BRINDISI- Mentre i consiglieri comunali di opposizione, di area di sinistra, Roberto Fusco e Riccardo Rossi consegnavano presso l’ufficio di presidenza del Comune la richiesta di rinviare il Consiglio comunale sul riordino delle Provincia, il sindaco Consales incontrava a Palazzo Nervegna le parti sociali brindisine e incassava il loro sostegno alla tesi della Provincia Salento. I due consiglieri chiedono due settimane di tempo prima di tornare in Consiglio per deliberare l’accorpamento con Lecce, “il tempo- spiega Fusco- di dare voce ai brindisini. La posizione di Fusco e Rossi è chiara: continuare a lottare per la Provincia di Brindisi e far sentire la forza della comunità anche per avere di più in caso di annessione. In realtà le posizioni tra sindaco e consiglieri di opposizioni non sono poi così tanto distanti, è solo questione di “tempi” per ottenere maggiori risultati. E la proposta di scendere in piazza con una grande manifestazione è stata avanzata anche dal presidente di Confindustria Brindisi Giuseppe Marinò durante il suo intervento alla riunione con le parti sociali. Lo scopo, condiviso da tutti i presenti, dai sindacati alle associazioni di categoria e gli ordini professionali, è quello di difendere l’esistenza a Brindisi dei presidi degli enti e degli uffici periferici dello Stato affinchè non ci siano disagi per i cittadini. Per la prima volta a chiedere di scendere in piazza è l’associazione degli Industriali. “Dobbiamo difendere un territorio che ha una valenza oggettiva- ha affermato Marinò- e che produce 5 milioni di euro di Pil che viene dichiarato in altre parti d’Italia”. Quasi tutti d’accordo a firmare il documento del sindaco Consales di un’annessione con Lecce, “con la quale ci sono legami culturali e storici- si legge nel documento- una differenziata filiera produttiva industriale ed agricola, un sistema trasportistico e commerciale quanto mai ricco e un tessuto turistico-ricettivo di valenza oltre confine”. Il sindaco ha parlato dell’incontro che ha avuto con il primo cittadino e il presidente della Provincia di Lecce ed anche con l’ex ministro Raffaele Fitto e delle rassicurazione che ha ottenuto affinchè a Brindisi sia garantita la piena funzionalità dei servizi territoriali, pubblici e privati, che sia riconosciuto un ruolo importante del sistema industriale e trasportistico, e sia incrementata la qualità della ricerca e della istruzione universitaria. Gli unici a rinviare la propria firma, perché avrebbero discusso della questione all’interno dei loro organismi, sono stati Cgil, Collegio dei Geometri, Ordine degli Avvocati, degli Ingegneri, degli Architetti, Confcooperative e Coldiretti che faranno conoscere la loro posizione entro il 20 novembre, data del Consiglio comunale. Chi invece non potrà metterla è la Cisl, perché le conseguenze della soppressione si fanno già sentire. La Cisl regionale avrebbe già deciso di dividere la Cisl di Brindisi per metà a Lecce e per l’altra metà a Taranto, mentre Fasano va a Bari. E il segretario provinciale della Cisl Corrado De Pascalis senza polemica ma con amarezza all’inizio del suo intervento dice: “Io ve l’avevo detto alla prima riunione fatta in Provincia, non dovevamo perdere tempo. Una cosa è certa la classe dirigente di questo territorio ha perso peso e ruolo”. De Pascalis si riferisce a quando Consales insieme a Ferrarese aveva sostenuto le ragioni di un’annessione con Taranto ancor prima della questione dei due capoluoghi. Qualcuno si è ricreduto, qualcun altro se ne è andato. E c’è chi paga le conseguenze.
Lucia Portolano
Quindi dovremmo rinviare il Consiglio affinché il duo Gianni e Pinotto facciano la loro bella manifestazione, pro Brindisi cosi ci scasserenno, per il resto della loro esistenza, dicendo che loro (duri e puri) hanno lottato strenuamente fino alla fine. Infine il riordino “non sa da fare” altrimenti il 2° sindacato italiano perde la camera sindacale provinciale. Quanti interessi(privati), in atto pubblico.