CAROVIGNO- Dissequestrato il bar e i bagni dell’oasi di Torre Guaceto. Il gip del tribunale di Brindisi ha accolto la richiesta di dissequestro presentata dai legali del Consorzio, gli avvocati Ladislao Massari e Stefano Lino. Il giudice ha ordinando la restituzione delle opere, ed è entrato nel merito del caso ed ha emesso un’ordinanza nella quale si dichiara che le irregolarità dei bagni di Torre Guaceto sono insussistenti. Questione diversa per il bar, per la quale struttura con il sequestro non si sarebbe data la possibilità di mettere in regola le opere, che comunque rappresentavano delle irregolarità, che il Consorzio stava cercando di superare. Per questa infatti il pm aveva dato parere sfavorevole al dissequestro, ma la relazione presentata dalla difesa ha convinto il gip.
Testualmente nel dispositivo a firma del gip Paola Liaci si legge: “Quanto alle irregolarità riscontrante in prima battuta e riguardanti il chiosco bar e le fosse imhoff, ritiene il giudicante che, con riferimento al primo, la riduzione in ripristino è stata interrotta proprio a seguito del sequestro preventivo operato d’urgenza dalla polizia giudiziaria e poi convalidato da questo giudice, mentre l’impianto riguardante le seconde risulta eseguito a regola d’arte e comunque nell’ambito delle prescritte autorizzazioni”.
Oggi il consorzio alla presenza del presidente Epifani e del sindaco di Carovigno Brandi hanno tenuto una conferenza stampa dopo una estate nera per la riserva.
Hanno raccontato i fatti. “Nella notte tra il 27 ed il 28 luglio scorso- afferma il presidente- durante servizio ordinario atto alla sistemazione di strutture movibili, ditta incaricata e operatori del Consorzio gestore vengono raggiunti in località Punta Penna Grossa, prima da un privato cittadino carovignese armato di cellulare pronto a scattare foto e girare video clip di “paventati illeciti” in corso. Di seguito giungono sul posto anche gli uomini della Capitaneria di Porto di Brindisi che, dopo aver ricevuto le dovute spiegazioni circa i lavori in atto, diffidano questo Consorzio dal procedere con l’attività. Il giorno seguente, e quindi il 28 luglio, la Capitaneria di Porto, su mandato della Procura di Brindisi, procede con il sequestro delle opere e quindi del chiosco bar, dei bagni e delle relative pozze imhoff. Le ragioni del sequestro: la presunta assenza di autorizzazioni all’installazione delle strutture. Strutture aperte al pubblico, nel caso del chiosco bar, strutture pubbliche nel caso dei servizi igienici e quindi a servizio della libera fruizione da parte degli utenti della Riserva.”
“Era tutto regolare- dicono i rappresentati dell’oasi- ed il Consorzio di Gestione di Torre Guaceto non ha compiuto alcun illecito, anzi, come sottolineato dallo stesso giudice si era adoperato per fornire servizi igienici a tutti i fruitori della Riserva “evidenziando l’uso pubblico e gratuito anche degli spogliatoi”.
“Grazie all’opera meritoria della Magistratura, il caso sequestri può essere finalmente archiviato, ma è doveroso fare ulteriori precisazioni circa le numerose problematiche che nel corso dell’estate hanno gettato Torre Guaceto nel tritacarne del malcontento e della cattiva informazione- aggiunge il presidente Epifani- Quando parlo di aree parcheggio in Riserva, non posso non ricordare che a conclusione del precedente mandato di presidente, ho lasciato una Riserva ben organizzata sotto tutti i punti di vista. Quest’anno, in occasione del secondo mandato, mi sono ritrovato in una situazione caotica. Già dai primi giorni dell’insediamento ho lavorato insieme al Consiglio di Amministrazione per la proposta di piani risolutivi e volti al pubblico nell’ambito parcheggi. A questo Ente competeva avanzare proposte, ai Comuni soci decidere quale strada percorrere ed anche la tempistica. Di conseguenza, è mia precisa volontà rispedire al mittente tutte le accuse piovute nell’estate 2016 circa una tardiva e inappropriata gestione delle aree parcheggio. Non solo, voglio sottolineare che siamo già a lavoro per l’individuazione di aree definitive, infatti, ho inserito l’argomento all’ordine del giorno nell’ambio dell’Assemblea dei Soci dello scorso 14 settembre, ma purtroppo il tema non è stato affrontato per questioni di tempo.
“Al mio attuale insediamento- continua Epifani- ho trovato una Riserva segnata dagli scarichi di un impianto di depurazione di acque fognarie. Abbiamo lavorato tanto per far sì che l’attività cessasse e il nostro impegno è stato ripagato. La Regione Puglia ha, infatti, accordato a questo Ente un finanziamento per la progettazione di opere per il riutilizzo dei reflui provenienti dall’impianto di depurazione e quindi per l’interruzione dello scarico degli stessi nelle acque della Riserva. La Regione Puglia ha, inoltre, valutato con molto interesse la proposta progettuale e sono attualmente in corso tavoli tecnici per la verifica del relativo finanziamento per un importo pari a 8milioni di euro. Inoltre, in questi giorni stiamo mettendo a frutto l’esperienza sviluppata nel campo della filiera della pesca sostenibile allargando il modello da noi ideato all’interno territorio rientrate nell’area del Gal Alto Salento attraverso proposte relative alle strategie e alle azioni del piano di azione locale (Pal) che il Gal candiderà ai relativi avvisi pubblici della Regione Puglia nei prossimi giorni.”
BrindisiOggi
La spartonia non era equa.
Una conferenza stampa per un dissequestro…… Forse era meglio aspettare la sentenza di non luogo a procedere o di proscioglimento…. Ma si la sentenza, è stata già fatta da loro….. Il dissequestro di solito arriva molto prima, perché viene a mancare la necessità del vincolo cautelare ai fini della prova, ma l’attività d’indagine continua…. Non vi sembra un po’ strano…. In piena estate con lo stabilimento balneare attivo…… Si accorgono che hanno installato il chiosco bar in modo …. Diciamo non a norma ….. Poi una notte d’estate lo smontano per poi rimontarlo ….. Mah…. Ai posteri l’ardua sentenza
Spiegate agli interessati, a chiusura di stagione, che avevano ragione e che nessuno pagherà per il danno fatto loro da omini incompetenti e assetati di protagonismo