BRINDISI – È tutto in un comma alla legge di stabilità del 2013 il problema che sta bloccando in queste ore il processo d’internalizzazione di alcuni servizi attualmente in carico alla società in house dell’Asl di Brindisi, la Sanitaservice, per i quali era stata raggiunta un’intesa tra management dell’azienda, parti sociali e Regione. Il paragrafo in questione è il 557 dell’articolo 1 del testo di legge e prevede alcuni divieti o limitazioni alle assunzioni di personale per le società pubbliche e per quelle cosiddette a “controllo analogo”, come le partecipate e le società in house, appunto.
A differenza, però, delle altre Asl della Regione dove il cronoprogramma delle internalizzazioni sta seguendo il suo iter, a Brindisi, dopo un parere richiesto dalla Regione al Ministero dell’Economia e delle Finanze circa la fattibilità di tale intervento, si è bloccato tutto. Il quesito posto dai funzionari regionali ai colleghi del ministero risale al 4 giugno, 4 giorni dopo la scadenza della data prevista per l’internalizzazione, e la cosa non ha mancato di suscitare molte polemiche che il direttore generale dell’azienda, Paola Ciannamea, cerca di fronteggiare con cauto ottimismo.
«La situazione è questa – spiega il direttore – il parere del Ministero, di fatto, blocca il processo. Tuttavia, io spero che lo stop sia temporaneo perché il comma preso in considerazione dai funzionari ministeriali parla di divieti o limitazioni alle assunzioni e non di internalizzazione dei servizi, che è una cosa diversa». L’accordo raggiunto per riportare alla mano pubblica i servizi di pulimento e del Cup aveva trovato tutti d’accordo: l’azienda si garantiva un risparmio rispetto ai costi che sopporta affidando le mansioni in oggetto all’esterno e i sindacati ottenevano le tutele che il pubblico garantisce ai lavoratori. Si capisce, dunque, perché il blocco del processo abbia prodotto la levata di scudi della Cgil e della Cisl che, con i rispettivi rami di competenza della Funzione Pubblica, hanno fatto sentire la propria voce sulla vicenda.
«Non siamo abituati al vittimismo – spiega Antonio Macchia, segretario generale della Cgil Fp – ma la vicenda del blocco dell’internalizzazione proprio quando, anche se con il consueto ritardo, tale processo doveva interessare l’Asl di casa nostra ci fa pensare che Brindisi si conferma la Cenerentola della Puglia». Macchia si riferisce al fatto che a Taranto e a Foggia, ad esempio, dove le pratiche non hanno subito ritardi, i servizi sono stati internalizzati come previsto. Sulla stessa lunghezza d’onda si posiziona il pensiero di Aldo Gemma, segretario generale della Cisl Fp.
«I risparmi derivanti dall’internalizzazione – spiega Gemma – potrebbero essere investiti in personale sanitario, in strumentazioni, in strutture: tutte carenze presenti nella nostra Asl». Per questo le due sigle sindacali, in maniera separata, hanno indetto due manifestazioni per richiedere lo sblocco della situazione: la Cgil si è data appuntamento per giovedì 12, alle 15.30, presso la sede Asl di via Napoli, a Brindisi; la Cisl, invece, s’incontrerà il 20 giugno alle 9, sotto la Presidenza della Giunta Regionale a Bari.
Sulla vicenda è intervenuto anche l’onorevole di Sel, Toni Matarrelli, ex consigliere regionale, che ha espresso le sue perplessità sul parere che la Regione ha richiesto al Ministero, esprimendo, comunque, fiducia sul buon esito della questione. «Sono convinto – afferma Matarrelli – che l’onorevole Elena Gentile, ancora assessore regionale al ramo, abbia a cuore le sorti dei lavoratori, oggi appesi al filo del temporeggiare, e la convenienza dei bilanci sanitari pubblici, ed è per questo che, alla luce delle ampie rassicurazioni da lei fornite in passato, la sollecito a far comprendere come intenderà procedere, certamente in coerenza con le altre Asl regionali».
Maurizio Distante
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