BRINDISI- Brindisi accorpata a Lecce? La parola al consiglio comunale del 20 novembre prossimo. Ma i numeri non sono scontati. Su questo argomento la maggioranza di centrosinistra non è del tutto compatta. Come per dire il sindaco ha fatto i conti senza l’oste. I contrari a questa ipotesi si trovano proprio nei partiti di maggioranza. Due consiglieri comunali Lucio Licchello di Noi centro e Massimo Pagliara annunciano ufficialmente la loro contrarietà ad eventuali annessioni con altri territori. Non menzionano esplicitamente Lecce, ma è chiaro che si riferiscono all’annessione con questo territorio, visto che quella con Taranto è stata già decisa dal Consiglio dei ministri, quindi l’assise non deve pronunciarsi su questa. Altro che maggioranza coesa. Fuga in avanti dei due consiglieri che in un comunicato scrivono: “ Ci dichiarano indisponibili ad eventuali annessioni con altri territori che di fatto determineranno la fine della nostra Provincia- affermano congiuntamente Pagliara e Licchello- Tale determinazione è riveniente da tutte le problematiche che a catena si scateneranno nel momento in cui non ci sarà più la nostra Provincia, dai disagi ai cittadini per quanto attiene le varie pratiche sociali e burocratiche sino alla perdita di enti periferici di stato, governo e provincia con relative perdite di ulteriori posti di lavoro ( gli accorpamenti portano esuberi ) ed infine la perdita dello “ status “ di capoluogo della città di Brindisi che comporterà la riduzione di finanziamenti europei”. Entrambi i consiglieri sono espressione delle due forze politiche che fanno a capo all’ex presidente della Provincia Massimo Ferrarese. Ma al momento questa sembra essere una posizione personale. In quanto dalle segreterie cittadine di Udc e Noi centro, rappresentate in consiglio comunale da altri quattro membri, si cerca di prendere tempo. “Una settimana prima del consiglio incontreremo Consales per sapere quale è la posizione dei sindaci di Taranto e Lecce. Vogliamo sapere cosa offrono- dicono dalla segreteria cittadina- e poi decideremo il da farsi. Dobbiamo vendere cara la pelle, non possiamo annetterci semplicemente senza ricevere nulla in cambio come territorio. Anche se resta la nostra lotta per salvare la Provincia di Brindisi”. Quindi non si chiude agli accorpamenti, ma si decide sulla base di cosa le altre realtà offriranno a Brindisi.
Intanto i due dissidenti ancora una volta si rivolgono ai parlamentari locali affinchè non votino la conversione del decreto in legge. Insomma qualcosa scricchiola. Non a caso la frase lanciata oggi su facebook dal sindaco Consales: “E’ partito l’attacco delle truppe cammellate- scrive- Ma era già tutto previsto…..direi addirittura scontato….”.
Si riferisce ai suoi alleati e al loro leader?
Lucia Portolano
Commenta per primo