BRINDISI/TARANTO- Al via la fase operativa per concretizzare l’ accorpamento delle Camere di commercio di Taranto e di Brindisi in ottemperanza alla legge delega di riforma della Pubblica Amministrazione. Insomma ci sarà un unico ente camerale.
Le giunte di Brindisi e Taranto hanno già deliberato l’avvio dell’ accorpamento sulla base delle affinità del tessuto economico, associativo e sociale dei due territori. Insomma un’economia che accomuna le due realtà pugliesi.
Durante l’ultima riunione il Consiglio camerale di Taranto ha dato mandato al presidente Luigi Sportelli e alla giunta di intraprendere le azioni e le procedure necessarie per completare il percorso. “Questo accorpamento – spiega Sportelli – porterà alla creazione di una delle più grandi Camere di Commercio di Puglia non solo in termini di presenza delle imprese. Il nuovo Ente, infatti, potrà far valere a livello nazionale il suo importante peso specifico che deriva dalla presenza di insediamenti industriali strategici per lo Stato, da un diffuso e capillare sistema produttivo che abbraccia tutti i comparti (agricoltura, industria, commercio, artigianato, turismo), dalle grandi infrastrutture logistiche di portata internazionale (due porti e due aeroporti) che dovranno, ancora meglio, essere messe a sistema”. Secondo il presidente l’accorpamento si presenta quindi come un’opportunità. “Questa- conclude- sarà l’unica Camera di commercio in Italia che si affaccia su due mari, l’Adriatico e lo Jonio, un ponte concreto tra le due sponde della Puglia. Un progetto ambizioso, quindi, che migliorerà il livello di servizio dei nostri enti”.
BrindisiOggi
“Questa- conclude- sarà l’unica Camera di commercio in Italia che si affaccia su due mari, l’Adriatico e lo Jonio,…..” e quella di Lecce non si affaccia su due mari?
Riforma della pubblica amministrazione? Ma per favore, ma quale riforma? Una imbellettata di legge pagliaccia e clownesca: tutto qui.A cosa servono queste camere di commercio? A piazzare ex-politici ed ex-sindacalisti su poltrone di strapagati con i soldi delle aziende che sudano a morte per far quadrare i bilanci e non licenziare i dipendenti? Ma vadano via, vadano a casa , scompaiano. L’Italia vera, quella che lavora e produce NON ha bisogno di loro ( e di tanti altri freni a mano tirati)per andare avanti.