BRINDISI- La condanna del numero uno dei Cobas, Bobo Aprile, lascia i colleghi sindacalisti perplessi.
Aprile è stato condannato ad un mese di arresto e 200 euro di ammenda per aver svolto una manifestazione senza aver chiesto autorizzazione.
I fatti risalgono al 10 marzo 2014. Bobo guidò la protesta di 100 lavoratori socialmente utili davanti al Comune di Brindisi. Per il giudice avrebbe dovuto dare il giusto preavviso (tre giorni di anticipo) alla questura.
“Ma come si fa in quei momenti di concitazione, bisogna pensare a gestire la situazione- così il segretario generale della Uil a Brindisi, Tonino Licchello- Noi non abbiamo possibilità e tempo per chiedere autorizzazioni. Io penso che non si è tenuto conto del contesto”.
Il territorio brindisino è un territorio molto caldo sotto il profilo delle vertenze occupazionali. Le proteste e le manifestazioni sono così all’ordine del giorno.
“Esprimo solidarietà e un abbraccio ad un sindacalista come Bobo- aggiunge ancora Licchello- che è sempre in prima fila nel lottare per i diritti dei lavoratori. Proprio per questo mi meraviglio e non condivido la decisione del giudice”.
“Siamo sempre esposti- commenta, invece, Michela Almiento, segretario generale della CGIL a Brindisi- E’ molto complicato fare il nostro lavoro. Io non discuto la sentenza, ne prendo atto. Però, se da un lato penso che sia giusto rispettare le procedure, dall’altro mi rendo conto che a volte non facile soprattutto in un territorio come il nostro , pieno di vertenze. Capita così che si sottovalutino i rischi”.
Alla solidarietà dei colleghi sindacalisti si aggiunge anche quella di Brindisi Bene Comune.
Riccardo Rossi scrive: “Sentiamo tutti profondamente ingiusta questa condanna, specie in un paese come l’Italia dove corruzione e malaffare imperversano ad ogni livello, dove il costo della corruzione viene stimato in 60 miliardi di euro e solo 11 persone si trovano oggi in carcere per corruzione. Ed è invece paradossale che chi ha dedicato la propria vita contro ogni ingiustizia possa essere condannato per aver partecipato ad una manifestazione di lavoratori LSU che improvvisamente scoprivano di non poter ricevere più la misera integrazione da parte del Comune di Brindisi con un reddito che quasi si dimezzava passando da 700 a 400 euro al mese. Non ci rassegniamo ad un mondo in cui gli unici a pagare sono quelli che si battono contro ogni ingiustizia e siamo sicuri che anche Roberto non si rassegnerà e continuerà a lottare”.
Ieri alla lettura della sentenza Bobo Aprile, dimesso da pochi giorni dall’ospedale Perrino per un intervento al cuore, era presente in aula, con quello spirito di responsabilità che da sempre lo distingue.
Lu.Pez.
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