INTERVENTO/ caro direttore, mi rivolgo a lei per esprimere il mio rammarico per l’espulsione dal partito democratico insieme ad altri amici. Ricordo che la mia storia politica è sempre stata legata alla storia del mio Partito. Candidato a Sindaco nel 2009 ed alle regionali nel 2005 sempre con ottimi risultati personali anche se da autorevoli esponenti dello stesso partito della città non ebbi sufficiente appoggio. La procedura della espulsione è legata ad una lettura fredda ed affrettata dello statuto. Non è stata infatti data la possibilità di ascolto delle nostre posizioni in una assemblea degli iscritti per spiegare le motivazioni di una scelta dolorosa.
Non è stato dato per esempio il dovuto ascolto alla rivendicazione di uno strumento democratico come le primarie nella scelta del candidato sindaco salvo poi pentirsene a posteriori. La scelta condivisa degli iscritti della città che, a mio avviso, rimaneva lo strumento più efficace sulla candidatura del sindaco e dei consiglieri comunali non è stata neppure presa in considerazione. Rammento che nelle comunali di Cellino San Marco e di Oria si è verificato che autorevoli esponenti del partito democratico hanno appoggiato candidati sindaci in contrapposizione alle scelte del circolo cittadino locale con risultati che tutti conosciamo. Quindi cosa si è fatto in queste situazioni? Alla fine mi sembra che siano stati usati pesi e misure differenti in circostanze di fatto analoghe. E cosa dire del voto dei parlamentari PD contro il governo? Con tutto il rispetto della commissione di garanzia mi sembra che quanto meno un audizione degli stessi espulsi doveva essere considerata una opportunità da dare a chi come me ha militato da sempre nel partito offrendo con generosità tutto il suo impegno e la sua dedizione.
Salvatore Brigante (ex) iscritto al partito Democratico
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