SAN VITO DEI NORMANNI – Si alza il sipario sulla XX edizione del ‘Barocco Festival Leonardo Leo‘, la rassegna di musica antica dedicata al grande maestro di San Vito dei Normanni e alla scuola napoletana del Seicento e Settecento, alla Napoli capitale mondiale della musica. Si comincia con un’opera di Leonardo Leo, l’intermezzo ‘La Zingaretta, mercoledì 23 agosto alle ore 21, nel Chiostro dei Domenicani, nella città natale del musicista.
L’intermezzo è tratto dal dramma per musica ‘Argene’ composto da Leonardo Leo e messo in scena per la prima volta il 17 gennaio 1728 nel ‘Teatro San Giovanni Grisostomo’ di Venezia. In scena per il primo appuntamento del Festival l’orchestra baroque ‘La Confraternita de’ Musici‘, diretta dal maestro Cosimo Prontera, con il soprano Claudia Di Carlo nel ruolo di Lisetta e il baritono Angelo De Leonardis in quello di Riccardo.
Gli intermezzi erano rappresentazioni di genere leggero con vene comiche, una pausa di svago inserita tra un atto e l’altro di un’opera seria. Protagonisti erano spesso un soprano e un basso buffo, i cui caratteri erano ispirati ai tratti dei personaggi della commedia dell’arte o del teatro comico italiano e francese. Il genere dell’intermezzo fu in auge nell’operismo italiano della prima metà del Settecento, tanto da impegnare tutti i maggiori autori del tempo.
Nel 1711 il librettista napoletano Sebastiano Biancardi, costretto a fuggire da Napoli nel 1701 a seguito del fallimento del Banco dell’Annunziata e cambiare nome in Domenico Lalli, scrisse il dramma per musica ‘Argene‘. L’intermezzo sconvolge per la sua straordinaria attualità prendendosi la licenza, un po’ come la moderna satira, di scherzare sui potenti smascherandone i vizi e facendone sberleffo.
Il lavoro parte da un manoscritto di cui è andato perso un intero atto: tuttavia, rivela segnatamente le tracce della fase “galante” che domina, a partire da quegli anni, nelle corti europee grazie alle novità rivoluzionarie di autori della Scuola Napoletana come Leonardo Leo, Domenico Sarro e Leonardo Vinci, pugliesi i primi due, napoletano il terzo.
Una musica nuova per un pubblico a quel tempo smanioso di superare gli schemi tradizionali. ‘La Zingaretta‘ è un’opera in miniatura che ben rappresenta l’evoluzione di stile, i ritmi armonici, i cromatismi e le melodie di quella che diventerà la gloriosa Scuola Napoletana. I personaggi – la finta odalisca Lisetta e il “furbone” Riccardo – rispecchiano gli stilemi ritrovati nel repertorio della commedia dell’arte. I vizi e le debolezze umane si assomigliano in ogni epoca e il copione della giovane provocante – che dice di essere una ragazza egiziana bisognosa d’aiuto, ma in realtà è una cacciatrice di prede facoltose da sedurre in cambio di denaro – e il vecchio ricco pronto a riempirla di regali per una notte d’amore sembrano essere personaggi usciti dalle pagine di cronaca dei nostri giornali, al pari di due o tre secoli fa.
‘La Zingaretta’ è l’ultima delle operine leane pervenute e che ora il ‘Barocco Festival’ pone in scena: recuperata otto anni fa dal direttore artistico della rassegna, è rimasta a lungo in sospeso a causa della sua struttura incompleta.
BrindisiOggi
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