“Brindisi: una città in cui i giovani non hanno possibilità”

BRINDISI – “Brindisi, una città in cui tutto è proibito, una città in cui i giovani non hanno possibilità, dove si sentono chiusi e non hanno l’opportunità di coltivare la loro creatività”. E’ lo sfogo dei ragazzi dell’Unione degli Studenti di Brindisi.

Di seguito il loro intervento: “Una città buia dove le conseguenze delle scelte politiche si fanno sentire, come un nodo attorno al collo. Abbiamo avuto l’ennesima dimostrazione con le raccapriccianti vicende della biblioteca provinciale, un punto di riferimento per studenti e studentesse, un punto di incontro per tutti, un luogo dove poter approfondire gli studi con la piena tranquillità, con amici e con coetanei che si aiutavano reciprocamente. Ci hanno privato anche di questo, della stessa cultura, e una città senza cultura, è una città morta”.

“Quotidianamente vediamo sempre più ragazzi che abbandonano gli studi, affidandosi alle strade o a qualche lavoro sottopagato, perché cosa non si fa oggi pur di aiutare la propria famiglia, anche a costo di sacrificare gli studi. Siamo semplicemente in chiusi in questa “gabbia”, la possibilità di uscire è un’arma di ricatto e intrappolati nei nostri quartieri è difficile scegliere di cambiare vita per sè, per la propria famiglia, per la propria città”.

“Ad oggi è fondamentale la riflessione su uno spazio sociale in questa città, che è venuto a mancare ormai da tempo, uno spazio che per i giovani deve essere un punto di incontro, un punto di partenza per immaginare un’altra città. Un luogo nel quale si possano svolgere attività dal semplice stare insieme e confrontarsi, ad attività artistiche, musicali, letterarie, un posto dove coniugare aggregazione, socialità e creatività, dove ognuno possa esprimersi…. noi siamo pronti!”.

BrindisiOggi

1 Commento

  1. A parer mio i partiti politici (nessuno escluso) hanno una grande responsabilità su tutto quello che è ha causato il degrado sociale degli ultimi 30 anni di questa città.
    La scelta di puntare solo sull’industria ha causato tutto quello che stiamo vivendo.
    Non finirò mai di dirlo, questa città doveva puntare, come hanno fatto a Lecce, principalmente sul turismo, l’agricoltura e l’artigianato.
    Questa terra, parlo del Salento tutto, dovrebbe vivere in gran parte di quello.
    Tornando a Brindisi, durante questa estate ho sentito e letto, di grandi difficolta ad accogliere tutti i vacanzieri che si sono riversati sulle coste Leccesi, perché non vi erano più possibilità ricettive ad accogliere le migliaia di richieste.
    Ora mi chiedo, possibile che non capiamo che è un momento storico e che potremmo approfittare della situazione?
    Possibile che non capiamo che è arrivato il momento di trasformare la nostra costa per farla diventare un punto di arrivo e non di transito per altre mete?
    Non mi stancherò mai di dire che il futuro dei nostri figli è proprio nella riqualificazione della costa e nei conseguenti investimenti dei privati?
    Se questo accadrà i nostri figli potranno pensare a intraprendere una strada diversa da quella del semplice dipendente, cambiando anche la mentalità di tutta la comunità che in passato, anche perché non vi erano molte alternative, ha vissuto sempre aspettando che il politico di turno risolvesse il problema della vita.
    Fino a quando non accadranno queste cose che cambieranno la nostra mentalità, ci sentiremo sempre di serie B.

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