BRINDISI – Beccato mentre scaricava rifiuti edili nei pressi di Montenegro, denunciato dai carabinieri della Forestale un uomo di 57 anni. Sono all’ ordine del giorno gli episodi di gestione illecita di rifiuti, con automezzi cassonati che girano per il territorio caricandosi di rifiuti di vario genere, da scaricare nelle campagne e nelle periferie urbane.
L’ ultimo fatto del genere, in ordine di tempo, in contrada Montenegro, appena fuori dal capoluogo, una zona agricola e residenziale, dove non è sfuggito all’ attenzione di una pattuglia dei Carabinieri Forestali della Stazione di Brindisi un camion che stava ribaltando il cassone per depositare rifiuti edili (scarti da demolizioni) lungo una strada poderale.
Il proprietario del mezzo, C.L. di anni 57, è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Brindisi per abbandono di rifiuti speciali non pericolosi; il camion, pur essendo iscritto all’ Albo dei Gestori Ambientali, è stato utilizzato in modo abusivo, senza formulario di identificazione rifiuti, per trasportare calcinacci, pezzi di murature e di piastrelle, da depositare lungo una strada poderale. A detta del trasportatore, l’ operazione era stata richiesta dal proprietario di un terreno attiguo per livellare la strada, il tutto ovviamente senza la benchè minima autorizzazione.
I Carabinieri Forestali stanno tuttora indagando sull’ origine dei rifiuti e la committenza dell’ operazione, ma intanto, oltre all’ informativa di reato già inoltrata all’ Autorità Giudiziaria, hanno provveduto a sottoporre a sequestro penale il camion e la striscia su cui sono stati scaricati i rifiuti, lunga 30 metri e larga 2.
Il trasgressore rischia la pena dell’ ammenda da 2.600 a 26.000 euro o dell’ arresto da 3 mesi a 1 anno; tuttavia, trattandosi di rifiuti non pericolosi, potrebbe optare per la definizione amministrativa del reato, dietro pagamento (entro 30 giorni) di una somma pari a 6.500 euro, ed il ripristino dello stato dei luoghi entro i termini dell’ eventuale prescrizione asseverata, non superiori a 90 giorni.
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