Beni comunali assegnati ad associazioni ma non tutti rispettano le finalità, il Comune alle prese con un difficile censimento

BRINDISI – (da Il7 Magazine) La giunta comunale approva  la delibera per varare il programma Riusa Brindisi, un tentativo di condividere con associazioni, cooperative, imprese sociali e gruppi di cittadini il patrimonio immobiliare dismesso o inutilizzato del Comune di Brindisi. Ovviamente chi chiederà l’utilizzo dovrà proporre “idee capaci di favorire la rivitalizzazione di questi spazi pubblici”, così si legge nell’atto dell’esecutivo Rossi. Ma per poter dare  concretezza a questo nuovo programma gli uffici comunali devono prima fare un censimento dei beni. L’assessore con delega al Patrimonio Cristiano D’Errico è a lavoro per una ricognizione sui beni comunali. La matassa da sbrogliare è però molto complicata. Quanti immobili ha il Comune dismessi? Quanti di questi sono stati già assegnati alle associazioni? E che attività svolgono in questi luoghi del patrimonio pubblico? Domande che in molti casi non trovano risposte certe. Sul patrimonio immobiliare del Comune regna il caos. Uffici dei vari settori che per anni non hanno mai comunicato tra loro, dati che sono rimasti nei computer di dipendenti andati in pensione, atti difficili da recuperare e storie difficili da ricostruire. A tutto questo si aggiunge la mancanza di personale soprattutto nel settore Patrimonio anche se nella delibera di giunta è stato dato mandato di rafforzare questo ufficio e di assegnare personale apposito per un poter fare ordine su immobili, beni e terreni.

Al momento gli unici dati recuperati sono quelli dei beni monumentali  assegnati ad associazioni cittadine in comodato d’uso gratuito, non in tutti però vengono svolte  reali attività o comunque quelle effettuate non sono corrispondenti all’uso per i quali sono stati assegnati. Gli ultimi beni concessi sono quelli dati durante la gestione commissariale di Santi Giuffrè. Con delibera del 13 giugno scorso sono stati concessi  alcuni locali delle Scuole Pie (dove prima c’era la Fondazione del Nuovo Teatro Verdi) all’associazione nazionale Partigiani, all’Unione Italiana Ciechi e al Centro ebraico di Cultura. Sempre  il commissario straordinario ha assegnato alcuni locali della Casa del Turista sul Lungomare Regina Margherita al Fondo Ambiente Italia (Fai) e all’associazione Amici dei Musei. Andando a ritroso nel tempo si trova il palazzo del Belvedere sempre in viale Regina Margherita occupato dall’associazione Le Colonne che gestisce il museo della Fondazione Faldetta, mentre i bastioni San Giacomo sono occupati dall’associazione Storia Patria. Ci sono anche contratti di comodato d’uso risalenti a diversi anni addietro, come quello della Confesercenti che dal 2014 occupa un locale monumentale in via Porta Lecce, l’associazione di categoria lo aveva richiesto al Comune per ospitare iniziative a promozione turistica. Mentre ha chiesto il rinnovo per la concessione dell’immobile di via Santa Chiara, nel cuore del centro storico, l’associazione Assonautica, il contratto è scaduto l’estate scorsa.

Ci sono poi altri immobili sempre comunali ma non di rilevanza monumentale occupate da associazioni cosiddette culturali dove all’interno si svolgono diverse attività anche sportive. Ma questo è un altro capitolo di questa storia che sarà trattato in un altro momento. L’ufficio Patrimonio ci prova a  redigere un’anagrafe di immobili pubblici dismessi o inutilizzati. Quando il quadro sarà completo sarà predisposto un avviso pubblico per il riutilizzo. Solo allora saranno definiti gli obiettivi dell’iniziativa, i destinatari, le modalità di partecipazione e i tempi. Per ottenere l’assegnazione del bene bisognerà presentare un’idea progettuale da cui si evinca l’impatto sociale e culturale della proposta. Gli immobili saranno concessi in comodato d’uso gratuito, impegnando i gestori a restituire valore sociale alla comunità attraverso servizi, attività e benefici collettivi. Si spera però che dopo l’assegnazione ci sia un monitoraggio di tali attività affinchè i beni pubblici non vengano utilizzati a scopo personale come avviene da anni in alcuni immobili. Questa questione fu sollevata già a marzo 2017 dall’ex consigliere comunale Pasquale Luperti, prima ancora assessore all’Urbanistica. Questi da consigliere di opposizione durante l’amministrazione di Angela Carluccio presentò un ordine del giorno  in consiglio comunale in cui chiedeva l’elenco degli immobili dati in concessioni alle associazioni e ma anche di quelli commerciali per verificare il rispetto di contratti e convenzioni. A quella richiesta non è mai stato seguito. E al momento una lista precisa e dettagliata non esiste ancora.

Lucia Portolano

(per Il7 Magazine)

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*