ROMA- Risponde di truffa chi posizione autovelox occultandoli agli automobilisti. Possono essere perseguibili per truffa gli organi di polizia stradale, ma società incaricate da Comune, Provincia e Regione per compiere questo servizio. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione con una sentenza emessa nella giornata di ieri dalla seconda sezione penale.
Nella fattispecie è stato ritenuto legittimo il sequestro della strumentazione. Infatti, è stato respinto il ricorso presentato dal Comune di Paola contro la decisione del Tribunale del riesame di Cosenza che rigettava l’istanza di dissequestro e la richiesta di restituzione di sei autovelox, sottoposti a sequestro preventivo dopo che questi erano stati occultati su strada dietro alberi, o in autovetture e pc.
Secondo la Corte di Cassazione :“un bene avente natura lecita non può seguire la sorte processuale dei presunti autori che di quel bene hanno fatto un uso illecito. Sussiste, innanzitutto, un rapporto di strumentalità tra i beni sequestrati e il reato di truffa per cui si procede, considerato che gli autovelox costituiscono lo strumento delle attività illecite accertate ed enunciate nella prospettazione accusatoria, a nulla valendo che la “res” impiegata per commettere la truffa abbia natura lecita, allorché assolva, nell’ordito truffaldino, una valenza causale ai fini della realizzazione del reato. Di conseguenza, gli autovelox si prestano, proprio in ragione di tale nesso di interdipendenza con il reato, a essere assoggettati a vincolo reale sia quale corpo dei reato sia quale cosa pertinente al reato la cui libera disponibilità può agevolare la commissione di altri reati della stessa specie di quello per cui si procede.”
La decisione della suprema corte crea un importante precedente, soprattutto in tempo di crisi, quando le amministrazione cercano di fare cassa. E da questo momento gli automobilisti beccati da misuratori di velocità nascosta possono sperare che i responsabili siano condannati per truffa.
“Una sentenza importante- spiega Teodoro Nigro, comandante della Polizia municipale di Brindisi– bisognerà vedere quale sarà il comportamento degli altri tribunali. Bisognerà vedere l’evoluzione. Una pronuncia che crea molta apprensione, di forte impatto. E che va incontro al cambio di rotta delle Amministrazione pubbliche che tendono a politiche legata alla trasparenza, pubblicità e tutela del consumatore”.
Un problema dice il comandante che non sfiora Brindisi, dove la polizia municipale ha sempre utilizzato i misuratori di velocità con estrema correttezza e trasparenza. “Noi utilizziamo- continua Nigro- i telelaser e contestiamo contemporaneamente l’illecito”.
Lu.Po.
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