BRINDISI – Gli ospiti del Cas chiuso di via Ottaviano andranno al Cara di Restinco: mamme, bambini, e anche una donna incinta finiranno nella struttura nella campagne tra Brindisi e Mesagne dove si trova anche il centro di identificazione ed espulsione. La Comunità Africana di Brindisi e provincia, l’A.N.P.I., la CGIL, Forum per Cambiare l’Ordine delle Cose si oppongono a questa decisione, chiedono alla Prefettura un’alternativa, un luogo più idoneo per queste famiglie.
“Gli ospiti tutti del CAS di Via Ottaviano – afferma Drissa Doumbya Comunità africana – non contestano la chiusura e il trasferimento, ma il collocamento presso una struttura evidentemente non idonea a garantire l’ospitalità di cui necessitano, in considerazione della tipologia degli utenti, ovvero in prevalenza famiglie con bambini di età compresa fra i tre mesi e gli undici anni, donne in stato di gravidanza e, in particolare, una bambina gravemente disabile”.
Il CARA di Restinco viene contestato per due ragioni: “si presenta come una struttura carceraria, che incute timore quando non terrore nei bambini, che dovranno entrarvi ed uscirvi attraverso le presenze militari addette alla struttura medesima; 2) è notevolmente distante da un centro abitato, con l’inevitabile isolamento che questo comporterebbe per gli ospiti e il disagio per i bambini nel frequentare la scuola, ma anche le attività extrascolastiche, ove pure venissero garantite”-
“Pertanto – si legge ancora – si propone il trasferimento degli ospiti presso strutture presenti sul territorio, che siano idonee a garantire l’ospitalità delle varie tipologie di singoli o famiglie, in considerazione delle specifiche esigenze e necessità. In via subordinata, si propone altresì l’affidamento della gestione del CAS di via Ottaviano ad altra Cooperativa, in grado di garantire il funzionamento e, quindi, il permanere della realtà ospitante medesima”.
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