INTERVENTO- L’ attuale crisi economica che sta corrodendo da tempo la vita delle famiglie, dei lavoratori, dei giovani, dei pensionati, degli artigiani, delle piccole imprese, sta creando in tutta Italia un diffuso clima di insofferenza e di sfiducia di una parte consistente di cittadini nei confronti delle istituzioni e, in modo particolare, in coloro che le rappresentano.
Uno stato d’animo che risulta in molti casi giustificato, considerati i pesanti sacrifici della gran parte dei cittadini con reddito medio basso, ai quali fanno riscontro numerosi casi di odiosi privilegi, di sprechi e di inefficienze, portati a conoscenza dell’opinione pubblica dalla rete internet e dai servizi giornalistici. Un problema, che non appare né circoscritto, né sporadico.
In questo nuovo scenario, determinato anche dall’esito del referendum costituzionale, il dovere della politica e dei parlamentari è quello di soddisfare la volontà dei cittadini, cogliendo e non sprecando la richiesta di cambiamento che viene dal paese, dando segnali evidenti di discontinuità, di trasparenza e di oculatezza nella gestione del denaro pubblico riveniente da una soffocante tassazione, che i cittadini pagano a costo di enormi sacrifici, ma anche di ridurre i costi esagerati della politica e della burocrazia, a tutti i livelli.
Non si tratta certamente di demagogia o di cedimenti alla piazza. Si tratta di riconsegnare all’attività politica quella dignità e quel valore, che troppi meccanismi superati, troppe furbizie, hanno indebolito, ma che è tutt’ora presente nel lavoro di molti politici italiani, a tutti i livelli.
E’ accaduto infatti che molte di quelle prerogative e dei costi pensati originariamente a servizio della collettività e della democrazia, sono state distorte ed utilizzate per esentare gli addetti ai lavori dalle regole valide per la generalità dei cittadini, ma anche per creare privilegi, apparati e clientele, che con la democrazia non hanno niente a che fare.
Tuttavia, non bisogna fare di tutta un erba un fascio. Proprio per questo crediamo che sia tempo di guadagnare maggiore trasparenza , ma anche introdurre correttivi idonei a correggere la deriva negativa di questi anni.
Si tratta di dare senso e significato alla sovranità popolare e alla uguaglianza dei cittadini , ma anche di restituire credibilità ed autorevolezza alla attività politica.
E’ ora che la politica e i parlamentari si diano una mossa, facciano in fretta la loro parte, dando esempio al paese di buon governo e di grande efficienza e oculatezza nella gestione degli interessi pubblici, lavorando per un programma concreto di interventi, che definisca però le priorità, i tempi e le risorse, eliminando finalmente quelle ingiustificate situazioni di privilegio e di spreco, che perdurano da troppo tempo.
Riteniamo che sia tempo di metter mano, senza indugio, al rilancio dell’economia e del lavoro in grande sofferenza, alla rimodulazione della tassazione che dia finalmente respiro alle fasce con reddito medio basso della popolazione, come promesso da 20 anni a questa parte e mai realizzata, ad una nuova legge elettorale che restituisca ai cittadini il diritto di decidere la propria rappresentanza parlamentare espropiato negli anni scorsi, ma anche ai costi smisurati della burocrazia, dei tantissimi enti inutili e a quelli della politica, riducendo il sostanzioso trattamento economico percepito dai parlamentari, indennità comprese.
Scelte forti, ma le uniche però capaci di restituire il senso della delega rappresentativa, corrispondendo il dovere di rendere puntualmente conto ai cittadini della loro attività e della volontà effettiva di cambiamento.
Non c’è più spazio per le promesse.
Vincenzo Albano
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