BRINDISI- (Da Il7 Magazine) La più grande evacuazione di sempre, 53mila persone il prossimo 15 dicembre lasceranno le proprie abitazioni per consentire le operazioni di disinnesco dell’ordigno bellico rinvenuto lo scorso 2 novembre nei pressi dell’Andromeda di Brindisi. Il D-day è stato programmato in ogni dettagli affinchè le operazioni avvengano nella massima sicurezza, soprattutto della cittadinanza, ma alla luce dei rischi, se pur in percentuale minima, gli artificieri che si occuperanno della bonifica hanno chiesto l’isolamento di un raggio di circa 1617 metri. L’evacuazione programmata per il prossimo 15 dicembre vanta il primato in Italia per numero, primato sino ad ora detenuto da Battipaglia dove lo scorso 9 settembre sono state evacuate per lo stesso motivo 36mila persone.
Il ritrovamento
Il 2 novembre scorso l’escavatrice della ditta Cogeir sta rimuovendo il terreno intorno alla Multisala Andromeda di Brindisi. Sono in corso i lavori per l’ampliamento del cinema, la ditta sta realizzando tre nuove sale la cui inaugurazione è prevista per Natale. Sono circa le nove del mattino quando la pala meccanica urta un oggetto metallico e l’operaio che sta conducendo il mezzo di lavoro blocca tutta per capire cosa sta accadendo. E’ questione di un attimo,basta un’occhiata all’uomo per scorgere la forma di quella che a primo acchito sembra una grossa bomba. L’operaio allerta il direttore del cantiere ed insieme chiamano le forze dell’ordine. L’ordigno depositato sul fondo del terreno ha un’aria minacciosa e senza rifletterci più di tanto il direttore del cantiere fa evacuare l’Andromeda ed allontanare un gruppetto di bambini che si trova nella ludoteca accanto. All’arrivo della polizia la conferma: si tratta di un grosso ordigno bellico inesploso. Scatta ufficialmente l’allarme, l’area viene isolata e tutte le attività all’interno chiuse.
Caratteristiche della bomba e precedenti
L’ordigno riportato alla luce è una bomba d’aereo modello MK V SAP 500 libbre di nazionalità inglese del secondo conflitto mondiale che a distanza di 78 anni, ha conservato il suo potenziale esplosivo. ha un peso di 226,80, con all’interno un esplosivo di caricamento di 40,87 chili di tritolo. Il ritrovamento di un ordigno bellico su territorio di Brindisi non è una cosa desueta, tutt’altro. Anche durante i lavori dell’ampliamento della pista di atterraggio all’interno dell’aeroporto del Salento, qualche tempo fa, fu rinvenuta una bomba risalente alla seconda guerra mondiale. Molte altre sono state trovate sul fondo marino lungo la costa brindisina. Il motivo della presenza numerosa di questi ordigni lo racconta la storia. Erano gli anni ’40 quando la città di Brindisi venne presa di mira dalle truppe nemiche, gli aerei inglesi puntavano a distruggere l’arsenale e il porto. La città era un punto strategico e costituiva un’importante base militare. I libri raccontano che Brindisi subì i principali attacchi aerei nei mesi di novembre e dicembre 1940 e nei mesi di gennaio, febbraio, marzo, aprile, novembre e dicembre 1941. Senza ombra di dubbio l’attacco più devastante fu quello della notte tra il 7 e l’8 novembre del 1941, quando gli aerei inglesi con le loro bombe sventrarono la città uccidendo 80 brindisini, morirono tanti bambini e 21 vittime non furono mai identificate. Ecco perché oggi trovare residuati bellici non risulta per nulla strano.
