Bersani a Brindisi:”Ci stanno raccontando balle”. Attacca gli avversari, nessun cenno sul programma

BRINDISI– Riempie la sala del cinema Impero, conquista anche molti applausi, ai primi posti i dirigenti e candidati pugliesi del Pd da Michele Emiliano ad Anna Finocchiaro, da Salvatore Tomaselli a Elisa Mariano. Parla per un’ora e mezza, la gente lo segue attentamente. Pierluigi Bersani a Brindisi nell’ultimo week-end di campagna elettorale,  quello in cui, lo ha detto lui stesso, bisogna convincere gli indecisi. Il candidato premier del Pd a Brindisi, che non nomina neanche per mezzo secondo il nome di questa città. Nessun cenno alle politiche energetiche, nella città che ospita la più importante centrale termoelettrica del Paese, nessuna dichiarazione sulle bonifiche alla zona industriale, Brindisi conosciuta in Italia come sito di interesse nazionale, eppure da più parti,politiche e istituzionali, si chiede di aprire a Roma una vertenze Brindisi così come è accaduto per Taranto. Nessun passaggio sul porto a due passi dalla Grecia in crisi i. Solo alla fine del suo intervento, negli ultimi minuti fa un breve passaggio sul sud: “Per il sud- afferma Bersani-bisogna trovare dei rafforzativi, inserire nei programmi un rafforzamento per gli investimenti, come un credito di imposta per il lavoro”.

Prima di questo replica a tutti i suoi avversari, ribadisce a Monti la sua alleanza con Vendola. “Chi vuole stare con Bersani- afferma– vuole stare anche con Vendola. Con tutti i problemi seri che ha questo paese qualcuno si concentra su Vendola”.

E poi con un  colpo solo colpisce il leader dei centristi e Berlusconi: “Siamo al punto di chi la spara più grossa. Qui ci raccontano solo balle. La nostra è l’unica coalizione che resterà, perché dietro Bersani c’è il Pd, dietro Berlusconi, Grillo, Ingroia e Monti non c’è nessuno. Per mesi abbiamo parlato del caso Ruby, mentre perdevamo 20 punti sulla produzione industriale”.

E poi forti critiche al populismo di Grillo. “Grillo deve rispondere su quanto sta dicendo in giro che dà mille euro a testa a tutti, per tre anni- continua il leader del Pd- mi chiedo perchè non ne dà duemila. E poi vorrei che rispondesse a questa domanda: visto che non c’è più nè destra nè sinistra, secondo lui un figlio di un immigrato nato qui, che studia con i nostri figli, è un italiano o no? Perchè gli ho sentito dire secondo lui no, secondo me sì. Una cosa è certa il populismo nasce da tutte le parti ma poi finisce sempre a destra».

E così alle 19.45 abbracciato da un grosso applauso Bersani saluti tutti e va via.

Per chi volesse sapere qualcosa del suo programma e come intende risolvere i problemi dell’Italia può fare una ricerca on line, o farselo spiegare da qualcuno del Pd, perché se qualcuno cercava le risposte nell’incontro al cinema Impero certamente non le ha avuto.

Lucia Portolano

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