BRINDISI – «Ciò che lascia perplessi, è la mancanza di qualsiasi riferimento alle dichiarate “sinergie e unione delle forze” con Brindisi, intenzioni che accompagnarono la rinuncia a concorrere. Non pare esserci traccia di quello che sembrava un accordo, se non per l’inevitabile ruolo logistico (porto e aeroporto) che nessuno, almeno per il momento, ci può togliere: ci saremmo aspettati che, come per Perugia-Assisi, vi fosse un riferimento chiaro ai due territori». Così Roberto Fusco, consigliere comunale di Sì Democrazia, ha commentato la notizia dell’ammissione del ticket Lecce-Brindisi alla fase finale della corsa per diventare capitale europea della cultura 2019. Fusco ha criticato aspramente la presunta “rassegnazione” del capoluogo messapico a giocare un ruolo attivo e centrale nella competizione, lasciando di fatto a Lecce lo scettro del comando e le luci della ribalta.
Di diverso avviso Mimmo Consales, sindaco della città. «Fino a quando la miopia caratterizzerà l’azione delle forze politiche cittadine sarà difficile migliorare la nostra tanto amata Brindisi». Consales se la prende con la logica campanilistica che impedirebbe alla città di esprimere al meglio le proprie potenzialità. «La promozione della candidatura di Lecce e dell’intero Salento – afferma Consales – alla seconda fase della selezione per individuare chi dovrà rappresentare l’Italia per la Capitale Europea della cultura del 2019 costituisce un risultato eccezionale anche per la nostra città. Ho compreso le perplessità iniziali riferite alla nostra scelta di rinunciare alla candidatura di Brindisi a questo àmbito riconoscimento internazionale e le ho giustificate con la solita guerra di campanile che ha contraddistinto i singoli territori della nostra regione. Speravo che tutti si rendessero conto che la candidatura di Brindisi, sganciata dal resto del Salento, non avrebbe avuto alcuna prospettiva di successo».
Fusco, invece, ha giudicato solitaria e frettolosa la rinuncia a una candidatura in proprio del capoluogo messapico. «La decisione di candidare Brindisi a capitale della cultura Europea – argomenta il consigliere – poteva anche essere considerata provocatoria o velleitaria e, probabilmente, non sarebbe giunta al successo, ma poteva contenere in sé il germe di un cambiamento».
Consales ha respinto al mittente le critiche, sottolineando il ruolo centrale di Brindisi nel progetto “Reinventare Eutopia” presentato alla commissione di Roma e giudicato meritevole dell’accesso alle fasi finali della competizione. «Oggi questa candidatura – conclude Consales – non è già più limitata al Salento ma è diventata patrimonio di tutta la Puglia. Ecco perché parlare di ‘rinuncia’ è totalmente ingiustificabile e va nel solco di una Brindisi che per decenni non ha saputo utilizzare (per inutili e dannose guerre di campanile) al meglio le opportunità offerte dal brand ‘Salento’, un territorio di cui storicamente facciamo parte integrante».
Maurizio Distante
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