La relazione degli artificieri
Il disinnesco dell’ordigno è stato affidato agli artificieri della Brigata meccanizzata Pinerolo 11^ Reggimento Genio Guastatori, un organo delle Forze Armate preposto alla bonifica del territorio nazionale da ordigni esplosivi residuati bellici, con competenza nelle regioni Molise, Puglia, Basilicata, Calabria e Province di Chieti e Pescara. I militari, dopo i sopralluoghi, hanno steso una relazione in cui fanno una valutazione del rischio e dicono: durante le operazioni di neutralizzazione dell’ordigno potrebbe verificarsi un’esplosione non intenzionale con conseguente propagazione dell’onda di sovrappressione e dell’effetto di frammentazione primaria e secondaria, per cui tutte le persone all’interno dell’area di sgombero stimata sono esposte a rischio e di conseguenza dovranno essere allontanate e posizionate fuori dall’area di pericolo. All’interno dell’area di rischio potrà sostare e operare solo il personale qualificato EOD e il personale autorizzato. Mettendo in conto anche la possibilità di una deflagrazione involontaria sono state calcolate , in base alla potenza dell’ordigno, le distanze di sicurezza. Il calcolo della distanza di sicurezza riferita all’onda di sovrappressione prevede una distanza iniziale per i soli operatori EOD al riparo è di 100 metri;la distanza di sicurezza iniziale, invece, per il personale autorizzato, al riparo, è di 500 metri. Gli artificieri calcolano anche l’area di frammentazione , ossia il calcolo della distanza di sicurezza riferita alla proiezione di frammenti: la massima distanza di frammentazione orizzontale è di 1617 metri, quella verticale è di 1244 metri. Durante le operazioni di rimozione dell’ordigno, come misura precauzionale dovranno essere seguite le tutte le disposizioni di sicurezza:ossia tutte le persone all’interno dell’area di rinvenimento dovranno essere evacuate e le l’accesso all’area dovrà essere interdetto. Agli organi preposti che collaboreranno con gli artificieri si chiede di assicurare la presenza di adeguato supporto antincendio, con autopompa dei Vigili del Fuoco, assicurare la completa evacuazione di persone, attività e beni mobili nella zona, per la durata delle operazioni di rimozione e di bonifica finale, in considerazione delle distanze di sicurezza fornite; di assicurare l’interdizione totale del volo aereo (NOTAM) di 1244 mt. nella zona di rimozione e di 400 mt. nell’area di bonifica finale; di provvedere a informare la popolazione e i proprietari dei fabbricati nel raggio di evacuazione, circa le procedure da eseguire al fine di mettere in sicurezza le strutture (apertura delle finestre); di rendere disponibile, in zona di sicurezza, un’ambulanza con personale medico a bordo e con capacità di far intervenire soccorso di tipo avanzato in caso di necessità; di assicurare la presenza presso l’Incident Control Point dei funzionari delegati delle Istituzioni e delle aziende erogatrici di Servizi (Forze dell’Ordine, Vigili del Fuoco, CRI, Comune di Brindisi); di assicurare la sicurezza e la viabilità durante la fase di trasporto dell’ordigno, dopo la rimozione dello stesso, fino all’area di brillamento. Il tempo complessivo per lo svolgimento delle attività è stimato in 7 ore.
Piano di evacuazione
Attesa l’analisi del rischio è necessario, quindi, l’applicazione di un protocollo previsto in casi come quello dell’ordigno bellico brindisi, un protocollo che si basa sul calcolo del rischio. Dal 2 novembre scorso presso la Prefettura di Brindisi e gli enti preposti si sono svolti numerosi tavoli per elaborare un piano di evacuazione commisurato all’allontanamento di 53mila persone. E’ nato così un CCS, Centro Coordinamento dei Soccorsi, presieduto dal prefetto e riferimento della Provincia, e il COC, il Centro Operativo Comunale, presieduto dal sindaco , responsabile delle attività a livello comunale e locale. Di fatto il piano di evacuazione è stato elaborato dal COC. Il grande esodo è previsto a partire dalle 5 della mattina del prossimo 15 dicembre sino alle 8. In queste ore la cittadinanza dovrà allontanarsi da casa ed uscire dall’area di isolamento, ossia dal raggio dei 1617 metri. Alle 8 partiranno le operazioni di disinnesco che gli artificieri che secondo previsione dovrebbero durare un paio di ore. Ma di fatto non si sa con precisione visto che gli stessi militari hanno dichiarato di dover aprire la bomba per capire quale sarà la procedura più giusta per il disinnesco. L’ordigno all’atto del ritrovamento è stato danneggiato e questo ha reso più complicate le operazioni di bonifica. La cittadinanza nel frattempo avrà raggiunto dei luoghi sicuri e chi non saprà dove andare potrà raggiungere una delle 14 aree di accoglienza dove durante la giornata sarà servito il pasto caldo. Vista la situazione il Comune di Brindisi ha, anche chiesto, ai responsabili dei centri commerciali di aprire le loro attività prima del consueto orario, in modo che chi vorrà potrà recarsi al Brin Park, alle Colonne o all’Auchan. Nella zona dei 500 metri, quindi l’area più prossima all’ordigno, sarà sospesa l’erogazione del gas e sarà chiesta la rimozione dei veicoli per strada, non ci potranno essere auto parcheggiate su pubblica via. Pur non essendo stato ancora diffuso un piano della viabilità, da Comune dicono che tutte le strade percorribili saranno indicate con opportune segnaletiche e sino alle otto del mattino tutti potranno utilizzare la statale Bari-Lecce senza problemi. Dopo di ché saranno istituiti posti di blocco. Il centro operativo comunale costituito ad hoc avrà sede presso il comando della polizia locale al quartiere Paradiso e nello stabile della Protezione civile, dove ci sarà il raduno di 400 volontari che arriveranno da tutta la regione. Ferrovie dello Stato e Aeroporti di Puglia comunicheranno per tempo gli orari di blocco dei trasporti.
