BRINDISI- In un anno è diventato segretario provinciale del Pd, è stato eletto sindaco di Francavilla Fontana dopo decenni di centrodestra, ed oggi ha indossato la fascia da presidente della Provincia. Maurizio Bruno fa l’en plein. La maggior parte dei sindaci e dei consiglieri comunali di questa provincia lo hanno voluto come presidente, di questo che ormai diventato un ente di secondo grado, ma con importanti competenze e senza molti soldi. Nonostante ciò, la lotta all’interno dei partiti per conquistare un posto nella nuova assise, ridotto a 12 consiglieri, e senza gettone di presenza, è stata accesa. Intorno a queste poltrone a quanto pare girano molti interessi, dalla sicurezza della scuole alla manutenzione delle strade, dal verde all’ambiente.
Il commissario Cesare Castelli questa mattina dopo due anni ha lasciato il testimone a Maurizio Bruno, visibilmente emozionato, ha consegnato nelle sue mani una relazione di quello che era stato fatto e la fascia blu. Lo aveva detto una settimana fa Castelli: “Lascio alla politica un ente senza soldi e con molte difficoltà”.
Con una cerimonia dimessa, senza molti fronzoli, il neo presidente si è insediato nel suo nuovo carico. Confronto con le parti sociali e coinvolgimento con le Province di Lecce e Taranto, queste le sue priorità, per lo sviluppo del territorio. “Per affrontare e risolvere i problemi dei cittadini è necessario- spiega Bruno- confrontarsi con le parti sociali da Confindustria ai sindacati. Così come è necessario coinvolgere i territori di Lecce e Taranto solo insieme si può superare il baricentrismo”.
Ci tiene a dire che il primo atto di questa amministrazione sarà quello di essere presente con il gonfalone alla marcia per la pace di Assisi.
Maurizio Bruno torna alla provincia da presidente, dopo essere stato per due anni assessore ai Lavori Pubblici nell’amministrazione di Massimo Ferrarese. Accordo tra Pd e centristi che vinse nel 2009, e riconfermato anche in queste “anomale” elezioni.
La politica torna nel palazzo di via De Leo. La democrazia vuole che i propri rappresentanti siano scelti dal popolo. In questo caso i rappresentati hanno scelto altri rappresentati. A loro ora il compito di colmare questo deficit di democrazia.
Buon lavoro presidente.
Lu.Po.
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