BRINDISI- (Da Il7 Magazine) Giovani, giovanissimi, dalla pistola facile, spesso in preda ai fumi dell’alcool e della droga, pronti a rischiare la galera per qualche centinaia di euro, si sentono i padroni della città e guai a dare loro fastidio. E’ l’identikit dei baby criminali che oggi scorrazzano per le strade di Brindisi come non accadeva da tempo. Si sentono forti perché girano armati, basta una mancata precedenza , uno screzio per una ragazza o semplicemente uno sguardo di troppo per provocarli e la situazione degenera. E’ quello che è accaduto lo scorso primo gennaio quando un giovane è stato accoltellato ed un altro pestato a sangue semplicemente per una questione di viabilità , in via Palma, nel cuore del centro cittadino, davanti a decine di altri ragazzi. Per quella aggressione sono stati arrestati zio e nipote, rispettivamente di 41 e 23 anni, oggi accusati di tentato omicidio. Il 23enne aveva già nel suo curriculum numerosi precedenti per rapina. Non è un caso che gli stessi soggetti facili al litigio e alle aggressioni si rendano protagonisti di rapine e atti predatori in genere. Nella tipologia del baby criminale c’è anche questo. Eppure il 2019 si è chiuso segnando una diminuzione dei reati predatori soprattutto nella provincia brindisina, un trend che il questore di Brindisi, Ferdinando Rossi, vuol continuare a tenere alto, nel senso positivo del termine.
“Io non amo i numeri, ma i numeri confermano quello che è un trend in discesa di tutta la delittuosità , in maniera molto rimarcata nell’ambito provinciale e segna una diminuzione notevole- dice Rossi- Sulla città di Brindisi si ha una diminuzione meno forte che in provincia ma ugualmente significativa. Diminuiscono i furti e le rapine. E’ un trend in discesa come lo scorso anno. Del resto lo raccontano anche i fatti. In due mesi abbiamo arrestato sette rapinatori, oltre a questi anche due soggetti accusati di tentato omicidio. Tra l’altro uno di questi soggetti aveva anche numerosi precedenti”.
Il fenomeno dei baby criminali, al di là dei risultati incoraggianti da parte delle forze dell’ordine, desta comunque preoccupazione e induce a riflettere sul reale ruolo, semmai ne avessero uno, di questi giovanissimi in contesti criminali molto più ampli.
“Io penso che le cose non avvengono per caso. Penso che ci sia una criminalità organizzata che controlla il territorio ed al di là di qualche caso estemporaneo tutto il resto avviene sotto il controllo ben altri soggetti- dice il questore Rossi- Non parlo solo del territorio brindisino, attenzione, io parlo di un fenomeno diffuso anche in altre città. Del resto già sei anni fa quando lavoravo nella Squadra Mobile di Napoli i ragazzini erano una delle tante mani della criminalità organizzata. Poi è evidente che ci sono anche dei casi isolati, estemporanei, come li chiamo io. Ci sono i casi di chi commette le rapine per racimolare i soldi e comprarsi la droga. Questo, però, non vuol dire che le forze dell’ordine non riescano a contenere il fenomeno. Anzi, ripeto, anche se non amo le statistiche, i numeri ci danno ragione, i reati predatori diminuiscono e questo perché l’attenzione da parte nostra è sempre alta. C’è anche da dire che oggi viene fatto anche un grande lavoro nelle scuole per educare i ragazzi alla legalità. La presenza del poliziotto si sente, anche per strada. Abbiamo puntato molto su questo e poi i risultati si vedono. Continueremo così e sono sicuro che anche quest’anno che è appena cominciato ci porterà a grandi risultati”.
La longa manus della criminalità, quindi, secondo il questore di Brindisi, Ferdinando Rossi, si fa sentire anche così, muovendo quelli che all’apparenza potrebbero sembrare “cani sciolti”.
La storia degli ultimi tre anni ci ha mostrato una recrudescenza del fenomeno criminale dove i protagonisti sono i giovanissimi. Si va da una fascia di età dai 16 ai 24 anni, in alcuni casi anche 14enni pronti ad entrare in un supermercato e commettere una rapina . E’ il caso, non troppo lontano, dello scorso 7 settembre , quando due ragazzini, uno 14 e l’altro 16 anni, furono bloccati da un poliziotto fuori servizio mentre si preparavano a mettere a segno una rapina ai danni del supermercato Di Meglio al quartiere Bozzano di Brindisi nei pressi del parco giochi Maniglio. I due stavano indossando i passamontagna quando il poliziotto li ha bloccati ed arrestati. Ma non finisce qui, una volta portati in questura, per le formalità del caso, una folla di circa venti ragazzini attendevano l’uscita dei coetanei per applaudirli come nei peggiori film di mafia.
Ed era sempre un giovanissimo, 21 anni, appena compiuti, il giovane arrestato dalla polizia nella stazione di Brindisi, mentre tentava di guadagnarsi la fuga, dopo aver messo a segno una rapina in una tabaccheria del centro cittadino. Il 21enne aveva cambiato gli abiti ma gli agenti non avevano avuto dubbi nel riconoscerlo. L’identikit era stato diffuso grazie alle immagini di videosorveglianza di cui era dotata la tabaccheria. Stando alla ricostruzione, il ragazzo era entrato nell’esercizio commerciale armato di coltello, arma che poi è stata ritrovata sul pavimento della stessa tabaccheria. Dopo aver minacciato il titolare si era impossessato del contante contenuto nel registratore di cassa, 250 euro, per poi dileguarsi a piedi. Il giovane, una volta arrestato aveva ammesso le sue responsabilità. Il primo crimine del nuovo anno, aggressione a parte, è da attribuirsi ad altri due ragazzi in giovane età. Marco Filomeno, 20 anni, con numerosi precedenti per rapina, e Antonio Palma, 22 anni, incensurato. Entrambi accusati di tentata rapina, sono stati arrestati sabato scorso, 4 gennaio, mentre a bordo di un autobus di linea cercavano di darsi alla fuga. Poco prima, armati di pistola, poi risultata giocattolo, avevano tentato di impossessarsi dell’incasso di una tabaccheria in via Islanda, quartiere Bozzano di Brindisi, un colpo fallito grazie alla reazione del titolare, Giovanni Mucedero, che senza esitare li aveva letteralmente sbattuti fuori dalla sua attività commerciale.
Lucia Pezzuto per Il7 Magazine
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