrici. La strada si trasformò presto in una trappola mortale: dopo una collisione con un camion, il pulmino uscì di strada, causando la morte. Altre dieci donne rimasero ferite, segnando per sempre la vita di chi sopravvisse a quella tragica mattina.
Per non dimenticare questo drammatico evento e per onorare la memoria delle tre vittime, la Flai Cgil Brindisi organizza una giornata di memoria collettiva. Domenica 25 agosto, alle ore 19:00, presso la Chiesa di San Domenico a Oria, si terrà una Santa Messa in loro ricordo invitando tutta la cittadinanza a partecipare a questo momento di riflessione e di preghiera.
Alla cerimonia saranno presenti oltre al Sindaco Cosimo Ferretti, la Segreteria Flai Cgil Puglia e Flai Cgil Brindisi, Antonio Macchia Segretario Generale Cgil Brindisi e il Coordinamento Provinciale di Libera Brindisi.
Subito dopo la Messa, intorno alle 20, ci ritroveremo presso il Monumento alle Vittime del Caporalato per deporre una corona di fiori. Un gesto simbolico per ricordare tutte le vittime dello sfruttamento lavorativo e del caporalato, affinché la loro sofferenza non sia stata vana.
Invitando tutta la comunità a partecipare numerosa a questa giornata di memoria e di lotta per i diritti si rinnova insieme l’impegno della Flai Cgil contro il caporalato e a favore della sicurezza sul lavoro. “Solo mantenendo viva la memoria e lottando uniti possiamo sperare di vincere questa battaglia”.
E tutto questo è necessario più che mai oggi, dal momento che nei campi i lavoratori continuano a morire e il caporalato è una piaga che non è stata debellata, anzi.
Qualche giorno fa, ad esempio (il 18 agosto scorso), probabilmente per il caldo e la fatica un bracciante è morto mentre lavorava nei campi: è successo a Borgo Piave, poco a sud di Latina. Un lavoratore indiano di etnia sikh di 54 anni, Dalvir Singh è stato trovato senza vita in un campo, dov’era impiegato con contratto e permesso di soggiorno in regola.
Questo episodio si è verificato, a nemmeno due mesi di distanza – sempre in provincia di Latina – del dramma di Satnam Singh, il bracciante indiano buttato sul ciglio della sua abitazione assieme al braccio, che gli era stato amputato da un macchinario, dal proprietario dell’azienda agricola per cui lavorava così come tanti altri episodi altrettanto violenti.
La battaglia della Flai su questo fronte è sempre attiva, come dimostra il contributo portato nelle scorse settimane al Tavolo permanente provinciale per il contrasto dello sfruttamento lavorativo in Agricoltura e del Caporalato svoltosi in Prefettura. In questa sede abbiamo chiesto, tra le altre cose, all’Autorità di governo, che Brindisi non si lasci sfuggire i 2 milioni di euro disponibili per la creazione di strutture anti-ghetto e rimarcato la necessità di incrementare sensibilmente le adesioni alla Rete del lavoro agricolo di qualità , parlando della necessità di fare rete in particolare sui temi trasporti e residenza come strumenti fondamentali per togliere alla malavita l’intermediazione illecita della manodopera nei campi. Abbiamo espresso tutte le nostre criticità in merito alla legge Bossi -Fini, sugli insediamenti abusivi e chiesto di creare una struttura pubblica per fare in modo favorire un corretto incontro tra domanda e offerta di lavoro nei campi.
Sono solo alcuni degli importanti temi che ci vedono da sempre impegnati nella costruzione di maggiori diritti e tutele e dei lavoratori agricoli e dell’agroindustria e su cui continueremo con maggior determinazione la nostra lotta per sconfiggere il caporalato.
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