LECCE- Brindisi, Lecce e Taranto insieme per lo sviluppo dei tre territori. Ci avevano già in provato in passato, lo avevano chiamato progetto del Grande Salento, oggi cambia nome ma lo scopo è sempre lo stesso. Anni fa l’inziativa erano stata portata avanti dai presidenti delle tre province. Ora l’idea torna. Nella giornata di ieri i tre sindaci Riccardo Rossi, Rinaldo Melucci e Carlo Salvemini si sono incontrati a Lecce alla presenza anche del rettore dell’Università del Salento Pollice. “Abbiamo ragionato su come lavorare insieme per un progetto strategico che valorizzi le nostre comunità: infrastrutture, porti, aeroporto, cultura, ricerca – scrive il sindaco di Brindisi su Facebook – Una grande area metropolitana al centro del Mediterraneo, dai Balcani ai paesi del nord Africa. Abbiamo chiesto al Rettore di essere un partner fondamentale in questo progetto costruendo un masterplan, un documento strategico che raccolga visioni, idee, progetti per il futuro. Partiamo convinti di essere sulla strada giusta, non competizione ma alleanze per crescere insieme. Crediamo che guardare al futuro immaginandoci in connessione reciproca sia un valore aggiunto per ognuno e per la Puglia”.
BrindisiOggi
E’ una ottima iniziativa che va perseguita, nell’ottica di un sistema integrato dei valori che caratterizzano la penisola salentina già conosciuta nei secoli come “terra d’otranto”. Progetto a suo tempo lanciato dai sindaci di Lecce (Poli Bortone,) Brindisi (Mennitti) e Taranto (Di Bello). Progetto ripreso dai Presidenti delle Provincie ed ora ripreso dagli attuali Sindaci delle tre Città Capoluogo. Il fatto nuovo che può determinare una svolta su questo progetto è, oltre l’aspetto volitivo degli attuali Sindaci ma la presenza “tecnico/scientifica” di Unisalento quale importante partner, non secondario, in grado di offrire quel valore aggiunto di competenze cui la politica ha necessità di avvalersi perché dalle ambizioni ed aspettative si passi a progetti concreti in grado di aprire nuovi scenari e prospettive di crescita del “tacco d’Italia” in un’ottica di sistema.