Bilancio: nel gioco di chi ha torto o ragione resta stritolata la città

BRINDISI – Mentre il sindaco e le sue forze politiche si affannano a dire che il commissario ha lasciato invariato l’impostazione del loro bilancio, che loro stessi però non hanno voluto approvare, nel verbale della seduta del 27 novembre della riunione tra commissario ad acta e dirigenti è contenuta la verità su questa vicenda. Sebastiano Giangrande in quella seduta cita più volte la parola prudenza. Proprio così, si affida anche lui alla prudenza per un bilancio in difficoltà e per dei conti pubblici che vanno salvati e quadrati. Proprio quella “prudenza” il sindaco Rossi, in conferenza stampa, aveva contestato al dirigente ai Servizi finanziari Simone Simeone, che lo aveva definito un dirigente troppo prudente.

Nel verbale si legge testualmente: “Giangrande dichiara di sposare appieno la chiave di lettura del dirigente, sottolineando che è doveroso mantenere il bilancio in un contesto di legalità, attendendosi a parametri di prudenza, per creare un bilancio rigoroso che consenta a tutti di svolgere la propria attività in maniera serena. Invita i presenti, quindi, ad allinearsi a tale chiave di lettura”.

Nella stessa riunione commissario e dirigenti trattano poi la  questione Multiservizi, vendita delle Farmacie comunali, e rateizzazioni, e nell’atto si legge ancora:  “In ordine alla spesa da tagliare, Giangrande evidenzia che occorre mantenere il profilo di ottemperanza rispetto al Piano di riequilibrio….e ritiene doveroso predisporre lo schema in linea con il deliberato del consiglio comunale in ordina al Piano di riequilibrio trasmesso a Ministero e Corte dei conti perché sarebbe una contraddizione in cui non si può incorrere”.

Importante è poi il passaggio su Autigno, su quel milione di euro che il sindaco aveva inserito nel bilancio di previsione e che Simeone contestava in quanto non rappresentava una fonte certa di entrata. Ad avallare la tesi di Simeone anche il dirigente all’Ambiente Francesco Corvace.  “L’ingegnere Corvace – dice il verbale – riferisce che la questione è chiara: è una previsione trasversale che attiene ad una istanza di accordo di programma, che non è ancora stipulato. Riferisce che la proposta era maturata alla presenza di tutti gli attori, ma che dall’istanza di maggio 2019 non è seguito altro……Giangrande rivela, quindi, che non ci sono elementi giuridici per iscrivere in bilancio il contributo di un milione di euro”.

Il verbale poi si chiude con i Servizi sociali, dove anche qui viene ribadita la necessità di rispettare i tagli del Piano di equilibrio, con la cancellazione dei servizi Adi e sad, e la riduzione del 20 per cento degli altri servizi.

Davanti a questo riassunto della seduta la situazione appare del tutto chiara. La politica è stata commissariata, è stata lei stessa a volerlo. Se l’atto più importante di un’amministrazione è il bilancio di previsione, e questo viene fatto da un commissario, la conclusione è alquanto ovvia. Ancora una volta nei fatti il Comune di Brindisi ha avuto un commissario, questa volta però con un sindaco, gli assessori e i consiglieri comunali. L’assise civica sarà ora chiamata ad approvare quel bilancio, che non ha nulla di politico.

Intanto nel braccio di ferro andato in scena in queste ore tra chi ha torto o ragione, tra sindaco e dirigente, resta stritolata la città che nei prossimi mesi avrà meno servizi e più tasse. Ma c’è poco da sorprendersi, l’amministrazione aveva già scelto questo futuro per la comunità quando a febbraio decise di approvare il piano di riequilibrio. Piano che poi nei fatti ha voluto rinnegare. Ma i numeri, a differenza delle parole, sono spietati, restano ed inchiodano alla responsabilità delle scelte.

Ecco il verbale della riunione tra commissario ad acta e dirigenti

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Lucia Portolano

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