BRINDISI- Calcio femminile , gara sospesa tra la Nitor e il Montespaccato, presentato il ricorso al Giudice Sportivo. La società Nitor , settore calcio femminile , ha presentato ricorso al Giudice Sportivo contro la sospensione della della gara valida per la 14esima giornata di Serie C di domenica scorsa contro il Montespaccato . Di seguito l’intervista al presidente della Nitor Andrea Saponaro, a cura del suo stesso ufficio stampa in cui ricostruisce l’accaduto e spiega le motivazioni.
Presidente, inizierei raccontando brevemente cosa è successo domenica. Poco prima di arrivare al campo ci è giunta la notizia che il volo del Montespaccato aveva avuto dei problemi. Vogliamo provare a mettere un po’ di ordine?
Sì, mentre andavamo al campo, quindi intorno alle 14.00, ci è stato comunicato che il Montespaccato aveva subito questo problema non dipendente dalla sua volontà, cioè che il volo su cui viaggiava la squadra era stato costretto ad un atterraggio di emergenza a Bari anziché a Brindisi a causa del forte vento che in quelle ore stava interessando il nostro territorio.
Ci hanno dunque informato, sostanzialmente, della possibilità che arrivassero in ritardo e noi abbiamo fatto presente che avremmo aspettato i 45 minuti previsti dal regolamento.
In quel momento non pensavamo che potessero esserci ulteriori problemi, poiché essendo atterrati a Bari alle 14.00 circa, c’era tutto il tempo per arrivare entro le 16.30, che era l’orario di inizio della gara, o quantomeno entro le 17.15, che era appunto l’orario limite previsto, da regolamento, prima che l’arbitro fischiasse tre volte e quindi decretasse conclusa la partita per assenza di una delle due squadre.
Benissimo. E infatti alle 17:15 è avvenuto esattamente questo: l’arbitro ha constatato l’assenza del Montespaccato e ci ha comunicato che per lui finiva lì. Qualche minuto dopo, però, alle ragazze nello spogliatoio viene chiesto di non togliere ancora la divisa da gioco e restare in attesa.
Secondo quanto ci è stato riferito, l’arbitro ha ricevuto una telefonata in cui gli si comunicava che l’orario di inizio ufficiale della partita era stato spostato alle 17:30 e che entrambe le società erano d’accordo. È corretto?
Questo è quanto ci è stato comunicato in quel momento, ma noi non avevamo ricevuto alcuna comunicazione in merito, né in via ufficiale né ufficiosa.
Addirittura ci è stato detto che entrambe le squadre erano state informate e avevano dato il loro assenso timbrando e firmando un documento che, però, non era mai arrivato.
Ci è poi arrivata un’email da parte della Federazione, alle 18:04, in cui ci informavano che il Dipartimento Calcio Femminile aveva preso questa decisione di posticipare l’orario di inizio ufficiale della gara alle 17:30 “per cause di forza maggiore dovute a problematiche relative al volo della società Montespaccato”, cito testualmente.
A posteriori, quindi. Ma mettiamo un attimo da parte tutte le questioni legate ad orari e comunicazioni.
All’arrivo della squadra avversaria, alle 17:35, l’arbitro ha avuto un confronto con i dirigenti ed ha quindi effettuato un sopralluogo con le due capitane per verificare se ci fossero le condizioni per iniziare la partita. Tra i forti dubbi da parte nostra e le pressioni avversarie dopo le difficoltà per arrivare, decide che si può giocare. Cosa vuole dirci in merito?
Il vero errore della Federazione probabilmente è stato proprio questo, cioè fare di tutto affinché la partita si giocasse ad ogni costo.
In un certo senso, l’arbitro si è sentito in obbligo di far iniziare la partita in condizioni meteorologiche davvero estreme.
Il forte vento, che in alcuni momenti arrivava anche a 75 Km/h, unito all’abbondante pioggia e alla bassa temperatura, metteva seriamente a rischio la salute di tutte le calciatrici in campo, come purtroppo poi è successo. Speriamo che le calciatrici del Montespaccato non abbiano avuto problemi, ma noi siamo ancora alle prese con le conseguenze di domenica, tra ragazze che sono dovute poi andare in ospedale e altre con la bronchite.
Tornando alla partita, prima abbiamo dovuto sostituire Rossella Penta, e dopo alcuni minuti Paola Padula, entrambe in ipotermia. Quest’ultima, purtroppo, non sta ancora bene, ma ne parleremo più dettagliatamente quando avrà concluso tutti gli accertamenti.
Però l’arbitro, persino dopo l’ingresso dei medici in campo per soccorrere Padula, sembrava ancora intenzionato a proseguire.
Solo al 33’, dopo numerose pressioni da parte di dirigenti e giocatrici, ha preso la decisione di sospendere l’incontro sul risultato parziale di 2-0 in favore del Montespaccato. Risultato ovviamente influenzato dal forte vento a favore delle avversarie, che quasi impediva di muovere il pallone nella direzione opposta.
In pratica arbitro e Federazione, nel tentativo di evitare un danno al Montespaccato, hanno finito col crearlo ad entrambe le squadre.
Sì, esatto. E ci tengo a precisare che vogliamo esprimere la nostra vicinanza al Montespaccato per l’odissea che ha vissuto per raggiungere il campo quel giorno, ma la verità è che quella partita non sarebbe mai dovuta iniziare con quelle condizioni meteo, indipendentemente dall’orario di arrivo della squadra avversaria.
Però, ripeto, noi non ce l’abbiamo assolutamente con il Montespaccato. Anzi, siamo vicini anche al fatto che in caso di ripetizione loro debbano venire due volte in Puglia, cosa che ovviamente comporta delle spese, però non trovo neanche corretto che per evitare questo dobbiamo essere noi a rimetterci. Né in termini sportivi né, soprattutto, con la salute delle nostre giocatrici.
Veniamo, infine, al ricorso che abbiamo presentato. Cosa abbiamo chiesto?
Nel ricorso ovviamente abbiamo chiesto quello che ci ha consigliato l’arbitro, dopo essersi consultato con il suo responsabile, cioè che avremmo potuto contestare la decisione di riprendere la partita nonostante fosse finita al 45’ per la non presenza della squadra avversaria.
Quindi chiediamo ovviamente l’assegnazione del 3-0 a tavolino e che la partita non venga ripresa. Questo per non rischiare di avere poi, oltre al danno, anche la beffa, cioè di riprendere una partita dopo aver giocato 33 minuti con il fortissimo vento contro, senza però il vento a favore nel secondo tempo.
E non va dimenticata anche tutta la questione sullo spostamento di orario di cui parlavamo prima. Non spetta a me decidere cosa sia da considerare causa di forza maggiore, spetterà al Giudice Sportivo, ma in una normale evoluzione, senza lo spostamento dell’orario di inizio, quella partita era terminata alle 17:15 e il Montespaccato avrebbe poi dovuto, eventualmente, fare ricorso per dimostrare la causa di forza maggiore.
Questo però non è avvenuto perché c’è stato un sovvertimento dell’onere di fare il ricorso. Purtroppo siamo stati noi costretti a farlo, rischiando anche di perderlo e quindi perderci anche dei soldi, perché il ricorso naturalmente ha dei costi.
In conclusione, possiamo dire che quella di domenica è stata veramente una pagina molto molto triste, perché si è messa in gioco l’incolumità delle ragazze che dovrebbe essere invece il primo degli obiettivi da perseguire da parte di dirigenti federali e da parte di dirigenti arbitrali.
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