BRINDISI – Due fronti caldi si sono aperti, in contemporanea, nell’Asl di Brindisi. Gli inviti alla discussione provengono da due tra le più importanti organizzazioni del territorio per numero di iscritti: la Cgil Funzione Pubblica e la Cisl Funzione Pubblica. La prima, per voce del segretario generale Antonio Macchia e del rappresentante Rsu Mimmo Stella, denuncia lo scarso orario di operatività del blocco operatorio del Perrino; la seconda registra che il tempo che l’azienda si era data per internalizzare alcune figure professionali della Sanitaservice, il 31 marzo, è passata e nulla è ancora accaduto.
«È una vergogna – accusano Macchia e Stella – che l’ospedale Antonio Perrino di Brindisi, struttura di riferimento provinciale, eroghi l’attività chirurgica di elezione per sole 6 ore al giorno. Non esiste nessun’altra struttura di riferimento provinciale in tutta la Puglia che abbia una sala operatoria centralizzata funzionante per gli interventi ordinari solo in orario mattutino». Secondo i sindacalisti, infatti, nei presidi delle altre Asl del territorio, piccoli quanto si vuole, i blocchi operatori funzionano per 12 ore al giorno, potendo così garantire più interventi programmati. In tempi in cui si parla di abbattimento delle liste d’attesa per le prestazioni ambulatoriali e per gli esami, quindi, anche le operazioni effettuate nelle sale operatorie del Perrino divengono motivo di discussione.
«La discussione si è focalizzata sul contestato prolungamento delle sedute operatorie, oltre le 6 ore previste, dalle 8 alle 14, che costringe il personale infermieristico del turno di mattina a proseguire l’attività lavorativa anche nelle prime ore del pomeriggio, i cui effetti hanno una molteplicità di conseguenze: aumento del rischio clinico, rischio per la salute e per la sicurezza dei lavoratori interessati, aumento delle liste d’attesa, peggioramento del clima organizzativo. Ciononostante – proseguono i rappresentanti sindacali – la direzione sanitaria esprime solo formali indicazioni operative poco chiare che non affrontano con risolutezza i veri problemi che attanagliano il blocco operatorio in questione. Il vero problema, invece, è la carenza di personale infermieristico che non permette l’utilizzo a pieno regime della sala operatoria e allontana decisamente il raggiungimento del tanto auspicato benessere organizzativo». L’obiettivo del duro atto d’accusa è, dunque, la carenza di personale che terrebbe, in qualche modo, le mani legate alla direzione sanitaria dell’ospedale, impossibilitata più che contraria a un prolungamento dell’orario di fruizione del blocco operatorio del Perrino.
«Occorre immediatamente mutare il concetto di gestione del sistema – concludono Macchia e Stella – assumendo una forte responsabilità rispetto al clima organizzativo di sofferenza che si è venuto a creare nella sala operatoria, ampliando l’attività chirurgica almeno per 12 ore giornaliere, adeguando la dotazione organica e garantendo il rispetto del turno di lavoro a tutti i dipendenti».
Dal fronte della mancata internalizzazione, invece, si fa sentire Aldo Gemma, segretario generale della Cisl Funzione Pubblica. «Con la sigla dell’accordo regionale riguardante le linee guida dell’internalizzazione e la successiva ratifica dello stesso effettuata dalla giunta regionale, il sindacato nella sua interezza e la Cisl nello specifico hanno espresso grande soddisfazione per il brillante risultato ottenuto, accresciuto dalla registrazione del nuovo statuto della società in house dell’Asl di Brindisi, la Sanitaservice, avvenuto il 30 gennaio 2014. A questo si deve aggiungere quanto dichiarato, il 24 febbraio scorso, dal direttore generale dell’Asl, Paola Ciannamea, in presenza dell’assessore alle politiche della salute della Regione Puglia, Elena Gentile, e di tutte le organizzazioni sindacali regionali, quando assicurava il completamento delle procedure relative all’internalizzazione entro il 31 di marzo 2014». Questo clima, allo scadere della data che avrebbe dovuto ratificare l’internalizzazione dei dipendenti Sanitaservice, è sparito, facendo mutare il quadro e i rapporti tra sindacati e azienda sanitaria.
«Non si sono avviate le procedure per proseguire il processo di internalizzazione per il servizio Cup e per il servizio di pulimento; la tanto vituperata inerzia della pubblica amministrazione, che doveva essere superata dalle “snelle” società in house, si ripresenta, purtroppo, in maniera eclatante all’interno della Sanitaservice dell’Asl di Brindisi; la tanto attesa aspettativa per i dipendenti interessati al processo di internalizzazione, volta a una garanzia di stabilità contrattuale ed economica nella società in house, viene meno: il personale è costretto, invece, a registrare un perpetuarsi di condizioni di “aspettative precarie”». Le tinte fosche rappresentate da Gemma si sono tradotte nella dichiarazione dello stato d’agitazione dei dipendenti della Sanitaservice che precederà uno sciopero, se le cose non cambieranno a breve. «Detto questo, la Cisl Funzione Pubblica indice immediatamente lo stato di agitazione del personale interessato, Cup e pulimento, con riserva di proseguire, il 15 aprile, con una pubblica manifestazione anticipatrice dello sciopero».
Commenta per primo