BRINDISI – “La morte non ha colore , la morte sul lavoro non ha ragione. A distanza di anni ci ritroviamo il ripetersi della storia di Paola Clemente, quando in un’estate caldissima di 6 anni fa, il 13 luglio 2015, è morta di fatica nelle campagne di Andria, in Puglia, faceva la bracciante e forse nulla ancora ci ha insegnato il passato, forse ancora troppo poco è stato fatto nell’attuazione della lg. 199/2016”. Lo affermano la Flai e la CGIL di Brindisi.
“I profitti per la raccolta non devono oltrepassare la decenza della vita umana. Sono sempre più pressanti le richieste da parte della Flai e della Cgil finalizzate a rafforzare la rete del lavoro agricolo di qualità, per istituire tramite le istituzioni un servizio di trasporto pubblico per i lavoratori agricoli per evitare che, come appunto accaduto a Camara Fantamadi, un ragazzo di soli 27 anni, i braccianti tornino a casa dopo una dura giornata di lavoro nei campi sotto il solo cocente -affermano il segretario generale Antonio Macchia, e il segretario di categoria Cosimo Della Porta – Perché di questo si tratta. Il povero Camara Fantamadi era arrivato a Brindisi da soli tre giorni con la prospettiva di avere una vita migliore, una gran volontà di dimostrare le sue capacità lavorative per aspirare ad una misera occupazione con un rapporto di lavoro intermittente, a tempo determinato, in cambio di pochi euro. Purtroppo, la giovane vita del povero bracciante è stata stroncata dalla dura fatica e dal caldo torrido presente in questi giorni, si è accasciato al suolo mentre tornava a casa in bicicletta. Esiste ancora una ferocia nello sfruttamento del lavoro dei migranti che è la causa di condizioni disumane con gravi ripercussioni sulla salute: di fronte a tutto questo, non degno di un paese civile, tutti si devono assumere le responsabilità e non far finta di nulla. Saranno gli organi inquirenti a fare piena luce su tutta la vicenda, ma riteniamo fondamentale sollecitare le Istituzioni preposte a porre in essere ogni utile iniziativa tesa al rispetto della Legge 199/2016 per contrastare lo sfruttamento del lavoro in agricoltura, il lavoro nero, il mancato rispetto dei contratti di lavoro, così come occorre garantire, tra l’altro, il trasporto gratuito dei braccianti agricoli immigrati per recarsi al lavoro ed il diritto ad un alloggio idoneo anche per contrastare il fenomeno del caporalato e per la promozione del lavoro agricolo di qualità. Quanto accaduto rappresenta l’ennesima “morte annunciata”, una situazione non degna di un paese civile, che non ha solo il dovere dell’accoglienza e dell’inclusione sociale, ma soprattutto del rispetto delle persone. Persone di cui “alcuni” si accorgono solo quando scarseggiano le braccia per zappare la terra. Si applichi la Legge 199 senza ulteriori indugi. E si mettano in atto provvedimenti straordinari per evitare il ripetersi di simili tragedie. A tal fine FLAI e CGIL chiederanno un urgente incontro in Prefettura”.
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