BRINDISI – “Saltano sino a data da definire le raccolte itineranti del sangue organizzate dalle sezioni Avis della provincia di Brindisi: la decisione, sofferta, è stata presa in risposta ai silenzi della Asl di Brindisi.” A comunicarlo, è il presidente dell’Avis provinciale di Brindisi Egidio Conte. “A ridosso dell’estate, periodo critico per la disponibilità di sangue- spiega Conte- siamo costretti a far saltare le donazioni che, ogni anno, portano circa 13mila sacche di sangue sulle 15mila totali che entrano nella disponibilità del Centro Trasfusionale di Brindisi”.
Tutto nascerebbe da una assenza di comunicazione tra le Avis e l’Asl e il Centro Trasfusionale, sito all’interno dell’ospedale Perrino di Brindisi. “Sono mesi che chiediamo un incontro all’Asl- aggiunge il presidente- senza aver mai ricevuto una risposta”.
Di lettere se ne sono susseguite almeno tre: due rivolte all’Asl, una terza alla Regione Puglia, all’attenzione del governatore Emiliano. Destinatari diversi, stesso riscontro: nessuno, appunto.
“L’Asl e il Centro Trasfusionale vivono una forte carenza di organico, tanto che sono state chiuse a singhiozzo anche le U.R.F. (Unità di Raccolta Fisse, NdR) site a Ostuni e Francavilla – continua Egidio Conte – Abbiamo scritto, tenuto conferenze stampa, richiesto più e più incontri, ma l’Asl non si è mai interfacciata con noi. Ogni volta che organizziamo una raccolta, dobbiamo scontrarci con problemi di orario, perché sebbene il dottor Cucci, responsabile del Centro Trasfusionale abbia acconsentito alle raccolte serali, tipicamente estive, sino alle 22, ci ritroviamo a dover lottare per accogliere donatori sino a massimo alle 21.30, come è accaduto a Mesagne il 13 giugno scorso”. Nella serata di ieri (18 giugno) sono saltate le donazioni di sangue a Oria e a Carovigno, mentre quelle calendarizzate per oggi (19 giugno) a San Pietro Vernotico, Latiano e Cellino San Marco sono state sospese. Un servizio che, una volta messo in programma, dovrebbe svolgersi con regolarità. “Sulla carta sì, ma seppur programmate, possono saltare perché un medico si assenta o non c’è un numero minimo di infermieri”. Eppure, di medici, tecnici e infermieri che potrebbero implementare anche solo per le raccolte i dipendenti del Centro Trasfusionale ce ne sono. “Molti di loro hanno svolto corsi regionali che li abilitano a lavorare nei contesti delle raccolte: se loro sono formati adeguatamente, perché non occuparli?”.
Tutto sarebbe legato alle assunzioni che l’Asl deve rendere effettive per alcune unità di personale specializzato. “Non mi risulta, in primis, che non ci sia assenza di dialogo tra l’Asl e l’Avis, né mi sono pervenute segnalazioni dirette. Per la mancanza di medici, stiamo provvedendo- spiega Pasqualone – Ho avuto un incontro con il Direttore di Dipartimento per fare richiesta di prestazioni aggiuntive, ma sulle tempistiche non posso farci nulla: le procedure di evidenza pubblica non possono essere disattese. E’ una criticità che stiamo risolvendo: la nostra parte l’abbiamo fatta. Abbiamo atteso che la Regione sbloccasse le assunzioni. L’Avis non può aspettarsi risposte scritte alle loro lettere: noi parliamo con i fatti. In fondo, le Avis sono delle associazioni di supporto al lavoro che collaborano con l’Asl, non sono parte integrante dell’Azienda sanitaria”. E per rispondere all’emergenza sangue, come si sta muovendo l’Asl? “Ho fatto richiesta per la sottoscrizione di una convenzione con l’Asl Bat, che ha eccedenza di sacche- afferma il direttore generale- in questo modo, nell’attesa delle assunzioni, potremo rispondere alla richiesta di sangue”.
Agnese Poci
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