Il numero utile
Il Comune di Brindisi in vista dell’evacuazione della città prevista per il 15 dicembre 2019 per consentire il disinnesco in sicurezza dell’ordigno, ha creato un numero di telefono utile solo per segnalare le persone non autosufficienti.
Il numero è attivo da lunedì al venerdì, dalle ore 9 alle 12 ed è:
0831 229 888
Gli operatori che risponderanno al telefono chiederanno le seguenti informazioni: nome, cognome, data di nascita, codice fiscale, indirizzo (via, numero civico, piano, presenza di ascensore), componenti del nucleo familiare/assistenza, specifiche necessità (farmaci, ecc…), telefono, altro contatto, annotazioni varie (animali domestici: tipo e taglia, ecc…).
I dati saranno incrociati con quelli già in possesso dalla Asl di Brindisi e tutti coloro che necessitano di assistenza da parte del Comune saranno ricontattati con le istruzioni di preparazione per la giornata di evacuazione.
Aree di accoglienza e aree di attesa
Le aree di accoglienza sono 14, si tratta di istituti scolastici con palestre annesse messe a disposizione dal Comune e dalla Provincia di Brindisi dove durante la giornata saranno servizi pasti caldi. Le aree di accoglienza sono: la scuola primaria Marinaio D’Italia e palestra annessa; scuola dell’infanzia Sant’Antonio; scuola secondaria Kennedy e palestra; scuola primaria Calò e palestra; Istituto tecnologico Giorgi; Istituto tecnico Carnaro; Liceo Scientifico Fermi-Monticelli; Istituto professionale Ferraris. Al quartiere Paradiso la scuola secondaria Mameli. Al quartiere Cappuccini, in quella porzione esclusa dal raggio di interdizione: scuola secondaria L. Da Vinci; Istituto Alberghiero; Istituto tecnico Majorana. Al quartiere Sant’Elia: scuola primaria L. Da Vinci; scuola primaria via Mantegna.
A disposizione vi sono anche le aree di attesa costituite da: parcheggio stadio comunale, parco del Cillarese, via Andrea Mantegna, Masseriola, La Rosa.
La solidarietà
La città di Brindisi si appresta ad affrontare il grande esodo ma non è sola, a tenderle una mano c’è il Comune di Mesagne che attraverso il suo sindaco, Antonio Matarrelli, lancia un invito a tutti i cittadini: il 15 dicembre i brindisini si rechino a Mesagne per una giornata di svago. Una serie di eventi programmati nell’arco di tutta la giornata terranno compagnia ai brindisini evacuati dalle loro case ad organizzarli il sindaco Matarrelli che dice: “Sarà una giornata dedicata ai brindisini, la mattina del 15 dicembre la città di Brindisi sarà evacuata a causa del disinnesco della bomba sganciata nel 1941, quando ci furono i bombardamenti. Già all’epoca Mesagne accolse i brindisini, ora sentiamo il dovere di dare questa disponibilità e di organizzare questa mattinata proprio per garantire a chi dovrà uscire dalle loro case a poter venire a fare una gita nella nostra città. Abbiamo programmato una serie di attività per i bambini ma anche per gli animali. Trasmetteremo un film al cinema , offriremo la prima colazione e faremo tante altre cose all’insegna dell’ospitalità. E’ un dovere che sento mio , è un dovere che tutta la città di Mesagne sente, perché è nel nostro dna l’ospitalità”.
Lucia Pezzuto per Il7 Magazine
Mi sembra un po’ troppo esagerato, far evacuare così tanta gente, anche perché, ci sta prendendo in giro tutta l’Italia, ma quanto STIAMO PAGANDO per tutta questa operazione? Oltre alla grande opportunità che gli stiamo dando al sciacallaggio in questo periodo natalizio.
Bravo!!! E il rientro infernale che avremo??? Gia normalmente non si capisce nulla!!! Figuriamoci 15 mila auto che rientrano!! Mai più guarderò un tg!! Non ne parlano proprio di noi!! Evviva il canone evviva la RAI!!! Stupidi noi come sempre…..
E inoltre spero riducano la zona da evacuare …le più vicine si sono d accordo ..900 metri più che sufficienti… ma dai…..e inoltre verremo avvisati come e quando per sapere quando rientrare??
Assurdo..!!! Stanno facendo ridere tutta l’Italia..