BRINDISI- Pungente, diretto, ironico ma non troppo, straordinariamente semplice ed affascinante come può esserlo solo un premio Nobel come lui. Dario Fo si è presentato così alla folla accalcata, oltre modo, dentro e fuori Palazzo Nervegna a Brindisi. Il maestro ha inaugurato questa sera la sua mostra Lazzi Sberleffi Dipinti che resterà in esposizione sino al 28 febbraio prossimo, una mostra allestita tra le sale del Palazzo Nervegna ed il foyer del Verdi.Un’occasione unica per la nostra città che potrà apprezzare Fo anche domani sera sul palco del Nuovo Teatro Verdi dove interpreterà Mistero Buffo, spettacolo dal gusto popolare. Intanto questa sera Dario Fo presentando le 300 opere che racchiudono stili e tecniche tra le più svariate ha detto: “Il perché della mostra….questo è il mio risentimento verso chi ha il potere e lo gestisce. Preferisco urlare la mia indignazione e la mia disperazione”. Le opere del maestro racchiudono un percorso di vita che attraversa le epoche della storia umana dall’arte rupestre ai giorni nostri. Racconta “i fatti nostri” dice Fo. Il premio Nobel racconta di aver sempre dipinto e che questo lo ha aiutato ad avere sempre una visione più ampia ed una prospettiva diversa anche delle opere che ha poi inscenato sul palcoscenico. A proposito del palcoscenico chiarisce: “ tutto ciò che è interpretato in teatro è politica anche quello che non sembra. La tragedia greca è politica, le vicende umane sono politica. Il teatro è politica perché parla dei fatti nostri, dell’uomo e della società”. A questo punto il maestro trova lo spunto per parlare di quello che sta accadendo intorno a noi, parla della vicenda dell’ILVA di Taranto e dice con rammarico: “ E’ un paradosso osceno, si contratta la vita e la salute, ma cosa possiamo fare è la logica del nostro tempo. Qualcuno deve cadere affinché la società vada avanti- dice con ironia- Del resto i padroni sono generosi, danno lavoro, se poi ci sono due o tre persone che muoiono di cancro non è una tragedia, lo ha detto anche il figlio di Riva”. Insomma Dario Fo dice la sua e non ha timore a farlo anzi il maestro dice di non voler stare zitto e se questa sera ci fosse stata anche la sua compagna Franca Rame, assente per problemi di salute, non avrebbe lesinato parole. Dopo l’inaugurazione, il maestro si è spostato nelle sale della mostra e lui stesso si è offerto come guida ad un pubblico è diventato via via sempre più numeroso. Serata eccezionale, da domani però a fare da guida a questa straordinaria esposizione ci saranno quattro giovani studentesse della classe V A Moda dell’Istituto Superiore Morbillo Falcone di Brindisi. A questo istituto e alle sue alunne il maestro Dario Fo ha dedicato il suo saluto prima di congedarsi: “Dedico a queste ragazze- ha detto- la mostra perché hanno dovuto soffrire un dolore così profondo ed affrontare un’idea della vita con dignità e forza”.
Lucia Pezzuto
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