OSTUNI – Bruciavano rifiuti su di un terreno incolto, due denunce. I Carabinieri forestali della Stazione di Ostuni hanno sottoposto a sequestro penale di iniziativa un fondo rustico, della superficie di circa 1 ettaro e mezzo, in contrada Pezze d’ Arena nel comune di Carovigno.
I Militari, durante un servizio di pattugliamento del territorio digradante verso il litorale, avevano notato grosse colonne di fumo nero provenire da una zona agricola poco distante. Giunti sul posto, hanno rinvenuto quattro focolai, ancora attivi, alimentati da teli di copertura di coltivazioni in serra e di “pacciamatura”, non più utilizzati, e quindi smaltiti illecitamente con la combustione. Purtroppo una parte dei rifiuti era già ridotta in cenere, mentre su quella ancora incombusta si è disposto che i responsabili, due lavoratori agricoli stranieri, provvedessero immediatamente allo spegnimento delle fiamme.
I due sono stati deferiti alla Procura della Repubblica di Brindisi, in concorso con il proprietario ed imprenditore agricolo, V.I., 50enne carovignese, per combustione illecita di rifiuti, delitto previsto dall’ art. 256-bis del Testo Unico dell’ Ambiente (Decreto legislativo n. 152 del 2006), per il quale sono pene della reclusione da 2 a 5 anni, che diventano rispettivamente 3 e 6 in caso di rifiuti pericolosi, con obbligo per il responsabile di bonificare l’ area a proprie spese.
Il Gruppo Carabinieri Forestale di Brindisi, con le sue Stazioni dipendenti, mantiene sempre elevato lo stato di allerta sul contrasto al triste fenomeno dell’ abbandono di rifiuti, spesso aggravato con il loro smaltimento illecito attraverso la combustione. I pericoli e i danni all’ ambiente (aria, suolo, falda acquifera) sono facilmente immaginabili; gli sforzi dei Militari, attraverso servizi mirati nelle zone maggiormente a rischio, sono rivolti all’ intervento immediato per l’ individuazione dei responsabili e la repressione di tali condotte criminali.
Per questo, si rivolge anche un appello ai cittadini, nel fornire eventuali utili informazioni, anche attraverso il numero di emergenza ambientale “1515” (Carabinieri Forestali) o “112”
per la ricostruzione dei fatti e di chi li ha commessi.
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