BRINDISI – (da il7 Magazine di Lucia Pezzuto) Bolletta shock per lo stabilimento Jindal di Brindisi, oltre 5milioni di euro da pagare, l’azienda paventa la cassa integrazione per circa 250 famiglie. Il caro bollette energia travolge e stravolge anche l’economia delle aziende, sempre più imprenditori sono sull’orlo della crisi a causa degli aumenti spropositati di luce e gas. Quello che sta accadendo nello stabilimento brindisino Jindal è uno dei tanti casi registrati in Italia dove l’impennata dei costi costringe gli imprenditori a decisioni drastiche.
La Jindal Film Europe, multinazionale indiana che opera in Italia nel settore della chimica, si occupa della produzione di film di polipropilene, uno dei materiali più diffusi e utilizzati nel campo dell’imballaggio alimentare. Il polipropilene è , nello specifico, un materiale plastico prodotto a partire da materia prima che si trova in forma di granulo, che viene appositamente riscaldata e portata a temperatura di fusione, in cui raggiunge una consistenza viscosa in cui può essere modellata attraverso una macchina in forma di “lastra”, chiamata pellicola o film. In particolare Jindal Films Europe Brindisi srl è un’azienda multinazionale leader mondiale nella lavorazione di materiali polimerici per la produzione di packaging in polietilene e polipropilene. Il gruppo è presente in tre continenti e nove nazioni con 14 unità produttive. In Italia è presente con lo stabilimento di Brindisi da oltre 40 anni, con un impianto tecnologicamente molto innovativo. Ora, nonostante si tratti di un grande stabilimento con una solidità economica le ultime bollette relative ai consumi energetici ha di fatto indotto i vertici a contenere le spese e ridurre i costi. L’ultima bolletta della luce porta un cifra a dir poco scioccante : oltre 5milioni di euro. E dire che lo scorso anno nello stesso periodo l’importo dovuto alla società energetica era di poco più di 400mila euro. Lo scorso mese di luglio a fronte degli importanti rincari la multinazionale ha deciso di chiudere una delle principali linee di produzione. Una scelta che ora si sta ripercuotendo anche sulla forza lavoro. Da alcune settimane si parla di cassa integrazione e 250 famiglie cominciano a dubitare del futuro. Gli ammortizzatori sociali sono oggetto di discussione in queste ore con le parti sindacali e si vocifera che già tra il mese di ottobre e novembre potrebbe esserci una riduzione del personale in azienda. Conseguenze queste di un impatto economico in negativo che sta investendo le aziende di tutta Europa e determinando uno spostamento dei mercati. Le commesse diminuiscono e scatta la ricerca di fornitori in paesi dove i costi di produzione non hanno inciso sui prezzi di vendita , vedi Egitto e Turchia. Ma del resto che le bollette avrebbero subito un forte rincaro gli imprenditori, come i semplici cittadini, se lo aspettavano. Le notizie poi che arrivano nelle ultime ore da Nomisma, Società di Consulenza Strategica e Aziendale, non sono per nulla confortanti. A partire da ottobre le bollette dell’elettricità, dicono, sul mercato tutelato, aumenteranno del 60 per cento. Il presidente della società Davide Tabarelli lancia l’allarme: senza un intervento del governo l’incremento potrebbe essere addirittura del 100 per cento. Il prezzo dell’elettricità toccherà un nuovo massimo di 66,6 centesimi per Kwh. Per quanto riguarda il gas, alla luce del nuovo metodo di calcolo, l’aggiornamento ci sarà a inizio novembre. In ogni caso, Nomisma stima un rialzo del gas del 70 per cento. “Il prezzo del Psv, punto di incontro tra domanda e offerta del mercato del gas, è un po’ più basso, circa il 10 per cento in meno rispetto al Ttf, l’indice di borsa del gas naturale nel mercato dei Paesi Bassi, questo se non altro aiuta un po”, conclude Tabarelli.
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