BRINDISI – Si è recato in Procura a Brindisi per sporgere una formale denuncia all’autorità giudiziaria, il legale della donna di Carovigno che nella notte tra martedì e mercoledì è giunta presso l’ospedale Antonio Perrino di Brindisi per essere sottoposta a un cesareo d’urgenza e il cui bambino è nato morto. I famigliari vogliono capire se la tragedia si sarebbe potuta, in qualche modo, evitare: la donna, per raggiungere il blocco operatorio dove poi ha sostenuto l’intervento, è stata fatta salire al quinto piano non con l’ascensore più vicino ma con quello che si trova dall’altra parte della struttura perché quello a portata di mano era fuori uso.
La polizia giudiziaria ha sequestrato le cartelle cliniche e, con ogni probabilità, sarà disposta, nelle prossime ore, l’autopsia sul corpo del bambino per accertare le cause della morte. La direzione sanitaria dell’Asl di Brindisi ha aperto un’indagine interna che, però, non ha riscontrato, al momento, alcun particolarità nella gestione della situazione da parte del personale medico, in attesa dei risultati dell’esame autoptico che potrebbero dire di più anche su questo aspetto. Riguardo il guasto all’ascensore, c’è da sottolineare che non si tratta di un malfunzionamento legato all’usura o all’età del sistema: la porta della cabina era stata buttata giù a calci e spallate e la segnalazione è arrivata in direzione poche ore prima dell’arrivo della donna in ospedale.
Per questo Paola Ciannamea, direttore generale dell’Asl di Brindisi, ha dichiarato che, dopo aver inviato alla Procura i rapporti tecnici stilati in occasione dei guasti occorsi all’impianto nel dicembre scorso, anche in questo caso sono stati presi i dovuti provvedimenti: «Stiamo facendo il possibile per effettuare tutti gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria per garantire un servizio adeguato all’utenza. Intanto, abbiamo consegnato alla polizia gli scatti che abbiamo realizzato per avvalorare i nostri ragionamenti – spiega il manager – È indubbio che il sistema soffra dell’età e dell’usura ma, di fronte a simili episodi, per noi è impossibile prevedere, prevenire e fronteggiare la situazione al meglio».
Intanto, proprio per tenere sotto controllo le cabine, sono stati ingaggiati dall’azienda dei vigilantes, appostati nei pressi degli elevatori. I vertici dell’Asl, infatti, da tempo hanno denunciato la presenza di una regia oscura dietro ai guasti a raffica occorsi agli ascensori del Perrino nell’ultimo periodo. Dal passaggio del servizio di manutenzione dalla Brindisi Elevatori alla Manutencoop, che ha in seguito subappaltato alla Kone, infatti, sempre secondo la dirigenza Asl, il trend degli incidenti è stranamente impennato, fino al tragico episodio verificatosi la notte scorsa, dove la complicità dell’inservibilità dell’ascensore nella morte del bambino è tutta da verificare ma, sicuramente, è un elemento che, nel quadro globale della vicenda, non può lasciare indifferenti.
Maurizio Distante
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