Camera Penale e Forza Italia in piazza per la raccolta firme sulla separazione tra le magistrure

BRINDISI- Raccolta di firme per la separazione delle carriere tra magistratura requirente e magistratura giudicante anche a Brindisi. Scendono in piazza la camera Penale Melpignano ed anche Forza Italia

Il 4 Maggio è partita a livello nazionale la campagna di raccolta delle 50.000 firme necessarie per la presentazione della proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare promossa dall’Unione delle Camere Penali Italiane per la separazione delle carriere tra Magistratura Requirente e Magistratura Giudicante e per la creazione di due distinti CSM.

“La Camera Penale “O. Melpignano” di Brindisi, partecipa attivamente all’ iniziativa- si legge in una nota a firma del presidente Rosanna Saracino-  che non è contro nessuno, ma si propone come unico scopo quello di dare reale attuazione ai principi sanciti dall’art. 111 della Costituzione, come modificato ad opera della L. Cost. n. 2 del 23.11.1999:  il principio del giusto processo; lo svolgimento del processo in contraddittorio tra le parti, in condizioni di parità e davanti ad giudice terzo ed imparziale.

Nelle giornate di sabato 13 maggio e domenica 14 gli ulteriori centri di raccolta firme saranno allestiti in Piazza Vittoria, a Brindisi, nei seguenti orari: sabato dalle ore 10 alle ore 13,00 e dalle ore 17,30 alle ore 20; domenica dalle ore 10 alle ore 13.

.In piazza anche Forza Italia Brndisi. “Aderiamo con nuova determinazione alla campagna di raccolta firme- spiega Ernestina Sicilia, coordinatrice di Forza Italia- consapevoli che questo Governo sta tentando di falcidiare ulteriormente i principi fondamentali del giusto processo.  Continuare ad avere un sistema processuale che consente che i giudici si interscambino nei rispettivi ruoli e funzioni di giudicante piuttosto che di pubblico ministero nel corso della loro carriera, vuol dire negare all’origine, la terzietà del giudice, rispetto ad entrambe le parti processuali, accusa e difesa”.

 

“L’iniziativa- aggiunge Sicilia- non ha un colore politico particolare, nè serve agli avvocati.

E’ invece una necessaria rivendicazione di giustizia nel processo, che non può vedere pubblico ministero-accusatore e giudicante, provenire dalla medesima formazione ed essere culturalmente solidali rispetto alla figura dell’avvocato difensore.

E’ noto a tutti ormai che la tanto acclamata parità tra accusa e difesa, altro non è che una finzione giuridica, piuttosto che un reale capisaldo del processo penale accusatorio. “

 

 

 

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