BRINDISI – (da il7 Magazine di Lucia Portolano) Non ha più di 16 anni, frequenta la scuola superiore e la sua è una famiglia come tante altre. La sera del primo maggio in piazza Cairoli a Brindisi, insieme ad altri due amici, avrebbe aggredito brutalmente un ragazzo di 20 anni che stava lavorando. Gli agenti della Squadra mobile di Brindisi lo hanno rintracciato dopo aver visionato le immagini delle telecamere installate nella zona dove ci sono molte attività commerciali. Il giovane è stato identificato anche grazie al racconto della vittima, che ha sempre riferito di non conoscere i suoi aggressori. Il video riprende l’intera azione, ed ora si cercano gli altri due complici. Si tratterebbe di altri due minorenni, coetanei del giovane studente. I poliziotti sono già sulle loro tracce. Le immagini rivelano il ruolo di ciascuno, fornendo importanti dettagli sull’accaduto.
Dal 4 settembre il 16enne è in chiuso in casa, e non può uscire, una specie di domiciliari. È stato sottoposto a questo provvedimento cautelare dal gip del Tribunale per i Minorenni di Lecce su richiesta dell’autorità giudiziaria che originariamente per lui aveva richiesto la misura più restrittiva dell’arresto presso una struttura per minori. Nelle prossime ore si terrà l’interrogatorio di garanzia. Il minore sarà interrogato dal magistrato. Gli inquirenti non escludono nessun movente, l’aggressione è stata violenta e brutale.
Il giovane rider era in sella alla sua bicicletta, il mezzo che utilizza per muoversi con più facilità tre le vie cittadine. Fa parte del gruppo dei rider dell’azienda Deliveroo. Stava consultando le informazioni per effettuare una consegnare, quando si è visto arrivare i tre balordi. Era circa le 21 di una sabato sera nella centralissima piazza Cairoli. L’1 maggio in Puglia c’era ancora la regola del coprifuoco alle 22, ma già a quell’ora per le strade del centro cittadino c’era pochissima gente.
I tre si sono fermati ed hanno violentemente aggredito il rider con calci e pugni. Lo hanno prima spinto a terra e poi lo hanno colpito con brutalità. Le telecamere hanno ripreso tutto. Il 20enne ha cercato di difendersi ma era tre contro uno, e non ce l’ha fatta a schivare i colpi. In piazza non c’è nessuno in quel momento, almeno così sembrava. Dopo averlo massacrato di botte i tre sono fuggiti via. Il ragazzo è stato soccorso da dei passanti ed è stato portato all’ospedale Perrino. Nel frattempo qualcuno aveva chiamato una pattuglia della polizia che era intervenuta sul posto. Al Pronto soccorso il ragazzo si è presentato con il volto tumefatto e dolorante. Dopo gli accertamenti è stato dimesso con 30 giorni di prognosi per una frattura scomposta del setto nasale e un trauma cranico. Sarebbe potuto accadere l’irreparabile. Agli investigatori il rider ha sempre riferito di non conoscere i suoi aggressori e di non sapere il motivo di tanta violenza. Lui stava solo lavorando. Gli aggressori a quanto pare avrebbero quattro anni meno di lui.
Gli agenti della Squadra mobile di Brindisi al comando della vice questore Rita Sverdigliozzi seguono una traccia ben precisa, mancano solo pochi tasselli per chiudere il cerchio sull’identità degli altri due giovani. Fondamentale sarà l’interrogatorio del 16enne. Resta il mistero sul movente, non si esclude nulla, anche che si possa essere trattato di un atto di puro di teppismo. Un terribile gioco del sabato sera che sarebbe potuto finire male. Le indagini sono ancora in corso. L’attenzione degli investigatori è alta, anche alla luce di altri episodi di violenza verificatesi in Italia negli ultimi tempi contro i lavoratori riders che soprattutto la sera riempiono le strade della città per consegnare cibo a domicilio.
Il mestiere del fattorino o del rider in tempi di pandemia si è diffuso molto anche a Brindisi. In tarda serata nei giorni infrasettimanali, e durante il periodo della zona rossa e dei lockdown, per le strade si vedevano solo loro.
Sono circa 70 i riders iscritti sulla piattaforma ufficiale per coprire la zona di Brindisi. Tutto il giorno vanno in giro per la città per portare nelle case il cibo pronto. Una corsa contro il tempo per far arrivare il sacchetto caldo affinchè non ci siano lamentele.
È diventato ormai un vero e proprio mestiere. Gente che a bordo di uno scooter o in auto, o come questo ragazzo in bicicletta, in pochi minuti raggiunge i vari quartieri. Tra di loro ci sono persone di tutta l’età, dagli studenti di 20 anni alle prese con l’Università o con la fine della scuola superiore, ai padre di famiglia disoccupati, o a coloro che hanno bisogno di arrotondare lo stipendio. Non c’è distinzione tra uomo e donna. Tra i riders brindisini c’è anche un uomo di 70 anni, che con la pensione minima non riesce ad arrivare a fine mese, ed è costretto e fare il fattorino per poter andare avanti. Va in giro con la sua auto accompagnato dalla moglie, fanno due turni quello del pranzo e quello serale. Il nonno rider, così viene chiamato dai suoi colleghi più piccoli, si posiziona nel parcheggio del centro commerciale Brinpark ed attende gli ordine, con il freddo dell’inverno e con il caldo dell’estate.
In città si è costituito il Gruppo riders Brindisi, al momento hanno aderito circa trenta persone un movimento che vuole portare all’attenzione dell’opinione pubblica le varie problematiche di questa nuova categoria di lavoratori che chiede maggiore sicurezza e maggiori garanzie professionali.
Solo tre giorni fa a Napoli c’è stata un’aggressione ad un altro rider di 26 anni. La storia è molto simile a quella di Brindisi. Un gruppo, anche questa volta di minorenni tra i 15 e i 17 anni, ha aggredito il lavoratore con calci e pugni con lo scopo di potargli via l’incasso. Il ragazzo è stato portato in ospedale, sono stati i medici ad avvertire i carabinieri che grazie alle immagini di video sorveglianza hanno identificato e denunciato due giovani, uno di 15 e l’altro di 17 anni. Gli investigatori cercano gli altri componenti del gruppo.
Prima qualcosa si guadagna adesso si lavora poco chi scrive e il settantenne di brindisi