Bagnini sulle spiagge libere: basterebbero 36mila euro, quanto due sfilate di moda e una festa di quartiere

BRINDISI- La legge non lo impone, ma alcuni Comuni, così come tutta la regione Sicilia, hanno dotato le proprie spiagge libere di bagnini. La questione era stata aperta un mese fa anche a Brindisi, dopo la morte di un ragazzino di 14 anni, annegato nelle acque di una spiaggia libera sul litorale nord. Già lo scorso anno al Comune di Brindisi fu presentata un’offerta da parte di una cooperativa che garantisce servizio di salvamento.  Nella proposta: quattro spiagge coperte, le più frequentate, Punta Penne, ex lido Poste, Acque chiare e Giancola. Otto bagnini in tutto, due per ogni zona, che si danno il cambio nell’arco della giornata. Il  costo totale di 36 mila euro a stagione estiva. 36mila euro per vigilare sui bagnanti, soprattutto in un mare per la maggior parte dei mesi agitato dal vento di tramontana e maestrale, caratteristici delle costa brindisina. Nonostante gli impegni verbali di alcuni amministratori comunali, la vicenda non si è mai concretizzata, “Avevo proposto al Comune di affidarci  la sicurezza delle  quattro spiagge- spiega Teodoro Ostuni, presidente della cooperativa Salvare dell’Acli- ma non si mai concluso nullo. Ci avevano chiesto di acquistare  i mezzi per il salvamento, ma capite che per una realtà come la nostra è una spesa molto onerosa. Il costo del nostro servizio ammonterebbe a circa 36mila euro per una copertura di 3 mesi. Con tanti soldi che si spendono per le varie iniziative estive, questa cifra per vigilare sulla sicurezza dei cittadini mi sembra accessibile.”

Inoltre sul litorale nord di Brindisi non esiste più un presidio sanitario. “Prima il più vicino- spiega ancora Ostuni- era quello alla spiaggia dei vigili del fuoco, dove c’era l’ambulanza più vicina. Ora nelle emergenze bisogna attendere che arrivi da più lontano.”

Teodoro Ostuni parla con l’amarezza di chi un mese  fa ha fatto il possibile insieme ad un altro collega e a dei bagnanti per tentare invano di salvare la vita al giovanissimo Antonio Volpe. Il ragazzino con il fratello e degli amici si trovava nella spiaggia libera dell’ex lido Poste. Ma quando sono intervenuti dagli stabilimenti privati vicini per lui non c’è stato nulla da fare. Troppo tardi.

Insomma basterebbero solo 36mila euro per garantire la sicurezza, facendo due conti il sevizio costerebbe quanto  due sfilate di moda e una festa di quartiere, solo alcuni degli eventi sostenuti dall’Amministrazione comunale per questa estate 2015, per quali saranno sborsate quasi 400mila euro. Ma ogni governo fa le sue scelte.

Lucia Portolano

4 Commenti

  1. Proposta: i brindisini se la sentono di rinunciare ai fuochi d’artificio, che davvero sono soldi bruciati in pochi minuti e, come gli ultimi episodi di cronaca ci ricordano, periodicamente portano ad eventi luttosi?
    Sarebbe il modo migliore per destinare alcune voci di bilancio ad altre attività, senza troppi sacrifici.

  2. In primo luogo non credo che ciò che avvenga in Sicilia, soprattutto in termini di pubblica amministrazione, sia da prendere ad esempio. Da quelle parti i bagnini sulle spiagge pubbliche bisognerebbe vedere da chi sono stati “suggeriti” ed in che “inquietanti” termini è stato deciso e deliberato il tutto.Tornando a noi, vi sono le così dette “spiagge libere” dove ognuno ci va come e quando gli pare e sa bene a che rischi va incontro. La pubblica amministrazione non può farsi carico di ogni cosa della nostra vita, mentre invece dovrebbero farsi carico della sorveglianza e della sicurezza di un figlio minorenne i suoi genitori.Perchè poi , quando si leggono proposte del genere ( salvataggi e dintorni a titolo oneroso….), è legittimo fare come diceva il Gobbo “..pensar male non sta bene, ma quasi sempre ci si azzecca…”. Allora via le spiagge libere e date tutto il litorale in concessione, magari gratis, a cooperative di giovani che assicurino tale servizio. Così loro lucrano, pagano i bagnini e dalle casse pubbliche niente quattrini. Ma poi i voti come li prendono?

  3. Il problema è stato sollevato ogni anno e da diversi anni dall’ADOC di Brindisi e non di conseguenza alla morte del povero ragazzo avvenuta il 21 Giugno.

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