BRINDISI- Calo delle commesse, Dema annuncia la chiusura dei due stabilimenti brindisini, a rischio 150 posti di lavoro. Si è svolto mercoledì in video conferenza l’incontro convocato dal Ministero delle Im prese e del Made in Italy durante il quale Angelo Rodolfi, presidente ed amministratore delegato del gruppo Dema s.p.a., azienda specializzata nella costruzione, riparazione e manutenzione di aeromobili, ha illustrato la situazione finanziaria del gruppo, il calo delle commesse e le difficoltà nel mantenere attivi gli stabilimenti brindisini. Le dichiarazioni di Rodolfi hanno messo immediatamente in allarme i rappresentanti del territorio brindisino. . Per la Regione Puglia, Leo Caroli ha dichiarato che il piano illustrato è inaccettabile prevedendo la dismissione dei siti di Brindisi anziché il loro rilancio, in un territorio che non è in grado di sostenere una soluzione di questo tipo per le evidenti e gravi conseguenze. Pronto ad intervenire il commissario regionale di Forza Italia, l’on Mauro D’Attis, che ha annunciato di voler chiedere un incontro urgente al Ministro Urso. “Le dichiarazioni dell’amministratore delegato del gruppo DEMA, rese ieri durante incontro in Ministero delle Imprese, sono inaccettabili e dimostrano scarsa responsabilità nei confronti di un territorio, come quello di Brindisi- ha sottolineato D’Attis- che ha dato e continua a dare tanto all’intero gruppo in termini di produzione e di professionalità e che anche per questo non merita di stare da anni con il fiato sospeso per il mantenimento dei livelli occupazionali. La realtà è che dietro un presunto calo delle commesse si nasconde una precisa volontà di salvare la realtà in Campania a danno della Puglia. Di questo il Governo nazionale dovrà tenerne conto e quindi ho già chiesto un incontro urgente al Ministro delle Imprese Adolfo Urso”. Anche le organizzazioni sindacali hanno preso atto negativamente di quanto dichiarato dai vertici aziendali. Hanno sottolineato che le linee guida illustrate sono inadeguate al confronto, non prevedendo né continuità e rilancio industriale, né salvaguardia dell’occupazione. Hanno aggiunto che l’immediata dismissione dei siti di Brindisi riguarda attività previste per essere integrate e sinergiche rispetto a quelle del gruppo svolte negli stabilimenti campani. Hanno rilevato che la soluzione prospettata comporterà la perdita di un patrimonio industriale di eccellenza progettato e realizzato negli anni, ovvero la disgregazione di un complesso industriale strategico e con una capacità produttiva molto superiore a quella in discussione.
BrindisiOggi
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